Le persone continuano a sognare il posto fisso e una casa di proprietà. I tempi in cui viviamo impongono però un certo grado di flessibilità e, dal punto di vista professionale, una formazione in continuo aggiornamento per seguire i cambiamenti tecnologici e le richieste del mercato.
Il disallineamento delle competenze, che ha origine nel sistema educativo ma che si dispiega in ambito lavorativo, minaccia la crescita della produttività globale. Il mondo del lavoro cambia troppo velocemente, le risorse umane hanno competenze che diventano obsolete nel giro di cinque anni e la richiesta di nuove professionalità da parte del mercato del lavoro resta spesso insoddisfatta.
Lo studio del Boston Consulting Group
A riportarlo è un recente studio del Boston Consulting Group, secondo cui la scuola continua a formare giovani che avranno competenze obsolete quando arriveranno sul mercato del lavoro, perché le richieste delle imprese nel frattempo saranno cambiate.
Si prevede che entro il 2022 il 27% delle posizioni lavorative disponibili sarà dedicato a ruoli che al momento non esistono. E proprio questo crea lo skill mismatch, ovvero una discrepanza tra le competenze richieste dalle aziende e quelle di cui sono in possesso i lavoratori. Un fenomeno che secondo il BCG riguarda 1,3 miliardi di persone al mondo e che porta a un forte impatto sul PIL (-6% di produttività nel 2016). Se da una parte le aziende faticano a trovare personale di cui hanno bisogno, dall’altra molti laureati, pur essendo in possesso di competenze specifiche, si ritrovano a svolgere mansioni di tutt’altro livello.
Le ripercussioni italiane del disallineamento delle competenze
L’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi UE. Secondo un report di Action Institute la disoccupazione giovanile è oltre il 30%, mancano competenze IT, linguistiche e anche i laureati, e nel settore ICT c’è un gap tra domanda e offerta del 18%. Per favorire l’allineamento fra percorso di studi e richiesta del mercato, Assindustria Venetocentro propone ai genitori del ragazzi di seconda e terza media un incontro per accompagnarli alla scelta consapevole del percorso di studi, coadiuvati da un team di psicologi del lavoro, imprenditori ed economisti.
Nei prossimi anni nasceranno nuove figure professionali. Tecnologia, digitale e automazione favoriranno nuove professioni a discapito dei posti di lavoro tradizionali.
Secondo il dossier 2020 di Unioncamere e Anpal saranno 2,2 milioni i posti di lavoro con nuove competenze e il 75% (circa 1.036mila, + 7%) delle aziende metterà in campo azioni di reskilling del proprio personale, conseguenza anche delle sfide imposte dalla pandemia in corso che ha accelerato il processo di digitalizzazione: una nuova organizzazione del lavoro e delle relazioni con clienti e fornitori, reti digitali integrate favorite anche da una maggiore diffusione del cloud, internet ad alta velocità e tecnologie IoT, utilizzo dei Big Data, Digital marketing e una più avanzata personalizzazione di prodotti e servizi.