Si è svolto nella Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva presso il Senato della Repubblica, l’evento “La salute della persona nelle relazioni di lavoro”, convegno in ricordo del giuslavorista Marco Biagi a 17 anni dalla sua scomparsa su iniziativa di Adapt e in collaborazione con la Presidenza del Senato, l’Associazione Amici di Marco Biagi, la Società Italiana di Medicina del Lavoro e il Ministero del Lavoro.
Dopo un saluto e una commossa commemorazione di Marco Biagi da parte di Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, il Convegno è stato introdotto e moderato da Emmanuele Massagli, presidente di Adapt, che ha sottolineato come la caratteristica di Adapt sia quella di presidiare un’area a metà tra la ricerca e la consulenza sulla gestione dei rapporti di lavoro, con una osmosi continua tra teorie e pratiche. Quest’anno il “V Rapporto Adapt sulla contrattazione collettiva in Italia” contiene uno specifico capitolo sui temi della salute della persona nelle relazioni di lavoro che tanto erano cari a Biagi, anche se questo aspetto del suo lavoro è poco noto al grande pubblico.
La visione di Marco Biagi
I lavori sono continuati con l’intervento del senatore Maurizio Sacconi, in qualità di Presidente dell’Associazione Amici di Marco Biagi, sul tema “Ripartire da Marco Biagi per ripensare il rapporto tra lavoro, impresa e salute”, con la presentazione del rapporto redatto dagli organizzatori del convegno.
Sacconi ha ripercorso l’impostazione generale del lavoro di Biagi, basato su una visione che mette al centro il lavoratore e non la sua appartenenza di classe, al contrario delle visioni ideologiche ottocentesche, legate alla seconda rivoluzione industriale, che ancora permeano la nostra società. Biagi studiava i “lavori” (anziché il “lavoro”) i quali richiedono soprattutto il “saper essere” anziché il classico “saper fare”. In ogni “lavoro” si realizzano i fabbisogni complessivi del lavoratore e non solo quelli direttamente legati alla produzione.
Da qui la centralità della salute del lavoratore e soprattutto del suo benessere, legato all’intero nucleo familiare. Nella normativa attuale il modello di prevenzione è poco sviluppato ed è legato a figure che nascono ancora dal modello industriale fordista e non tengono conto del nuovo modello “liquido” del lavoro. In questo senso è molto trascurata la formazione sulla salute e sicurezza utile alla prevenzione in un’ottica olistica di benessere generale. Sacconi ha poi avanzato una proposta per una integrazione tra Fondi Sanitari, Previdenziali e per l’Assistenza al fine di costruire un percorso unico per il welfare sanitario.
Ha inoltre segnalato che restano inoltre fuori da molte politiche e finanziamenti tutto il mondo dell’assistenza sanitaria e domiciliare che non rientra nel Servizio Sanitario Nazionale. Questa tuttavia è una realtà molto importante, specie visto l’invecchiamento della popolazione, e necessita di essere regolamentata e riqualificata.
Il ruolo delle professioni mediche
Francesco Violante, Past President di Siml, ha commentato gli aspetti relativi al ruolo delle professioni mediche all’interno delle politiche del lavoro. Prima però ha sottolineato come l’Italia sia stata precorritrice della medicina del lavoro, già con Ramazzini nel ‘700 e dal 1906 come sede della Società Internazionale di Medicina del Lavoro.
I dati degli ultimi decenni ci insegnano come il tasso di mortalità sul lavoro sia diminuito, mentre è aumentato in maniera preoccupante il tasso di malattie e i relativi decessi, anche per l’onda lunga dell’amianto le cui conseguenze si cominciano a vedere negli ultimi due decenni.
Premesso che la contrattazione e la medicina del lavoro già prevedono visite mediche periodiche, la proposta è di approfittare di questi momenti di incontro. Infatti i medici di Siml si impegnano a diffondere buone pratiche per la prevenzione degli infortuni e soprattutto delle malattie dovute non solo a rischi professionali ma a stili di vita.
In chiusura il ricercatore Lorenzo Maria Pelusi ha illustrato alcuni aspetti relativi al ruolo delle parti sociali contenuto nel rapporto e il professor Michele Tiraboschi ha poi consegnato i Premi Marco Biagi 2019 agli autori delle tesi più meritevoli.