Buone prassi per le imprese del terziario

Ebiten Lombardia ha siglato un accordo con Ats Val Padana e Inail Mantova - Cremona per un progetto territoriale finalizzato a diffondere la salute e la sicurezza nel settore terziario. «Occorre rafforzare la cultura della prevenzione. Ogni azienda avrà il suo “modello” da seguire».

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lavoratori in cantiere con casco di sicurezza

di Alice Chiarone |

Sono diminuite dello 0.4% le denunce di infortunio presentate all’Inail entro lo scorso mese di agosto.

A livello nazionale sono state lo 0.4% in meno rispetto ai primi otto mesi del 2018 mentre si è registrato un incremento del 4,6%, di quelli “in itinere”, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro. A livello territoriale l’analisi evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest (-0,5%) e nel Nord-Est (-0,7%). Dati non del tutto confortanti se pensiamo che nel Report Inail 2018, gli infortuni mortali sul lavoro risultavano in aumento del 5.9% sul 2017.

“C’è ancora molto da fare in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” spiega Alberto Bertolotti, presidente di Ebiten Lombardia. “L’attenzione deve focalizzarsi sulla diffusione delle buone prassi e sulla promozione della cultura nelle aziende” sottolinea Bertolotti, che a fine ottobre ha siglato con Inail Mantova – CremonaAts della Val Padana l’accordo per il “Progetto pilota per l’individuazione e diffusione delle buone prassi in materia di salute e sicurezza del lavoro nel settore terziario”.

I professionisti della sicurezza

Ebiten Lombardia, organismo bilaterale delle parti sociali Sistema ImpresaConfsalFesica e Fisals, ha promosso questo progetto al fine di definire una serie di modalità da adottare per migliorare le procedure nelle imprese che in maniera volontaria decidono di sperimentarlo.

“Ancora troppo spesso” continua Bertolotti “nelle piccole realtà imprenditoriali viene sottostimata la valutazione dei rischi e la formazione in materia di sicurezza. Lo si considera un mero adempimento burocratico. Il lavoratore spesso non ha una chiara percezione del rischio aderente alla realtà in cui vive e opera e gli stessi datori di lavoro non pretendono, come dovrebbero, dai propri dipendenti il rispetto completo di tutte le norme di sicurezza. Se da un lato questo atteggiamento palesa un gap professionale tutto italiano di natura culturale, dall’altro va sottolineata la difficoltà economica con la quale molte micro e piccole imprese faticano a stare sul mercato: se le risorse scarseggiano gli imprenditori tendono a ridurre le spese, magari legate proprio all’attività di prevenzione.

Anche in questo caso possiamo parlare di gap culturale proprio perché molti non sanno che, rivolgendosi agli attori adatti, gli enti bilaterali ad esempio, si avrebbero risparmi consistenti. Ebiten ha un repertorio di Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale che mette a disposizione delle imprese che non riescono a definire un responsabile della sicurezza interno, obbligatorio per legge. Avvalersi di ‘professionisti’ per rappresentare i lavoratori sul tema sicurezza in azienda significa per i dipendenti ‘risparmio’ in termini di tempo e per i datori di lavoro “guadagno” in termini di competitività e prestigio aziendale”.

“La salute e la sicurezza sul lavoro sono diritti della persona” commenta Angelo Cassani, vice presidente di Ebiten Lombardia. ”Diritti che valgono per tutte le professioni e per ogni settore. Il solo approfondimento sul tema non basta, occorre intervenire concretamente per diffondere una vera e propria cultura della sicurezza e divulgare esempi di buone prassi da applicare nelle imprese, per tutelare correttamente i lavoratori. Il progetto di Ebiten Lombardia, Ats Val Padana e Inail Mantova Cremona, va proprio in questa direzione con il duplice obiettivo di fornire modelli pratici da applicare e di monitorare l’adeguamento, e relativi benefici, di azienda e dipendenti”.

La divulgazione delle buone prassi

E continua Bertolotti: “Il progetto territoriale siglato con Ats Val Padana e Inail Mantova – Cremona vuole proprio promuovere la figura professionale dell’Rlst, un esperto in materia di prevenzione, protezione, salute e sicurezza sul lavoro, capace di adempiere agli obblighi prescritti dalla legge. Le aziende interessate, infatti, possono testare con mano la qualità di un servizio che ha lo scopo di diffondere una migliore cultura e gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ebiten Lombardia mette a disposizione il suo repertorio di rappresentanti della sicurezza per implementare, valutare e monitorare le buone prassi aziendali con l’obiettivo di aiutare gli imprenditori a rispettare una normativa che molto spesso ai loro occhi risulta ostica e complessa. Nel contempo il progetto sviluppa una maggiore consapevolezza dei lavoratori in merito al tema della prevenzione”.

Il progetto nello specifico funziona in questo modo: l’Rlst si reca direttamente nelle imprese disponibili a “perfezionare” le loro prassi, effettua un’analisi dei sistemi adottati in azienda ed elabora i dati rilevati per procedere alla definizione di un manuale di buone prassi. In una seconda fase gli Rlst tornano in azienda e formano i lavoratori trasferendo loro i risultati dell’analisi e le indicazioni operative per l’adeguamento organizzativo e strutturale. Per concludere il lavoro viene eseguita una fase di monitoraggio e valutazione dell’operato post applicazione manuale buone prassi.

“Come si evince dal progetto” conclude Bertolotti “ciò che sta a cuore a Ebiten Lombardia è prima di tutto la massima divulgazione delle norme e delle buone prassi in materia di salute e sicurezza. Mettere le imprese nella condizione di adempiere la normativa e accrescere la consapevolezza nei lavoratori dell’importanza del tema è la nostra mission ed è fondamentale anche per determinare la crescita delle imprese e del sistema produttivo lombardo”.

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