Trarre il meglio dai gruppi di lavoro con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale

Per scoprire le potenzialità e migliorare il rendimento dei gruppi di lavoro, oltre a fare buon uso dell’intelligenza emotiva, può essere utile un simulatore di dinamiche relazionali.

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intelligenza artificiale

a cura di Giorgia Andrei |

Dalle massime di sportivi famosi al motto di squadra per eccellenza, “Uno per tutti, tutti per uno”, la convinzione che la forza del team sia nettamente maggiore della forza del singolo è piuttosto diffusa.

Per lo meno in linea teorica: nella pratica, infatti, non è così scontato che il lavoro in team dia i risultati sperati, perché non sempre un gruppo è una squadra e non sempre il lavorare in gruppo si traduce nel collaborare.

Massimiliano Ghini, Professore incaricato di Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane presso l’Università di Bologna e Docente di Comportamento Organizzativo presso Bologna Business School, spiega: “Anche in un team non possiamo considerare l’individuo solo nella sua componente razionale. Tanto la parte razionale del cervello quanto quella emotiva si muovono sul percepito e provocano una reazione chimica, quella che comunemente chiamiamo emozione”.

E l’emozione è, secondo la teoria dei neuroni specchio di Rizzolati, contagiosa: parlando di dinamiche interne a un team, non è, quindi, un luogo comune che un leader ansioso trasmetta ansia o che persone dall’attitudine positiva trasmettano positività.

Ghini si occupa da vent’anni di intelligenza emotiva, ossia della capacità dell’individuo di gestire e riconoscere le proprie emozioni e quelle altrui. Una capacità che, nel lavoro in team, è fondamentale ma che, da sola, potrebbe non bastare per ottenere la migliore performance possibile. Nel 2013, prendendo spunto da un lavoro di consulenza fatto per Google, Ghini e il suo team hanno realizzato uno strumento software che direttori HR e team leader possono usare per cercare di ottenere il meglio dai gruppi di lavoro: “Partendo dal modello di Tuckman, il più famoso modello elaborato sul Teamwork, abbinandovi il concetto di intelligenza emotiva e aggiungendo un algoritmo di Intelligenza Artificiale, abbiamo realizzato TeamX, Intelligence for Team Performance, un simulatore di dinamiche relazionali che rappresenta uno strumento di supporto per la leadership di un team”.

L’algoritmo di TeamX genera dei report elaborando le risposte che i membri del team danno a un questionario di sessanta domande, con un tempo di compilazione di circa dieci minuti. Riprendendo le fasi del modello di Tuckman – Forming, Storming, Norming, Performing – TeamX elabora quattro tipi di report: il FormReport, che contiene il brain profile del team, con una descrizione di preferenze, opportunità e rischi legati allo specifico profilo e alcune informazioni riguardo gli elementi di diversità nel team; lo StormReport, che si basa sulle risposte aperte delle persone sul tema della chiarezza dei ruoli all’interno del team; il NormReport, che, focalizzato sulle interazioni del team, riporta per ciascuna dinamica un’indicazione sulla percezione delle persone e rischi/opportunità associati alla specifica percezione; il PerformReport, che è dedicato a quattro indicatori di performance – velocità nella soluzione dei problemi, risultati, crescita professionale e fiducia – sui quali è possibile vedere il confronto tra la percezione del team e quella del cliente.

Lutilità di TeamX

Una testimonianza dell’utilità di TeamX arriva da Simone Pancaldi, della business unit GetConnected Agile Transformation, parte di Gruppo Euris: “Abbiamo deciso di adottare TeamX immediatamente dopo che ci era stato presentato una prima volta. Lavorando noi su metodologie (Agile -ITSM -DevOps) e su tool a supporto, quello che mancava era la parte ‘umana’, che grazie a TeamX riusciamo ora a completare”.

TeamX si è rivelato fondamentale, dice ancora Pancaldi, “per colmare il gap che di solito si creava tra la percezione di quanto fosse efficace il cambiamento e come venisse percepito dai membri del team. Avere un tool che ci permette di andare a raccogliere lo stato d’animo e il coinvolgimento dei membri del team è importante per avere la conferma della strada intrapresa o mettere in atto modifiche e miglioramenti seguendo gli insight forniti dai report di TeamX”.

“Attenzione a non pensare che l’algoritmo, da solo, possa bastare per fare rendere al meglio un gruppo di lavoro: l’intelligenza artificiale non sostituisce l’intelligenza del leader”, precisa Ghini. I report elaborati dall’algoritmo sono però utili a ragionare meglio sul da farsi, a prescindere, tra l’altro, dal tipo di team e dalla sua esperienza: il tool può essere usato tanto in team di persone che non hanno mai lavorato insieme, ad esempio in una start-up, dove l’efficacia del team è un punto di partenza imprescindibile per la riuscita del progetto, quanto in realtà consolidate, dove può essere utilizzato periodicamente, ogni tre mesi, ad esempio, per verificare l’allineamento ai risultati di business.

“Ricordate anche che l’efficacia di un simulatore di dinamiche relazionali è collegata all’interiorizzazione di una cultura del lavoro in team: per quanto sia intrigante avere a disposizione i dati, è necessario saperli leggere e dare seguito alle indicazioni che da essi si possono trarre”, conclude Ghini.

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