Nella nuova puntata di “Piccola industria, grande storia”, in occasione del 50esimo anniversario dalla firma dello Statuto dei Lavoratori, si celebra il ruolo fondamentale che il dialogo tra aziende e lavoratori ebbe nelle trasformazioni degli anni ’60 e ‘70.
Dopo aver approfondito il racconto del boom economico che ha visto come protagonisti il design e l’artigianato brianzolo-milanese, Assolombarda dedica la quinta puntata del proprio nuovo podcast “Piccola industria, grande storia”, già disponibile su “Genio & Impresa”, alle tappe che nel corso degli anni ’60 e ’70 hanno portato alle grandi evoluzioni e trasformazioni del mondo del lavoro e che hanno coinvolto milioni di persone in Lombardia e in Italia.
Verso un’ottica di lavoro più regolare ed equo
Se già nel ’63 Emanuele Dubini, presidente dell’Associazione Industriale Lombarda, anticipò le linee guida per la produttività delle piccole e grandi imprese italiane che in quel periodo storico dovettero sopravvivere e trasformarsi davanti a una capacità di acquisto eccessiva rispetto alla capacità produttiva del sistema economico stesso, le trattative e i dialoghi fra operai, sindacati e aziende tra la fine degli anni ’60 e gli inizi del decennio successivo portarono tutti gli attori coinvolti a ripensare nella sua totalità l’universo del lavoro nell’ottica di una più proficua ed equa collaborazione tra imprese e lavoratori. Processo che condusse poi alla firma dello Statuto dei Lavoratori, simbolo della voglia di libertà e di cambiamento degli italiani dopo i conflitti sociali e le lotte politiche del ’68.
Il “decretone Pirelli”, l’antenato dello Statuto dei Lavoratori
Infatti, mentre nei salotti della politica e dell’economia il dibattito sulla produzione vide la proposta di un mercato unico, di fusioni aziendali, di nuovi piani industriali e salariali fondati sull’egualitarismo, già nel marzo del ’69 Leopoldo Pirelli, amministratore delegato dell’omonima azienda, anticipò con una bozza di un provvedimento unilaterale quelle che sarebbero state le disposizioni e i principi alla base dello Statuto dei Lavoratori.
Il “decretone Pirelli”, infatti, ebbe come obiettivo una riduzione e una maggiore flessibilità degli orari di lavoro a parità di retribuzione, un miglioramento delle turnazioni e un incremento dell’occupazione grazie alla razionalizzazione della produzione, accogliendo così molte delle rivendicazioni operaie manifestate fino a quel momento nelle piazze italiane.
Dopo la strage di Piazza Fontana a Milano del dicembre 1969, il 20 maggio del 1970 venne infatti firmato e pubblicato lo Statuto dei Lavoratori, la legge 300, la fonte normativa più importante nell’ordinamento dopo la Costituzione, contenente le norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento.
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