Abbiamo chiesto ad alcuni Consulenti del Lavoro qual è il loro rapporto con la formazione e come affrontano il cambiamento, affinché anche le criticità possano essere trasformate in opportunità.
Matteo Dell’Era: specializzazione e digitalizzazione
“Chi non si forma si ferma: me lo ripeteva spesso mio padre e credo sia un concetto, anche molto semplice e diretto, che rappresenta l’essenza di cosa deve essere un libero professionista, ossia un eterno discente pronto a seguire tramite la formazione continua e sempre più specialistica l’evoluzione della società, delle aziende e dei loro sempre mutevoli bisogni”.
Così Matteo Dell’Era, Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Lecco, va dritto al punto di quello che a suo avviso la formazione rappresenta per il consulente del lavoro, una professione per la quale, come lui stesso dice, “solo recentemente sono stati creati percorsi universitari di laurea triennale dedicati”. Laureato in Economia e Commercio, indirizzo giuridico, dopo il praticantato e l’esame di Stato, ha proseguito l’attività nello studio di famiglia, nato nel 1968 e fin da allora specializzato nelle tematiche inerenti consulenza del lavoro e gestione delle risorse umane.
“Più recentemente abbiamo scelto di specializzarci ancora di più, sempre nell’ambito della gestione delle risorse umane, offrendo servizi sempre più vicini alle nuove esigenze aziendali in materia di welfare aziendale, consulenza previdenziale, asseverazione contributiva, assistenza in piani di Smart Working, assistenza in contenzioso amministrativo in ambito giuslavoristico e di verifica assicurativa in materia Inail”.
Altro pilastro sul quale punta Dell’Era è il digitale: proprio in questo difficile 2020 lo Studio ha investito in nuovi sistemi hardware e software, server e rete. “Il digitale è semplicemente e drammaticamente il futuro; semplicemente, perché ogni ambito lavorativo sarà sempre più invaso dai sistemi digitali, che hanno l’effetto di semplificare, velocizzare e rendere più efficienti i processi, e drammaticamente, perché questi riducono sì la necessità dell’intervento umano, ma richiedono ai lavoratori elevate competenze, sia di base che specifiche, e le aziende rischiano, se non saranno in grado di formare e riqualificare lavoratori, di non trovare risorse umane adeguate a gestirlo. E per i lavoratori il rischio è di trovarsi fuori dal mercato: per questo la formazione svolgerà un ruolo fondamentale”.
Potrebbe interessarti anche:
Gli esami non finiscono mai