di Barbara Milanesi |
Nei giorni scorsi l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha diramato l’attesa circolare n. 7/2019 con cui viene precisato che anche i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro sottoscritti da sigle sindacali diverse dalla “Triplice” (Cgil, Cisl e Uil) sono legittimi, validi e pertanto pienamente applicabili.
Una vittoria per Sistema Impresa che, con Confsal, è sottoscrittrice per discussione di Ccnl in diversi settori che spaziano dai dipendenti somministrati delle ApL al terziario e turismo, colf e badanti, cooperative sociali e multiservizi fino al metalmeccanico Pmi.
“Trionfa la libertà sindacale” spiega il presidente di Sistema Impresa Berlino Tazza. “Una circolare che pone fine alla diatriba sorta con la precedente circolare 3/2018 per la quale la nostra confederazione, insieme ad altre importanti sigle datoriali e sindacali, ha caparbiamente condotto una dialettica ferrata affinché le fossero riconosciuti indiscutibili diritti”. Abbiamo approfondito la questione con il presidente Tazza.
Presidente Tazza, perché è così importante per Sistema Impresa la nuova circolare emessa dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro?
La circolare 7/2019 fornisce precisazioni sulla corretta applicazione dei Ccnl e sulla circolare 3/2018 dello stesso Inl. In particolare stabilisce che le imprese aderenti a Sistema Impresa – e a qualsiasi altra associazione datoriale – possono applicare anche i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro da loro sottoscritti con un partner sindacale differente da Cgil, Cisl e Uil, nel nostro caso la Confsal, purché vi sia il “rispetto” degli “accordi e dei contratti collettivi stipulati da organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale” riguardo a trattamenti economici e normativi equivalenti o superiori a quelli previsti da tali contratti.
Con questa importante puntualizzazione si supera la circolare 3/2018 di Inl che pareva assegnare una sorta di “esclusiva” della contrattazione collettiva alla Triplice sindacale, attribuendo ai contratti siglati da Cgil, Cisl e Uil lo status di “maggiormente rappresentativi” per definizione. Una clausola che Sistema Impresa ha sempre combattuto in nome dell’art. 39 della Costituzione che garantisce la libertà sindacale pur riconoscendo, al tempo stesso, l’indiscutibilità dell’art. 36 della Costituzione che assicura l’equa retribuzione.
Una circolare emanata anche grazie ai diversi incontri che Sistema Impresa ha promosso presso l’Ispettorato stesso.
Una battaglia che sosteniamo da anni, antecedente la circolare 3/2018. Già nel 2015 ci siamo fatti promotori di una campagna che sostenesse il principio di equità a garanzia della libertà sindacale. Un passaggio che abbiamo ritenuto fondamentale proprio perché abbiamo avvertito da parte dei Consulenti del Lavoro delle resistenze nel consigliare alle imprese l’applicazione dei nostri contratti benché fossero convenienti e, in molti casi migliorativi, per i dipendenti.
Poi però la circolare 3/2018 dell’Inl ha, di fatto, gettato il panico nelle aziende che applicavano i vostri contratti. Come si è mossa Sistema Impresa?
Sistema Impresa ha fatto squadra con altre associazioni datoriali, sottoposto la questione al Ministero del Lavoro e richiesto un incontro con Leonardo Alestra, direttore dell’Inl, che ci ha accolti a dicembre 2018 e a cui abbiamo manifestato le nostre ragioni.
Dalla nostra parte anche la sentenza n. 80/2019 del Tribunale di Pavia che ha ribadito la maggiore rappresentatività comparativa della Confsal, con la quale abbiamo sottoscritto tutti i nostri Ccnl, e la sentenza del 20 febbraio 2019, n. 4951 della Corte di Cassazione, che è tornata sul concetto di rispetto dei parametri economici stabiliti nei Ccnl siglati nei vari settori dalle sigle sindacali comparativamente più rappresentative, affermando, in sintesi, non che i Ccnl siglati da Associazioni comparativamente maggiormente rappresentative siano da osservarsi in toto anche dai non iscritti, bensì che solo i trattamenti economici complessivi minimi lo debbano essere, perché integranti la retribuzione proporzionata e sufficiente di cui all’art. 36. La circolare 7/2019 rappresenta per noi una vittoria fondamentale e, seppur abbia gettato nel panico territori e aziende che applicano i nostri contratti nonostante la piena legittimità limitandone l’attività e la nostra operatività, diventa un nuovo punto da cui ripartire.
Perché per un’impresa è conveniente poter sottoscrivere un vostro Ccnl?
Il principio alla base è sempre il medesimo: la libertà di poter operare, nel rispetto della legge, secondo quanto l’imprenditore ritiene più opportuno. Detto questo, dall’applicazione dei nostri Ccnl le imprese hanno dei vantaggi, a partire dai servizi offerti dal nostro sistema della bilaterialità Ebiten (Ente bilaterale) e Formazienda (Fondo paritetico per la formazione continua), efficienti ed efficaci, studiati e organizzati per aiutare la crescita e l’aggiornamento delle imprese.
Le aziende che si rivolgono a Sistema Impresa possono decidere di sottoscrivere Ccnl di secondo livello che, di norma, non hanno limite di numeri di dipendenti e che quindi possono essere sottoscritti anche da micro e piccole imprese, target medio dei nostri associati oltre che, naturalmente, la fetta più consistente del tessuto economico italiano. La contrattazione di prossimità permette loro di fruire di benefici normativi, contributivi e fiscali derivanti sia dalla previsione di premi di produzione, dall’applicazione di piani di welfare e dalla formazione 4.0, per citarne solo alcuni.
Per cercare di limitare i costi delle imprese aderenti, abbiamo rinunciato a trattenute di natura contrattuale; abbiamo individuato Ebiten come ente bilaterale di tutti i Ccnl sottoscritti per evitare altre spese da imputare a ulteriori organi; cerchiamo di mantenere bassi i costi di gestione in modo da fornire più servizi alle imprese anche in una logica mutualistica; infine abbiamo puntato su strumenti di flessibilità in entrata e in uscita del mondo del lavoro.
Quali sono gli obiettivi futuri di Sistema Impresa?
Sistema Impresa vuole rafforzare la tutela sindacale nei confronti delle imprese e di tutte quelle Federazioni di settore, aderenti al nostro sistema associativo, che hanno la necessità di dare risposte concrete ai vari comparti che rappresentano. Dal punto di vista contrattuale vorremmo aprirci a nuove federazioni per sottoscrivere contratti di settore che siano realmente in grado di creare adeguate condizioni ai dipendenti e opportunità di sviluppo efficaci alle imprese.
Il primo obiettivo risiede dunque nella “potabilità” dei nostri Ccnl nel pieno rispetto di quanto previsto dalla legge. Per garantire contratti al passo con i tempi e adeguati agli sviluppi normativi intendiamo dare enfasi alle collaborazioni, già in essere, con istituti pubblici come il Cnel, privati come Ipsoa e con le principali software house italiane. La contrattazione è in continua evoluzione, è una materia viva che deve poter abbracciare il futuro e, al contempo, inglobare quegli aspetti tecnici garanzia di progresso per le imprese. In quest’ottica, riteniamo di poter contribuire alla crescita del sistema produttivo italiano e allo sviluppo socio economico del nostro Paese.