Scrittore tra i più autorevoli del dopoguerra, Primo Levi ha lavorato tutta la vita come chimico.
In “La Chiave a Stella”, si trova in Russia per uno dei suoi viaggi di lavoro e alla mensa della fabbrica incontra il connazionale Libertino Faussone che ogni sera gli racconta la sua vita da operaio specializzato che, grazie alle sue abilità tecniche, si sposta da un paese all’altro per seguire progetti complicati e difficili. In ogni nuovo cantiere dove si sposta porta con sé la sua chiave a stella, inseparabile strumento di ogni montatore, con cui affronta macchinari, gru, escavatrici.
Il libro racconta di persone che credono fortemente nel valore delle proprie competenze e che riconoscono l’importanza di saper fare bene il proprio lavoro. Tra le righe di questo libro emerge la convinzione che il lavoro contribuisca a creare la propria identità e sia essenziale per acquisire indipendenza e fiducia in se stessi.
La citazione
“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.”
Perché leggerlo
Per ascoltare i viaggi dell’operaio Faussone tra Alaska, Africa e Russia, e per riflettere sull’importanza che hanno le competenze per svolgere bene il proprio lavoro.
Titolo La chiave a stella
Autore Primo Levi
Editore Einaudi, 1978
Argomento Romanzo