Le conseguenze dalla pandemia sulle modalità di lavoro

0
193
lavoro

Con l’obiettivo di capire come sia cambiato il mondo di lavorare e come le persone abbiano reagito alla pandemia, Glickon, azienda italiana specializzata in People Experience e Analytics dedicate alle risorse umane e al management, ha realizzato una ricerca dedicata al lavoro.

Il sondaggio si è concentrato sulla città di Milano e ha preso in considerazione diversi aspetti e indicatori legati al lavoro: mobilità, benessere, relazione.

Ecco i principali risultati: 

Mobilità
Con l’arrivo della pandemia, il lavoro da casa è diventato una prassi consolidata. Ma quante persone hanno modificato le proprie abitudini ricorrendo costantemente allo smartworking e quante, invece, ancora si spostano per andare in ufficio?

Dalla survey emerge che il 37% degli intervistati lavora sempre da remoto, ma anche che il 30% dei milanesi si reca in ufficio dalle tre alle cinque volte a settimana. Di questi, il 39% utilizza i mezzi pubblici per raggiungere il luogo di lavoro (soprattutto tra i residenti in città). Tra coloro che vengono da fuori Milano, il 56% impiega oltre quaranta minuti per arrivare in ufficio e, complessivamente, il 50% dei non residenti sceglie l’auto.

Tra coloro che abitano lontano al proprio luogo di lavoro e che impiegano oltre quaranta minuti per raggiungerlo, il 46% dichiara di lavorare meglio ora che può farlo sempre da casa, e solo il 9% preferirebbe recarsi in ufficio. Al contrario, coloro che hanno l’ufficio a 10 minuti da casa dichiarano di lavorare peggio nel 42% dei casi e di preferire quindi il lavoro in presenza, e solo nel 21% di stare meglio.

Benessere
Il 51% degli intervistati dichiara di aver sofferto d’ansia nell’ultimo anno, soprattutto nei segmenti dei 18-30enni e dei 50-60enni. L’equilibrio tra lavoro e vita privata è peggiorato per il 49% dei lavoratori milanesi. La fascia di età a risentirne di meno emerge essere quella dei 40-50enni, che per l’80% dichiarano di godere di un miglior work-life balance. Complessivamente tuttavia, solo per il 29% degli intervistati la situazione appare essere migliorata.

Il 49% del campione soffre maggiormente di ansia rispetto a prima e solo il 9% dichiara di sentirsi meglio e soffrirne di meno. Tra coloro che vedono peggiorate le proprie condizioni di ansia e stress, il 52% è uomo, soprattutto tra i 50 e i 60 anni, segmento di età nel quale la stragrande maggioranza afferma di patire psicologicamente il lavoro in era Covid. Anche per il 50% dei 18-30enni la situazione attuale genera angoscia.

Meglio lavorare da casa o in ufficio? Il 64% degli intervistati afferma di preferire il lavoro in presenza e sentire la mancanza dell’ufficio. La percentuale decresce solo nel segmento dei lavoratori che hanno tra i 40 e i 50 anni, mentre aumenta tra i 50-60enni. 

Relazione
Quanto si lavora? Il 59% dei lavoratori interpellati, soprattutto uomini nella fascia d’età 20-50 anni, afferma di lavorare di più, dato che tocca l’87% se si considera la fascia dei lavoratori tra i 30 e i 50 anni.

Venti lavoratori su cento hanno beneficiato di uno scatto di carriera, e la percentuale sale di cinque punti nel segmento dei lavoratori tra i trenta e i quarant’anni.

Il 40% degli intervistati ha avuto cambiamenti lavorativi (64% uomini, 39% donne), in particolare tra i 18-30enni (43%) e i 50-60enni (33%).

Glickon, attraverso la propria piattaforma di People Experience e Analytics, evidenzia come sia sempre più urgente, per le organizzazioni di tutte le dimensioni, sviluppare la capacità di fare un uso proattivo del dato per migliorare le esperienze di lavoro. La pandemia ha reso necessaria l’adozione di risposte personalizzate che permettano di supportare i lavoratori nelle loro esigenze quotidiane. La digitalizzazione dei processi, l’attenzione per il wellbeing, performance e produttività, l’importanza di un ascolto attivo continuo e attento della popolazione aziendale, costituiscono le sfide più importanti oggi per HR e decisori aziendali. Sfide di cui Glickon si occupa dal 2014, affiancando oggi oltre 50 clienti in Italia e all’estero e servendo più di 150mila utenti settimanali.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here