Rosario Rasizza, Assosomm: la buona flessibilità esiste

Le Agenzie per il Lavoro possono accompagnare la ripartenza attraverso la buona flessibilità, che assicura un rapporto di lavoro legale e tutelato e consente alle imprese di crescere nel momento in cui è difficile fare previsioni di business. Parola di Rosario Rasizza, presidente di Assosomm.

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Rosario Rasizza Assosomm

di Virna Bottarelli |

Un anno nero per il lavoro. Questo è stato, nell’opinione generale, il 2020. Eppure, c’è chi nell’anno bisesto ha lavorato tantissimo: è il caso delle Agenzie per il Lavoro, alle quali la pandemia ha richiesto, soprattutto nella prima ondata, un impegno straordinario. “Da un giorno all’altro ci siamo trovati a  dover servire comparti chiave per l’economia del Paese”, spiega Rosario Rasizza, che dal 2013 presiede Assosomm, l’Associazione italiana delle Apl. Con lui facciamo il punto su lavoro, politiche attive e formazione.

Che azioni ha intrapreso Assosomm in un anno difficile come il 2020 per contrastare il calo occupazionale dovuto all’emergenza sanitaria?

La chiusura delle frontiere, il lockdown e una comprensibile cautela da parte delle persone hanno impoverito di manodopera i settori ortofrutticolo, vitivinicolo, florovivaistico, proprio nei periodi del raccolto, mettendo a rischio la produzione del comparto agroalimentare. In quei mesi abbiamo avviato ricerche straordinarie in un contesto particolarmente critico, a cui si è aggiunto il pressoché costante recruitment di infermieri. In primavera sono stati stanziati 192 milioni di euro per il pagamento degli stipendi ai lavoratori in somministrazione, che hanno avuto così accesso alla Tis (Trattamento Integrazione Salariale, ndr). Circa 200mila lavoratori somministrati hanno quindi ricevuto lo stipendio prima dei colleghi assunti direttamente dall’azienda e vincolati ai tempi non certo snelli della macchina Inps. Grazie all’elasticità tipica di questa forma di impiego, la somministrazione ha rivelato la sua efficacia nel sostenere i lavoratori in un momento di crisi come l’attuale.

Nei mesi scorsi è stato piuttosto critico rispetto ai provvedimenti che il Governo ha emanato per fronteggiare la crisi del 2020, dicendo che si sarebbe dovuto «ascoltare maggiormente chi è sul campo». È cambiato qualcosa negli ultimi tempi?

Nonostante siamo operatori del mercato autorizzati dal Ministero, il Governo non è solito coinvolgerci, tanto meno su una possibile riforma del mercato del lavoro, e più in generale, sull’opportunità di attivare politiche attive davvero efficaci in specifici settori. Noi siamo ogni giorno sul territorio a contatto con le aziende e conosciamo le esigenze reali degli imprenditori e del mercato del lavoro, grazie a un’esperienza quotidiana sul campo. E siamo pronti a svolgere la nostra parte. Se la questione centrale è far ripartire l’economia, affermiamo senza presunzione, ma con realismo, che nessuno meglio delle Agenzie per il Lavoro può accompagnare lo sviluppo attraverso una flessibilità positiva del mercato. Noi garantiamo una flessibilità tutelata e una conoscenza diretta delle problematiche. Tutto ciò che va nella direzione di una semplificazione del mercato del lavoro è positivo. Ad esempio, basterebbe già porre fine al conflitto tutto italiano tra Agenzie del Lavoro e Centri per l’Impiego.

A tal proposito, ci potrebbero essere sinergie tra Agenzie per il Lavoro e Centri per l’Impiego? C’è un rapporto di collaborazione tra Assosomm e Anpal?

A parte qualche caso specifico, come la Lombardia, non possiamo dire che le Agenzie per il Lavoro e i Centri per l’Impiego stiano collaborando. Questa situazione di distanza mi rammarica perché l’obiettivo, in verità, è comune. Si potrebbe ad esempio cominciare ad avere l’accesso alle rispettive anagrafiche in modo da favorire un utile matching e rendere ancora più efficace l’incontro tra domanda e offerta. Grazie a un’alleanza strategica pubblico-privata fra Apl e CpI, si potrebbero realizzare politiche attive strutturate. Basterebbe che i Centri e le Agenzie fossero identificati come unico destinatario del mondo del lavoro a tempo determinato. Sarebbe anche un modo perché non siano sprecati gli sforzi economici per l’attivazione dei Navigator e per non perdere il loro know-how.

La digitalizzazione sta cambiando il lavoro e le competenze richieste ai lavoratori e le imprese incontrano difficoltà nel trovare personale con skill in linea con le richieste. Quali sono le competenze oggi più ricercate dalle imprese? Cosa fa Assosomm per limitare il mismatch tra domanda e offerta?

L’emergenza continuerà a influenzare la richiesta di certe professioni sanitarie e in ambito ICT/consulenziale, in quanto la pandemia ha accelerato il bisogno di trasformazione digitale. Ma non dimentichiamo quei servizi alla persona, come la figura di assistente familiare/badante, che hanno assunto notevole importanza durante il lockdown e con la diffusione dello Smart Working, che, pur rappresentando un’evoluzione importante, mal si concilia con il bisogno di assistenza e cura h24 di alcune persone. I profili più ricercati nella produzione industriale sono invece quelli relativi agli operai altamente specializzati, soprattutto nel settore metalmeccanico. Infine, la logistica, che anche nel 2021 sarà aperta a nuovi inserimenti. In un contesto così dinamico, Assosomm si impegna per diffondere la conoscenza e la cultura delle Agenzie per il Lavoro in modo che le persone in cerca di un’occupazione sappiano che presso queste realtà troveranno una possibilità di impiego e un prezioso aiuto in termini di formazione.

Le ApL si pongono come facilitatore tra domanda e offerta per chi deve fare il primo ingresso nel mondo del lavoro. Che futuro attende i nostri giovani?

La situazione dell’occupazione è preoccupante e dimostra la totale assenza in Italia di un piano concreto di politiche attive per il lavoro. Non possiamo rassegnarci alle sole logiche di sussistenza del Reddito di Cittadinanza: giusto aiutare chi è in difficoltà, ma che cosa possiamo fare per togliere una persona da una situazione comoda quanto triste? Il lavoro aiuta le persone a realizzare una parte importante di sé: nessuno, e di certo nemmeno la politica, dovrebbe dimenticarlo, rincorrendo facili soluzioni che non sanno guardare al futuro.

Il ricorso al lavoro in somministrazione può essere una leva utile alle imprese per ripartire? Perché?

In questo momento storico il lavoro deve essere liquido, non ingessato e passivo come è da fin troppo tempo. La somministrazione è una porta d’ingresso verso il lavoro a tempo indeterminato. Le Agenzie per il Lavoro danno la possibilità alle persone che cercano un impiego di misurarsi con le esigenze del- le aziende. La cosa importante, in particolare nei momenti di crisi, è rimettere in carreggiata, in fretta, le persone che hanno perso il lavoro. Non possono trascorrere mesi interi: serve un sistema meno rigido e più rapido. L’obiettivo è permettere ai candidati di trovare un nuovo lavoro nel momento in cui lo perdono. In questo senso, la somministrazione ha un ruolo strategico e competitivo rispetto alla ricerca al “buio”. La buona flessibilità, quella che assicura sempre un rapporto di lavoro legale e tutelato, è ciò che consente alle imprese di crescere nel momento in cui è difficile fare previsioni di business.

Come siete strutturati in Assosomm per supportare la formazione dei lavoratori in somministrazione?

Le Agenzie per il Lavoro associate ad Assosomm investono nella formazione dei lavoratori oltre 18 milioni di euro. Noi accediamo al fondo Forma.Temp, che ogni anno eroga circa 4.000 corsi di formazione. Il valore aggiunto delle Agenzie per il Lavoro è la completa presa in carico della persona, effettuando l’analisi delle competenze, il profiling, l’orientamento, la formazione e il collocamento diretto della risorsa. Questa modalità di training ci consente di creare percorsi di formazione e crescita “cuciti” su misura di ogni singolo lavoratore. L’aggiornamento costante è il tassello imprescindibile in uno scenario del lavoro sempre più fluido, in cui le competenze richieste cambiano da un giorno all’altro.

La garanzia di una formazione continuativa favorisce ai nostri lavoratori una maggiore predisposizione alla flessibilità e un’ampia consapevolezza delle proprie competenze. Per questo motivo gli investimenti in formazione sono un asset fondamentale della nostra offerta.

Decreto Dignità: può darci un suo commento su questa misura e sui suoi effetti?

Non possiamo avere un giudizio positivo sul Decreto dignità perché ha sottoposto il lavoro in somministrazione a regole ferree, a partire dall’equiparazione di questa forma di lavoro a tutti gli altri contratti a tempo determinato. Ma è un errore. Il decreto dignità con i suoi vincoli di causalità non danneggia tanto le agenzie, bensì il funzionamento del mercato in generale, provocando un incremento del turnover dei lavoratori senza favorire alcuna stabilità.

Il 30% delle persone viene assunto in maniera stabile dalle stesse aziende che le ha reclutate con la somministrazione, dopo un periodo minimo di elasticità, utile al lavoratore a inserirsi e all’azienda a fidelizzarlo.

Il Decreto Dignità compromette questo circolo virtuoso. Complici gli enormi contraccolpi economici causati dalla pandemia, si continua a puntare sempre più sulla strada assistenziale e sempre meno su quella dello sviluppo. Serve il coraggio delle scelte e ragionare per priorità, evitando i finanziamenti a pioggia e puntando su incentivi mirati verso soggetti e ambiti strategici in grado di trainare la ripresa.

Assisteremo a una ripresa del mercato del lavoro nel 2021? Quali sono le proposte di Assosomm per far ripartire il Paese?

L’economia ha subìto una battuta d’arresto molto severa nel 2020, con danni che riassorbiremo fra molto tempo.

Le conseguenze sull’occupazione si faranno sentire anche dopo che sarà sospeso il blocco dei licenziamenti. Non si pensi però che si concretizzerà quello scenario nefasto che tutti prevedono: nessun imprenditore oculato è così irresponsabile da tagliare il personale con l’accetta nel momento della ripresa. Ci saranno dei tagli, ma non generalizzati: le aziende non sono rimaste immobili e passive, ma hanno colto l’occasione per digitalizzarsi, anticipando con lungimiranza un’innovazione che sarebbe arrivata molto tempo dopo.

Ma l’intraprendenza da sola non basta: il 2021 deve essere l’anno in cui abbandonare quelle politiche di assistenzialismo che contribuiscono solo a generare il paradosso di una cronica difficoltà delle aziende ad assumere a fronte di una disoccupazione galop- pante.

Per le politiche per il lavoro, l’Italia spende l’1,53% del Pil, molto meno della media europea, e solo un quarto viene assegnato alle politiche attive. Bisogna investire per introdurre una radicale riforma del mercato del lavoro, altrimenti gli sforzi delle aziende e i sacrifici dei lavoratori si saranno rivelati vani.

Se fosse per un giorno Ministro del Lavoro, quale sarebbe il primo provvedimento che adotterebbe per favorire la ripresa occupazionale nel nostro Paese?

Da imprenditore so che la burocrazia e le politiche fiscali che tassano il costo del lavoro come se fosse un bene di lusso sono un ostacolo allo sviluppo. Quando si parla di occupazione, le Agenzie per il Lavoro posso- no dare tanto, sia in termini pratici – offrendo la flessibilità e la rapidità necessarie soprattutto in periodi critici come questo – sia in termini di scenario, contribuendo a elaborare modelli e norme che si dimostrino realmente efficaci alla prova dei fatti. Da molto tempo, Assosomm ne auspica un coinvolgimento nel dibattito politico e legislativo sull’occupazione. Oggi, di fronte a una situazione economica che si fa sempre più pesante, non posso che ribadire questa disponibilità ancora con più forza. Potremmo essere alla vigilia di un cambio epocale. Siamo i portavoce del cambiamento e ci candidiamo come facilitatori – è nel nostro Dna – per coinvolgere tutte le parti in causa e mettere in atto il tanto agognato cambio di passo nelle politiche per l’occupazione.

Chi è Rosario Rasizza

Nato a Varese nel 1968, Rosario Rasizza è Cavaliere al merito della Repubblica Italiana dal 2008. La sua carriera nel mondo delle Apl inizia nel 1997, quando sotto l’insegna Temporary apre la sua prima agenzia nella città lombarda. Nel 2001 fonda Openjob, che tra il 2003 e il 2009 cresce rapidamente attraverso una serie di acquisizioni fino alla fusione, nel gennaio 2012, che dà vita a Openjobmetis, di cui è amministratore delegato.

Dal 14 febbraio 2013 è presidente di Assosomm, l’Associazione italiana delle agenzie per il lavoro. Nel 2015 gli viene assegnato il Premio Professionalità 2015 dal Rotary Club e l’anno seguente viene inserito nella lista “European Staffing 100 list 2016”.

Nel 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli conferisce il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.Rosario Rasizza

 

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