Un seminario che premia la forza delle donne

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Nel 2020, abbiamo assistito alla forza della leadership femminile durante la crisi Covid. Le donne hanno mostrato approcci innovativi dal livello locale a quello nazionale. Le donne lavoratrici sono spesso state in prima linea contribuendo a ridurre gli effetti del COVID-19;  non solo, la stragrande maggioranza dei gruppi di ricerca che lavorano sulla vaccinazione è stata guidata da donne.

Nonostante tutti gli sforzi messi in campo e il loro ruolo di leadership, le donne subiscono gli effetti più a lungo termine della pandemia per quanto riguarda l’equilibrio tra vita professionale e personale e la indipendenza economica. Su entrambi questi fronti possono essere costrette a compiere scelte difficili passando a un lavoro non retribuito o direttamente al licenziamento.

Il Servizio stampa del Parlamento europeo ha organizzato il seminario online “International Women’s Day Women’s leadership in the fight against COVID-19” mercoledì, 3 marzo.

Un appuntamento ricco di interventi

09:30 Accoglienza

09:35 Le priorità del Parlamento europeo sulla parità di genere
Evelyn REGNER (S&D, AT), deputata del Parlamento europeo, presidente della commissione FEMM
Q&A

09:55 Scienziate che guidano la ricerca sul COVID-19
– Prof.ssa Katalin KARIKÓ, ricercatrice e vicepresidente di BioNTech RNA Pharmaceuticals
– Dott.ssa Maria Rosaria CAPOBIANCHI, ricercatrice e responsabile del Laboratorio di Virologia di Lazzaro Spallanzani
Susana SOLÍS PÉREZ (Renew, ES), membro del Parlamento europeo, relatrice sulla promozione dell’uguaglianza di genere nell’istruzione e nelle carriere di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) (commissione FEMM)
Q&A

10:40 Introduzione alla leadership delle donne nella lotta contro il COVID-19
Avivah WITTENBERG-COX, CEO di 20-first (studio)
Q&A

11:00 Donne in prima linea per proteggere la società
Alda DALLA VALLE, capo infermiera del servizio di emergenza di Epicura Hornu e presidente della FNIB (Fédération Nationale des Infirmières en Belgique)
Maria del Mar AMOEDO, membro di ‘Somos Tribu VK’, piattaforma premiata con il Premio del cittadino europeo 2020 in Spagna
Frances FITZGERALD (PPE, Irlanda), membro del Parlamento europeo, relatrice sulla prospettiva di genere nella crisi da COVID-19 e nel periodo post-crisi (commissione FEMM)

Donne di scienza

La dott.ssa Katalin Karikó è una biochimica ungherese che lavora da 40 anni allo sviluppo di progressi chiave per il funzionamento degli attuali vaccini, in particolare sull’mRNA, lavorando anche insieme a Kathrin Jensen. Karikó e Jensen hanno deciso di collaborare all’uso dell’mRNA guidando il team di ricerca e sviluppo di vaccinazioni in BioNtech e Pfizer.

La dott.sa Maria Rosaria Capobianchi ha guidato un team di ricercatori in Italia che sono stati in grado di isolare per la prima volta il virus COVID-19.

Molte altre donne sono state il fulcro della ricerca all’interno di altre società farmaceutiche in tutto il mondo: Sara Gilbert, a capo della ricerca di Oxford. Nita Pavel ha guidato la squadra di Novavax, una “squadra tutta al femminile”. Edith Heard, Direttrice generale del Laboratorio europeo di scienze biologiche molecolari (EMBL), si è occupata delle principali attività relative al COVID-19 dell’EMBL, in particolare introducendo l’accesso al portale dati del COVID-19 dell’EMBL. Lisa A. Jackson dell’Università di Washington ha guidato la prima fase del processo di Moderna e Kizzmekia Colbert ha guidato il team scientifico del governo degli Stati Uniti che gestisce la ricerca di Moderna. In Cina, troviamo Chen Wei come massima responsabile del contrasto alla pandemia dopo che la sua ricerca ha salvato migliaia di vite durante l’epidemia di SARS nel 2003.

Per non parlare della storia, dove le donne sono sempre state determinanti per il progresso della vaccinazione, a partire da Lady Mary Wortley Montagu (1689 – 1762), la patologa Anna Wessels Williams (fine XIX secolo) e le tre scienziate che hanno prodotto i primi vaccini negli Stati Uniti contro la pertosse tra il 1930 e il 1940: Grace Eldering, Pearl Kendrick e Loney Gordon. E ci sono molti altri esempi: Margaret Pittman, Rachel Schneerson, Isabel Morgan, Leone Farrell, Dorothy Horstmann, Anne Szarewski, Ruth Bishop…

Allora, perché sono poche le giovani donne che scelgono di seguire percorsi di carriera scientifica? Le disparità di genere nella scienza devono essere affrontate con nuove politiche e iniziative concrete. Il Parlamento europeo discuterà in commissione FEMM alla fine del mese un rapporto per incoraggiare le giovani a intraprendere percorsi di studio nell’area STEM.

Sapersi prendere cura degli altri

La crisi da COVID-19 ha portato alla luce anche il ruolo cruciale dell’assistenza di cura alla persona, mansione che è prevalentemente svolta dalle donne, sia come operatrici sanitarie in prima linea, sia come fornitrici di assistenza domestica all’interno delle famiglie. La pandemia potrebbe rappresentare un’opportunità per dare all’assistenza sociale una considerazione diversa nelle priorità dell’agenda per lo sviluppo a livello mondiale.

Inoltre, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS 2019): “Sebbene siano in prima linea nella risposta al COVID-19, rappresentando 96 milioni o il 70,4% della forza lavoro totale nei settori della salute e dell’assistenza sociale, le lavoratrici sanitarie devono affrontare discriminazioni e svantaggi, anche salariali, a causa delle strutture gerarchiche e degli stereotipi di genere che danno forma alla segregazione professionale”.

È dunque necessario adottare misure per ridurre al minimo l’impatto della differenza di genere dovuto a questo tipo di epidemie, ma anche imparare dalle testimonianze delle donne in prima linea nella risposta alla pandemia. Il pieno recepimento e l’attuazione della direttiva sull’equilibrio tra vita privata e lavoro da parte degli Stati membri potrebbe essere un primo passo per migliorare la condizione delle donne.


Per ricevere il link e partecipare a questo seminario, vi preghiamo di comunicarci i vostri dati (nome cognome, testata, cellulare e email) alla mail: santina.romei@ep.europa.eu

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