Due giorni per parlare di inclusione sociale e sviluppo sostenibile nell’Agro Pontino, territorio diventato negli anni sinonimo di emarginazione e sfruttamento ai danni di una parte significativa della comunità immigrata, a cominciare dagli indiani Sikh.
Il calendario del Festival World Agro Pontino, in programma a Terracina dal 31 luglio al 1° agosto, è fitto di appuntamenti tra musica, spettacoli teatrali, cinema e laboratori di danza. L’evento è promosso da Dokita e dalle organizzazioni partner del progetto “Get AP! Strategie per una cittadinanza globale dell’Agro Pontino” (CeSPI, Tempi Moderni, GUS, Progetto Diritti, Caritas Diocesana di Latina, Articolo Ventiquattro).
Un appuntamento multietnico
A tenere a battesimo la kermesse saranno le organizzazioni promotrici per illustrare e approfondire i risultati complessivi del progetto Get AP! A seguire, verranno proposti lungometraggi e cortometraggi tratti dal Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina. Poi spazio agli spettacoli teatrali sui temi delle migrazioni femminili e dello sviluppo sostenibile. E per i più piccoli, ma non solo, i laboratori di danza etnica. Immancabile lo spettacolo di Danza Indiana Bollywood. Senza dimenticare i video racconti realizzati dagli studenti delle scuole superiori dell’Agro Pontino. Chiuderà il festival l’Orchestra di Piazza Vittorio, un esperimento interculturale e artistico unico nel suo genere, che per l’occasione presenterà in anteprima nazionale il nuovo spettacolo “Dancefloor”. Radio Immagine, Radio Latina e Radio Luna sono media partner del Festival.
Per contribuire a contrastare l’esclusione sociale, Get AP!, progetto cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, ha puntato sulla popolazione locale, e in particolare sui suoi giovani, sulla comunità immigrata, sulle organizzazioni della società civile attive sul territorio e sulle istituzioni locali.
Un territorio tutto da scoprire
Convinta che la prima arma contro la discriminazione sia la conoscenza, la rete di organizzazioni capitanata da Dokita è entrata nelle scuole dell’Agro Pontino – nove istituti superiori in particolare tra Latina, Terracina, Fondi, Formia e Sabaudia – con lo scopo di favorire la comprensione del fenomeno migratorio, dei problemi legati all’integrazione e delle opportunità di sviluppo sostenibile sia per il territorio di accoglienza che per i Paesi di origine dei migranti. Quaranta le classi (quarte e quinte) coinvolte per un totale di più di 800 studenti e circa 70 docenti. Oltre agli incontri sui temi della cittadinanza globale con esperti del settore, le ragazze e i ragazzi hanno partecipato attivamente realizzando, col supporto di un videomaker professionista, video racconti di storie dal territorio di buona accoglienza, integrazione, emancipazione femminile e ambientalismo.
Gli studenti inoltre sono stati coinvolti in un’indagine i cui risultati sono parte centrale della “ricerca azione” curata da CeSPI e dalla quale emergono le criticità del territorio: non solo esclusione sociale e sfruttamento lavorativo della comunità immigrata, ma anche discriminazione e scarsa integrazione degli studenti di origine straniera, degrado ambientale e assenza di politiche giovanili. Il risultato è che il 60% degli studenti vede il proprio futuro fuori dall’Agro Pontino, in un’altra città italiana, mentre un terzo progetta di emigrare in un altro Paese.
A tornare sui banchi di scuola sono stati anche i docenti, con un ciclo di incontri animato da esperti, ricercatori e sociologi sul tema dell’educazione alla cittadinanza globale.
Educare alla diversità
Raccogliendo i suggerimenti venuti dalla comunità scolastica è nato il “Manifesto per una scuola inclusiva e sostenibile nell’Agro Pontino”.
A favore della comunità immigrata che popola l’Agro Pontino, Get AP! invece ha messo in campo iniziative di tutela socio-legale e di sostegno all’associazionismo sul territorio. Circa mille persone hanno usufruito degli sportelli di orientamento e informazione presenti nelle cinque città della provincia di Latina per servizi relativi a pratiche burocratiche, contratti di lavoro e procedure di regolarizzazione. Le informazioni raccolte in un database offrono uno spaccato significativo della comunità immigrata. Emblematico, per esempio, che l’oltre l’80% viva in condizioni abitative precarie, un terzo percepisca un reddito mensile inferiore ai 500 euro e il 20% lavori in nero. Oltre il 60% è intenzionato a stabilizzarsi in Italia e a chiedere il ricongiungimento familiare.
Get AP! infine ha permesso di porre le basi per la creazione di uno spazio di condivisione all’interno del quale le organizzazioni della società civile attive sul territorio (Ong, associazioni, sindacati) possano fare rete per dialogare tra loro e con le istituzioni locali (Comuni, scuole, Asl). Dai tavoli di discussione è nato un “Manifesto” per l’inclusione e lo sviluppo sostenibile dell’Agro Pontino e dei Paesi d’origine della comunità immigrata. Tra le proposte emerse spiccano l’introduzione della figura del mediatore culturale all’interno di scuole e servizi pubblici, l’insegnamento in classe dell’educazione alla cittadinanza globale e, per i Paesi d’origine, gli sportelli informativi sulle opportunità lavorative in Italia e le campagne di sensibilizzazione contro caporalato e sfruttamento lavorativo.
«L’Agro Pontino non è un fatto locale né un caso isolato. Rappresenta piuttosto la riproduzione su piccola scala di un fenomeno radicato e diffuso lungo tutta la Penisola. Per questo ci riguarda tutti. Per questo siamo convinti che il nostro impegno per un modello di sviluppo sostenibile possa essere da stimolo anche per altre realtà», commenta il direttore di Dokita Mario Grieco.
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