Grazie alla riforma, nell’anno in corso si stimano 116 mila ingressi di giovani under 30 nel mondo del lavoro con un tasso di turnover complessivo pari al 37%. I 94 mila dipendenti del settore pubblico che aderiranno nel 2019 a Quota 100 difficilmente saranno subito rimpiazzati da giovani.
Gli effetti di Quota 100
Per effetto di Quota 100, nel 2019 un giovane su tre pensionati farà ingresso nel mondo del lavoro (circa 116 mila ragazzi under 30) in virtù di 314 mila richiedenti accesso al prepensionamento. Ipotizzando tassi differenziati per fondo previdenziale, infatti, si stima una percentuale di turnover pari al 37%.
È quanto emerge da una prima stima sugli effetti della nuova misura contenuta nel d.l. n. 4/2019, condotta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e illustrata dal suo Presidente Rosario De Luca durante il 22° Forum Lavoro/Fisco/Previdenza, svoltosi a Roma. Come riportato dalle stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, accederanno a Quota 100 circa 63 mila autonomi (20%), 94 mila dipendenti della pubblica amministrazione (30%) e 157 mila lavoratori del settore privato (50%).
I cambiamenti nel settore privato, pubblico e autonomo
I tre comparti occupazionali hanno però capacità di riorganizzazione molto differenti fra di loro. Nel settore privato, ad esempio, la pianificazione delle risorse tiene conto della quota di persone che usciranno per pensionamento. Tuttavia lo scenario che abbiamo di fronte è di un massiccio anticipo di uscite. Ciò comporterà un rapido aggiornamento del piano di assunzioni pianificate dalle aziende private e potrebbe, paradossalmente, comportare difficoltà di copertura delle posizioni lavorative perse nel 2019. Si stima che ogni 100 dipendenti del settore privato che aderiranno a Quota 100, il 30% uscirà dal settore manifatturiero, l’11% dal commercio e l’8% dal settore dei trasporti e magazzinaggio.
Non è così automatico, invece, nel settore pubblico. Anche se qui il massiccio esodo dei lavoratori over 60 potrebbe creare inizialmente qualche difficoltà ai servizi essenziali come sanità e istruzione. Più semplice la dinamica nel lavoro autonomo, dove i più ridotti volumi produttivi riflettono l’andamento del ciclo economico.
Il turnover stimato
Basandosi su tali dati tratti dall’udienza informale dell’Ufficio parlamentare di bilancio del 5 marzo scorso, la Fondazione Studi ha prodotto alcune stime sul tasso di sostituzione di quei lavoratori che quest’anno raggiungono i requisiti necessari per andare in pensione anticipatamente. In particolare, è stato analizzato lo storico del turnover calcolando le uscite per pensionamento per anno e gli ingressi permanenti (contratti a tempo indeterminato e apprendistato) nel mondo del lavoro di giovani con meno di trent’anni.
La geografia dei prepensionamenti
Quasi due prepensionamenti su tre interesseranno aziende del nord Italia (36,6% nord-est e 26,5% nord-ovest), ai quali si aggiungerà un 20,6% di prepensionamenti nelle regioni del centro Italia.
Tavola 1: previsioni di uscita nel 2019 per Quota 100 e stima del tasso di sostituzione per macro fondo di riferimento
FONDO | V. A.* | %* | TASSO DI SOSTITUZIONE** | NEOASSUNTI** |
AUTONOMI | 62.800 | (20%) | 20% | 12.560 |
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE | 94.200 | (30%) | 10% | 9.420 |
PRIVATO | 157.000 | (50%) | 60% | 94.200 |
TOTALE | 314.000 | 37% | 116.180 |
* dati tratti dall’udienza informale dell’Ufficio parlamentare di bilancio davanti alle Commissioni riunite XI (Lavoro pubblico e privato) e XII (Affari sociali) della Camera dei Deputati del 5 marzo 2019.
** stime provvisorie della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro rispetto ad assunzioni stabili under 30.
Il 20% degli autonomi è legato ai soli casi in cui l’attività del padre passi nelle mani del figlio.
Il 10% della Pubblica Amministrazione è una stima calcolata sui dati del numero di cessazioni per pensionamento tracciate delle comunicazioni obbligatorie (CICO) riconducibili al settore pubblico e il contestuale numero di giovani under 30 assunti nello stesso anno dalla Pubblica amministrazione.
Il 37% è una stima effettuata sempre su comunicazioni obbligatorie per il settore.