Si è tenuto martedì 20 aprile 2021 il webinar “Ecosistemi Formativi” realizzato da iSapiens, in collaborazione con OCSE, in occasione della Giornata Mondiale della Creatività e dell’Innovazione.
L’evento ha visto la partecipazione di ospiti illustri, appartenenti tra gli altri all’Università di Milano, Nokia, Fastweb, che hanno spiegato perché le Grandi realtà devono rendere competitive anche le Pmi, che da sole costituiscono la stragrande maggioranza della nostra filiera.
Alcuni lo chiamano social impact, altri open enterprise. Il significato, tuttavia, è lo stesso: il ruolo dell’impresa – in termini di trasferimento di conoscenze, valori, competenze, etc. – non è limitato ai propri confini, ma si estende alle filiere collegate: clienti, fornitori, etc., generalmente classificabili come Pmi. Chi lavora in una Pmi deve avere le stesse competenze ed opportunità di employability riservate ai dipendenti delle grandi aziende, a maggior ragione se consideriamo le Startup.
Per questo motivo si parla di ecosistemi delle competenze: non bisogna più separare Large Corporate e Pmi, ma lavorare su ecosistemi che superano l’organizzazione arrivando fino all’individuo. In Italia, purtroppo, tutto ciò rimane ancora un punto interrogativo, ed è per questo che è necessario, grazie anche al focus OCSE, aprire un campo di osservazione. “Ecosistemi Formativi” è il primo tavolo di conversazione costruito da iSapiens con OCSE, dove transitano le esperienze di diversi operatori che “senza paracadute” di sistema stanno operando sulla creazione e sul consolidamento di ecosistemi deputati alla formazione.
Il caso F2D: i servizi all digital per la Pmi
Proprio nel tema del trasferimento delle competenze, si inquadra il caso F2D: la prima piattaforma digitale italiana per servizi di outsourcing per il Personale e l’Amministrazione dedicata a liberi professionisti, PMI e Startup. Nata dall’esperienza di F2A, gruppo consolidato con 60 anni di esperienza e prima realtà italiana specializzata nei servizi di outsourcing relativi al Personale e l’Amministrazione, F2D trasferisce il know-how, le best practice, l’innovazione di processo e di canale, la qualità e la standardizzazione alle Startup e PMI.
“Condividere con il tessuto imprenditoriale della PMI le esperienze delle grandi aziende non è solo un dovere, ma un’opportunità per la crescita del Paese. Le grandi aziende anticipano alcuni dei bisogni delle PMI. Questo accade perché tutte le aziende appartengono a filiere che creano a loro volta un ecosistema. La standardizzazione dei bisogni e la digitalizzazione delle soluzioni rendono molto più democratico l’accesso alla qualità, creando valore per piccole e grandi imprese.” Guido Jarach, CEO, F2D
Un webinar che ha fatto pensare
“Siamo entrati in un’èra che va oltre i confini delle comfort zone aziendali. L’èra delle comunità di soggetti diversificati. Degli ecosistemi, che oggi più che mai sono phygital, cioè fisici e virtuali insieme. Sono filiere a parti interrelate, che dialogano, insieme costruiscono patrimoni e si arricchiscono moltiplicando i singoli valori degli attori che ne fanno parte. Esistono nel business, ma esistono ancor di più se si parla di formazione, di modelli di apprendimento, di trasferimento delle competenze tra Big Corporate e PMI.” Pasquale Caffio, Marketing & Business Development Manager ISAPIENS
“Quando si parla di PMI, specialmente quando si affronta il tema della diffusione dell’innovazione e della conoscenza, c’è sempre un problema di assorbimento. Un problema che dipende da una definizione vaga: “piccole imprese” è un insieme troppo vasto. Una migliore definizione sarebbe “la filiera” ed i rapporti industriali, produttivi, etc., che coinvolgono territorio ed agenti differenti: le grandi e le piccole imprese che collaborano per servizi, per produzione, scambiandosi informazioni.” Raffaele Trapasso, Regional Development – SME Networks and Clusters – Skills and Higher Education OECD
“Ci sono diversi possibili idealtipi di gestione o di facilitazione del processo di trasferimento dell’innovazione alle PMI. Abbiamo un modello di mercato, uno di quasi-mercato o di regolazione, uno “a satellite”. Ma esistono, o possono esistere, soluzioni differenti, ibride? E che ruolo possono giocare le università nel rendere più efficace il technological transfer in partnership con la piccola e con la grande impresa?” Luca Solari, Docente di Organizzazione Aziendale e Autore, Università degli Studi di Milano
“Alcuni lo chiamano social impact, altri open enterprise. Significa sempre la stessa cosa: che il mondo non finisce sui confini della singola azienda. Se sei una grande azienda, la tua attività formativa non finisce sul confine dei tuoi dipendenti, ma va ben oltre. Questo andare ben oltre, per i nostri interlocutori va a finire, ad esempio, sulle filiere collegate, sulle PMI. Non esistono più i compartimenti stagni tra large corporate e PMI, quindi bisogna lavorare su ecosistemi che arrivano fino all’individuo, e volendo anche al sistema scolastico.” Michelangelo Ferraro, CEO ISAPIENS
“Con Fastweb Digital Academy vogliamo sviluppare le competenze digitali di giovani e imprese, essenziali per la ripartenza del business. Come grande azienda vogliamo offrire un supporto di filiera a Pmi e microimprese, che tradizionalmente si trovano escluse dai principali canali della formazione, e dunque sono costrette a grandi sforzi per lavorare sull’innovazione digitale e sulla propria competitività.” Anna Lo Iacono, Corporate Social Responsibility Senior Manager, Fastweb
“Il futuro per molti è fantascienza. Per noi, è una trasmissione di competenze hi-tech abilitanti su 5G, non solo come strumento e veicolo, ma come contenitore ad alta tecnologia per qualsiasi contenuto si voglia inserire in esso. Significa mixed reality, augmented reality, virtual reality. Cose di cui molti parlano da tanto. Ma che noi sperimentiamo a livello di formazione.” Gilberto Serra, Head of Augmented/Virtual Reality Squad, Nokia
“Il grande insegnamento del Covid è la sproporzionata espansione dei sistemi collaborativi, che si traduce in una necessità di sistemi e filiere a condividere in maniera più trasparente dati ed elaborazioni, e porta a modelli di lavoro diversi, tra persone e tra aziende. Si tratta di lavorare sulla capacità culturale di condividere la progettazione, e di rimodellare il processo produttivo. Sistemi collaborativi e nuove tecnologie possono completare le mancanze, ed aiutarci a costruire il sistema sostenibile che ci auguriamo venga nei prossimi anni.” Paolo Vercesi, Cluster Manager, Cluster Fabbrica Intelligente
“La trasformazione 4.0 ha messo un piede nelle aziende. Significa avere a che fare nel lavoro quotidiano anche con forme di intelligenza artificiale e di robotica come i cobot, che lavorano a complemento della componente umana. Uomo e robot, fianco a fianco: lo scarto è epocale. Ma per apprezzarne il valore, bisogna spiegarlo bene. Partendo anche da domande importanti. Una su tutte: come favorire il benessere dei lavoratori ed agevolarli in questo nuovo scenario? La soluzione che stiamo studiando con un progetto europeo H2020 si chiama Mindbot, e dietro di sè ha un’idea grande. Creare un cobot worker-friendly in termini di qualità dell’esperienza d’interazione con la macchina.” Antonella Delle Fave, Docente di Psicologia della Salute, Università degli Studi di Milano
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