Somministrazione: complementarietà tra servizi pubblici e privati

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Il ruolo complementare e positivo svolto dalle Agenzie per il lavoro nel favorire l’inserimento professionale delle persone, nel ridurre la disoccupazione, nel contrasto al lavoro nero e irregolare e nel sostenere l’ingresso nel mercato del lavoro è affermato normativamente a livello europeo. In una logica di complementarietà tra servizi pubblici e privati l’International Labour Organisation ha riconosciuto il ruolo che può essere svolto dalle Agenzie per il Lavoro private ai fini di un buon funzionamento del mercato del lavoro. Uno dei principali obiettivi della Strategia Europea per l’occupazione, risalente al 1997 quando gli Stati membri dell’UE decisero di fissare un insieme comune di obiettivi per la politica del lavoro, è stato di armonizzare le politiche sociali nei Paesi membri, in modo da creare una quantità e una qualità maggiori di posti di lavoro e impieghi più qualificati in tutta l’Unione Europea. La stessa Commissione Europea, consapevole della complessità delle misure da mettere in campo nel mercato del lavoro e per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020 (che per l’occupazione si sostanziano nel portare il tasso di occupazione al 75% per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni), ha invitato i Paesi membri a costruire partenariati e sistemi di gestione a più livelli che agevolino i processi decisionali (a livello di Autorità di Gestione e gestionali), nella costruzione dei Piani di Intervento e nella loro declinazione operativa.

La rete dei servizi per il lavoro

Il Decreto Legislativo n. 150/2015 ha sancito la costituzione di una Rete nazionale pubblico – privata dei servizi per le politiche del lavoro, con l’istituzione dell’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del Lavoro a cui è affidato il ruolo di coordinamento della Rete, prevedendo, per la gestione dei servizi, una diversa distribuzione di funzioni e competenze tra il Ministero del Lavoro, le Regioni e le Province autonome e Anpal. È stato anche riconosciuto il ruolo delle Agenzie per il Lavoro considerandole a pieno titolo come parte della rete dei servizi per le politiche del lavoro. La necessità di “fare rete” mettendo a fattor comune le migliori energie e professionalità presenti nel mercato del lavoro è stata colta da Assolavoro, l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, che nel 2016 ha promosso la costituzione degli “Stati Generali del Lavoro”. Tale rete è costituita da Assolavoro, Aiso, Asfor, Rete Lavoro e Assolavoro Formazione. Altro elemento di semplificazione introdotto dal D.lgs. n. 150/2015 è stato l’omogeneizzazione delle regole di partecipazione alla gestione dei servizi per il lavoro attraverso l’introduzione dell’accreditamento nazionale, con la costituzione di un Albo nazionale di soggetti abilitati a svolgere funzioni e compiti in materia di politiche attive su tutto il territorio nazionale. Questo meccanismo consente la valorizzazione e la contemporanea separazione tra le funzioni di garanzia istituzionale gestite dai Centri per l’Impiego e quelle di servizio personalizzato e attivazione gestibili da operatori diversi, pubblici o privati, a scelta del lavoratore. In funzione del disegno normativo sopra delineato e sulla base delle esperienze maturate sul campo, le Agenzie hanno enucleato una serie di indicazioni fondamentali per l’efficace ed efficiente funzionamento della rete dei servizi per il lavoro (vedi riquadro).

La performance delle Agenzie e le Regioni

Nell’ambito dei servizi per il lavoro le Agenzie agiscono non solo a livello nazionale ma anche nei diversi contesti regionali secondo regole di accreditamento spesso anche molto differenti nei diversi territori. A livello regionale le agenzie operano in risposta a singoli bandi definiti dai cosiddetti “Piani Operativi Regionali” che definiscono le priorità di intervento delle attività finanziate dal Fondo Sociale Europeo e i relativi obiettivi a livello regionale. Quando operano per clienti privati, avviando al lavoro le risorse richieste dalle imprese, le Agenzie per il Lavoro hanno ottenuto in tutti i contesti territoriali risultati numerici in linea con la vivacità del mercato del lavoro locale. Per le politiche attive invece il quadro dei risultati ottenuti è stato condizionato pesantemente dalle regole poste dalle Regioni all’azione degli operatori privati, aperte e collaborative in taluni contesti, chiuse ed escludenti in altri. In alcune Regioni le Agenzie non hanno infatti potuto partecipare alla gestione dei servizi di politica attiva nonostante la normativa nazionale lo prevedesse. L’attività svolta dalle Agenzie nel campo delle politiche attive è stata importante in Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania, Sardegna e in linea con le opportunità di lavoro dei differenti contesti; è stata residuale per ora, poiché consentita solo dal 2017, in Emilia Romagna; del tutto marginale in Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, per le regole burocratiche presenti; è stata impedita (fino a metà 2018) in Friuli, non consentita in Basilicata e di fatto assente in Molise; è stata trascurabile in Calabria e Abruzzo. In questa situazione così variegata le migliaia di filiali che hanno operato nelle politiche attive sia programmate dalle Regioni, sia dallo Stato, hanno realizzato l’intera gamma dei servizi (si veda il riquadro) necessari ad avviare al lavoro con un contratto o a consentire un’esperienza iniziale di lavoro con il tirocinio. Il contributo portato dalle Agenzie al raggiungimento dei risultati delle politiche attive gestite, utilizza come leva prevalente il contratto in somministrazione che garantisce appieno le esigenze di tutela dei lavoratori coinvolti come riconosciuto anche dalla Direttiva europea 2008/104/CE che, estendendo a livello comunitario il principio di parità di trattamento, sancisce in modo chiaro che il lavoro tramite Agenzia è garantito nel pieno rispetto della dignità della persona (si veda il riquadro). Il contratto di somministrazione consente (mediante la “presa in carico” del lavoratore da parte dell’Agenzia che ne cura l’aggiornamento delle competenze e si impegna a moltiplicare le occasioni di lavoro) di coniugare la discontinuità delle occasioni di lavoro con l’esigenza di continuità di reddito delle persone.


Punti chiave per servizi al lavoro efficienti

Sono diversi i punti chiave indicati da Assolavoro per un efficace ed efficiente funzionamento della rete dei servizi per il lavoro:

  • Complementarietà del ruolo degli operatori privati autorizzati con quelli pubblici, con la regia e il controllo dell’Istituzione pubblica;
  • Privilegiare le politiche attive in luogo di quelle passive;
  • Prevedere processi operativi che rispettino i tempi della domanda manifestata dalle imprese;
  • Valorizzare logiche di remunerazione del risultato modulate in base a occupabilità della persona e tempi di ricollocazione;
  • Favorire accesso a banche dati e informazioni funzionali all’inserimento lavorativo;
  • Limitare i fenomeni di “stop and go” delle misure di politica attiva e la frammentazione degli interventi;
  • Monitorare i risultati;
  • Prevedere un sistema di rating pubblico nazionale degli operatori pubblici e privati per facilitare la scelta da parte delle persone e premiare quelli più “performanti”;
  • Vincolare sempre la formazione finanziata all’obbligo di placement, almeno in una quota parte, per contrastare la proliferazione della formazione non finalizzata e l’adesione dei lavoratori per il solo interesse all’indennità di partecipazione.

 

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