Come organizzare lo spazio di lavoro nel rispetto delle distanze stabilite per evitare nuovi contagi da Covid-19? E quali sono le conseguenze di queste modifiche sui modi e i tempi del lavoro?
Cushman & Wakefield, una grande società americana operante nel mercato immobiliare mondiale, ha ideato il 6 Feet office, l’ufficio da 1,8 metri, seguendo un concetto di riprogettazione dell’area di lavoro che si è basata su sei elementi: un’analisi dell’ambiente, regole di condotta, indicatori visuali che permettono percorsi sicuri, una postazione pulita e protetta, un controllo visivo effettuato da un apposito addetto, un certificato che conferma che sono state seguite regole sicure.
Spazi di lavoro da riorganizzare
L’idea portante è che sia mantenuta la distanza sociale di quasi due metri, qualsiasi operazione si compia. In pratica, si tratta di avere postazioni spaziate, sulle quali andrà messo un foglio di carta pulita, da cambiare ogni giorno, indicazioni per terra che mostrano le distanze e i percorsi e i punti in cui si può sostare. Le persone devono inoltre camminare tutte in direzione oraria, per evitare di incrociarsi.
Secondo Elena Granata, docente del Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano e Scuola di Economia Civile, oltre alle procedure e agli strumenti che possono essere concepiti, occorre sviluppare un approccio emotivo e culturale diverso per adattarsi alle regole imposte dal distanziamento sociale: “È necessario rivedere anche il concetto di alternanza tra i momenti di condivisione e quelli di isolamento e concentrazione sul luogo di lavoro. Non si tratta solo di un problema sanitario, ci sono aspetti emotivi da tenere in considerazione e l’aspetto emotivo è soggettivo: come aiutare i lavoratori a padroneggiare i timori rispetto a queste nuove modalità?”.