Le Professioni italiane chiedono ai componenti della Commissione Giustizia del Senato un appoggio bipartisan sulla concessione della sede deliberante per approvare subito il disegno di legge n. 1474
“Il momento storico che viviamo, con migliaia di professionisti vittime del Covid-19, impone una veloce approvazione del disegno di legge sulla malattia e gli infortuni dei professionisti. In modo da dare una risposta concreta a quanti ogni giorno si adoperano per tutelare imprese e cittadini coinvolti, anche loro, in una crisi sanitaria ed economica senza precedenti”.
Urge un disegno di leggere per la malattia dei professionisti
Così il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete delle Professioni Tecniche, per voce di Marina Calderone e Armando Zambrano, a nome dei Consigli Nazionali degli Ordini e dei Collegi ai quali sono iscritti oltre due milioni di lavoratori intellettuali, intervengono per sostenere con forza l’approvazione in sede deliberante del ddl n. 1474 in Commissione Giustizia del Senato. Ad appoggiare la deroga all’iter legislativo tradizionale era stata la presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati, riconoscendo al provvedimento la necessità di una corsia privilegiata in forza dell’attuale situazione emergenziale.
“Secondo quanto abbiamo appreso”, continuano Calderone e Zambrano, “sulla deliberante non ci sarebbe un appoggio unanime e ciò rischia di far allungare i tempi su una legge attesa da tanto tempo e oggi non più rinviabile”.
L’attuazione deve essere immediata
Il CUP e la Rete, pertanto, chiedono a tutte le forze politiche un appoggio bipartisan sull’iter veloce per un provvedimento che non comporta alcun impegno economico per l’erario, ma solo lo slittamento automatico degli adempimenti per i contribuenti in caso di malattia o infortunio del loro professionista.
“Si tratta di dare un segnale”, concludono la presidente del CUP e il coordinatore della Rete, “ad una componente economica e sociale che in questi mesi ha dato un contributo fondamentale a tutti i livelli nella gestione della pandemia e che oggi non merita di essere mortificata con un rinvio di una legge necessaria”.