Abbiamo chiesto ad alcuni Consulenti del Lavoro qual è il loro rapporto con la formazione e come affrontano il cambiamento, affinché anche le criticità possano essere trasformate in opportunità.
Ferdinando Butto: è importante fare rete
Ferdinando Butto, Presidente dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro di Varese, è consulente del lavoro dal 1998. Nella sua esperienza, gli studi gli hanno fornito le basi della professione, ma per approfondire competenze e conoscenze gli è stata utile soprattutto la formazione sul campo: “Il praticantato è il primo passo per formarsi, ma poi occorrono anni di esperienza per riuscire ad avere una padronanza delle materie trattate e dei molteplici adempimenti ai quali dobbiamo ottemperare, vista la continua evoluzione della normativa”.
Il suo Studio a Busto Arsizio (VA) si occupa di consulenza del lavoro, incluse le vertenze sindacali e i contenziosi amministrativi e, da qualche mese, ha attivato un dipartimento legale specializzato in materia di lavoro.
“Penso che un consulente del lavoro, nell’ambito delle proprie conoscenze e competenze, debba ampliare il suo raggio d’azione: non si può essere ‘tuttologi’, ma è certo che in futuro non si potrà vivere solo di cedolini”. Butto sottolinea poi come sia importante agire anche sul lato delle aziende, che vanno “educate affinché capiscano il vero valore e l’importanza di temi come il welfare, la formazione, la selezione del personale ecc.”, e come sia utile fare rete con i professionisti del settore e con le aziende stesse, in modo da “erogare più servizi possibili”.
Anche il digitale secondo Butto è un’opportunità: “È ormai fondamentale per la nostra attività. Con esso ho un ottimo rapporto, perché sono sempre alla ricerca di soluzioni innovative. Ricordiamoci, però, che anche il sistema più avanzato è comandato e diretto dall’individuo”.
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