Si chiama “Insieme ripartiamo” l’intervento a favore delle imprese aderenti.
La formazione è un’arma decisiva per innovare processi e prodotti, e riagganciare così la ripresa economica. Con l’Avviso 1/2019 Fondirigenti, il Fondo promosso da Confindustria e Federmanager per la formazione dei dirigenti, ha approvato ben 1092 piani formativi proposti dalle aziende aderenti, per un importo complessivo di 15 milioni e 300 mila euro.
Più di mille progetti approvati
Dei 1092 progetti approvati, 955 sono giunti da aziende del Centro-Nord e 137 da imprese meridionali. La Commissione che doveva selezionarli si è trovata un numero maggiore (1.512) di richieste rispetto al preventivato, molte delle quali assai valide dal punto di vista qualitativo. Il Consiglio di amministrazione di Fondirigenti ha deciso allora di raddoppiare lo stanziamento inizialmente previsto, raggiungendo oltre quota 15 milioni di euro, forte del principio, già in precedenza acquisito, del positivo trascinamento che la formazione porta con sé, quanto a investimenti aggiuntivi delle aziende. E’ stato calcolato, ad esempio, che 1 euro investito dal Fondo in formazione dei dirigenti sulla digitalizzazione, contribuisce a generare ben 9 euro di domanda di formazione manageriale espressa dalle imprese.
Al Mezzogiorno sono stati tassativamente riservati 2 milioni di euro che hanno finanziato tutti i progetti presentati dalle imprese meridionali, che mediamente hanno maggior bisogno di formazione.
Formare a distanza: un passo verso il cambiamento
L’emergenza Covid avrebbe potuto ritardare la partenza dei progetti formativi in aula. Così si è deciso che, chi non voglia attendere oltre, possa godere subito in modalità digitale della formazione. Aggiunge un significativo particolare tecnico Costanza Patti, che di Fondirigenti è il direttore generale: “Per agevolare le imprese abbiamo anche stabilito di estendere di sei mesi il periodo accordato per lo svolgimento e la rendicontazione dei corsi. Una decisione indotta dalla comprensione di quanto sia delicato il momento che sta attraversando il nostro Paese e, dall’altra parte, di quanto sia rilevante la posta in gioco dal punto di vista formativo”.
“E’ assolutamente necessario che anche nell’immediato futuro ci giungano le risorse necessarie per alimentare questa leva formativa – afferma Carlo Poledrini, presidente di Fondirigenti – L’emergenza non deve penalizzare l’investimento nell’alta formazione, indispensabile per sostenere il sistema produttivo e per rispondere alla domanda di figure manageriali appropriate per la ripresa economica”. “Dobbiamo tutti essere convinti di quanto sia importante innovare – continua Poledrini – e investire incessantemente in conoscenza e competenza dei dirigenti, per supportare tempestivamente la ripartenza, con una particolare attenzione al Sud, che deve colmare il gap di competitività e innovazione rispetto al resto del Paese”.
Numerosi i temi innovati proposti
Progetti di grande interesse, presentati da imprese dei più diversi comparti, ripartizioni territoriali e dimensioni. Alcuni puntano sull’economia green. Un’azienda campana, ad esempio, è impegnata a sviluppare un tipo di poltrone e interni aeronautici per i veicoli dell’aviazione commerciale, totalmente innovativo: il prodotto dovrà essere a basso impatto ambientale, efficiente quanto a costi e progettato per non giungere mai alla fine del loro ciclo vitale, quindi con materiali e componenti riciclabili.
Una grande impresa della telefonia punta “sull’innovazione radicale” e a questo fine vuole preparare i suoi manager: non basta più assecondare semplicemente gli attuali bisogni degli utenti, bisogna invece anticiparli, crearne di nuovi: per esempio immaginando un modo senza precedenti di muoversi con un veicolo, con tecnologie di comunicazione interconnesse e nella massima sicurezza.
Tra i progetti presentati, figura quello dell’azienda editoriale che vuole reagire alla crisi implementando lo “smart working”: questa modalità consentirà fra l’altro di ridurre gli spazi dedicati, riorganizzando il lavoro delle redazioni, in modo da non sacrificare la qualità. Un importante teatro del Nord, invece, nel periodo pre-Covid era riuscito ad aumentare il fatturato del 25 per cento e ora guarda al futuro e alla riconquista del terreno inevitabilmente perduto, profilando quella parte del pubblico, il 63 per cento, che non è abbonato e di cui quindi meno conosce i gusti.