“Per la Costituzione la salute è un diritto fondamentale degli individui. Anche quella dei professionisti che nell’anno della pandemia non sono stati risparmiati dalle conseguenze peggiori del contagio da Covid-19. Pertanto, una legge che rinvia i termini degli adempimenti in caso di malattia non può essere accantonata perché ritenuta causa di ipotetico mancato gettito per le finanze dello Stato. Gli iscritti agli ordini meriterebbero ben altra considerazione per avere garantito all’erario, comunque, l’atteso gettito fiscale”.
Così Marina Calderone, Presidente del Comitato Unitario delle Professioni, commenta la notizia del parere negativo della Ragioneria dello Stato al Ddl n. 1474 sul differimento dei termini relativi agli adempimenti in caso di malattia del professionista. Per l’organo di controllo del Ministero dell’Economia il disegno di legge – che ha comunque trovato l’appoggio da parte di tutte le forze politiche – è privo di copertura finanziaria e pertanto non dovrebbe proseguire il suo iter legislativo.
“Nella realtà dei fatti”, fa notare la Presidente Calderone, “è stato proprio grazie alla capacità dei professionisti di organizzarsi all’interno del proprio studio o con l’aiuto di colleghi che la macchina amministrativa ha funzionato regolarmente. Questa legge”, aggiunge, “è un provvedimento necessario per riconoscere al professionista quanto assicurato normalmente ai lavoratori dipendenti che, quando si ammalano, non devono preoccuparsi di eventuali conseguenze sanzionatorie per la loro assenza dal posto di lavoro. Confido che in Parlamento si possa trovare comunque una soluzione affinché il Ddl concluda il suo iter”, spiega infine la Presidente del CUP.