Le ragazze studiano di più e con risultati migliori dei loro coetanei maschi. Il nostro sistema educativo è nelle mani delle donne: sono l’82% degli insegnanti, il 69% dei dirigenti scolastici e il 69% del personale non docente
Le donne studiano più degli uomini. Le donne laureate in Italia sono 4.277.599, pari al 56% degli oltre 7,6 milioni di laureati. E sono in crescita: negli ultimi cinque anni sono aumentate del 22,7%, più dei maschi (+16,8%). Nel 2018 hanno conseguito una laurea 183.096 donne, il 57,1% del totale dei laureati. Nello stesso anno risultano iscritte all’università 938.816 studentesse, che rappresentano il 55,4% degli iscritti. Le donne sono la maggioranza anche negli studi post-laurea: sono il 59,3% degli iscritti a un dottorato di ricerca, un corso di specializzazione o un master.
E ottengono risultati più brillanti in tutti i cicli scolastici. Alle scuole medie il 5,5% delle ragazze si licenzia con 10 e lode contro il 2,5% dei ragazzi. Il voto medio di diploma è 79/100 per le femmine e 76/100 per i maschi. All’università il 55,5% delle studentesse si laurea in corso, contro un numero più basso (il 50,9%) degli studenti maschi. Il 24,9% delle femmine si laurea con 110 e lode, contro il 19,6% dei maschi. E il voto medio conseguito alla laurea è pari a 103,7 per le donne e a 101,9 per i maschi.
I licei sono la scelta primaria
Diversi gli orientamenti nei percorsi di studio. Nel corrente anno scolastico le ragazze sono il 48,5% del totale degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori, ma sono il 60,5% nei licei, il 42,8% negli istituti professionali e il 30% negli istituti tecnici. Le studentesse rappresentano la maggioranza degli iscritti al primo anno in tutti gli indirizzi liceali, con esclusione di quello scientifico.
Nei licei delle scienze umane le ragazze sono l’88,6% degli studenti, nei linguistici il 78,3%, al liceo classico il 70,1% e al liceo artistico il 70%. All’università i gruppi disciplinari a più alto tasso di femminilizzazione sono Insegnamento (con il 91,8% di studentesse sul totale), Linguistico (81,6%) e Psicologico (77,6%). Sul versante opposto, la partecipazione femminile è particolarmente bassa a Informatica e Tecnologie Ict (13%), Ingegneria Industriale e dell’Informazione (22%), Scienze Motorie e Sportive (28,8%).
Il sistema educativo nelle mani delle donne. Nel 2018 le docenti impegnate nelle scuole pubbliche italiane, tra titolari, supplenti e insegnanti di sostegno, erano 712.527, pari all’81,7% del totale. È interamente appannaggio delle donne l’educazione nella scuola dell’infanzia, dove sono il 99,3% dei docenti, e nella primaria, dove sono il 96,1%, mentre scendono al 77,2% nella scuola secondaria di primo grado e al 65% nella secondaria di secondo grado.
Alle docenti vanno aggiunte le 144.128 donne impiegate in qualità di collaboratrici scolastiche o con funzioni amministrative, che rappresentano il 68,9% del totale del personale Ata. Prevalgono le quote rosa anche tra i dirigenti scolastici, nel 69% dei casi donne, contro una media dei Paesi Ocse del 47%. Unica eccezione è il mondo dell’università, dove le donne docenti e ricercatrici sono 27.677, cioè solo il 40,5% del totale.
Il progetto Respect
Questi sono alcuni dei risultati del progetto Respect-Stop Violence Against Women, realizzato dal Censis con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si propone di stimolare una riflessione collettiva sul valore sociale della donna per promuovere un cambiamento nei comportamenti che sono alla radice della discriminazione e della violenza di genere.