di Virna Bottarelli |
Intesa Sanpaolo Formazione è la società del Gruppo Intesa Sanpaolo che promuove, progetta, organizza, gestisce e coordina iniziative di formazione, addestramento e perfezionamento professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro.
L’appartenenza a un grande gruppo bancario consente all’azienda di integrare il know-how del Gruppo stesso con competenze di partner qualificati e di sviluppare così percorsi formativi concepiti sulle esigenze specifiche di imprese, scuole, giovani e organizzazioni non profit. Intesa Sanpaolo Formazione, che ha anche ottenuto dal Miur l’accreditamento come ente formatore per il personale della scuola, eroga inoltre, per piani strutturati, il servizio di ricerca di fonti di finanziamento a copertura delle spese per le attività formative, fornendo assistenza tecnica per l’utilizzo, la gestione, l’amministrazione e la rendicontazione dei Fondi Interprofessionali.
“Siamo in una fase di lancio e sviluppo importante”, dice Elisa Zambito Marsala, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Formazione. “Il nostro principale target sono le imprese, verso le quali ci poniamo come un partner strategico, supportandole nell’accrescimento delle loro competenze, anche in un momento particolare come quello della pandemia, che vede imporsi nuovi scenari organizzativi in un mercato in continua trasformazione”. Proponendo soluzioni concrete, anche destinate a filiere e settori specifici, la società intende favorire, nelle imprese alle quali si rivolge, una crescita sostenibile. Non solo nell’immediato, per far fronte alle criticità del momento, ma anche nel breve e lungo termine. “Le imprese oggi devono adattarsi a scenari di mercato completamente trasformati. Per questo cerchiamo di affiancarle con percorsi di alta formazione, che hanno per oggetto materie tipiche della gestione aziendale, ma sono anche fortemente focalizzate sull’innovazione. Ci siamo chiesti spesso quali saranno i beni e i servizi del futuro e quali, quindi, le nuove competenze che serviranno alle imprese nell’immediato e nel medio-lungo termine. Abbiamo la consapevolezza che, in un momento così complesso come quello che stiamo vivendo con la pandemia, serva concentrarsi su innovazione e sviluppo delle competenze”, dice ancora Zambito. “Dalle analisi di mercato che continuiamo a monitorare emerge che gli ambiti con il maggiore gap di competenze sono quelli tecnologici, ad esempio Big Data e Intelligenza Artificiale, ma anche quelli legati alla comunicazione e alla evoluzione della leadership, alla sostenibilità e ai principi di Environmental Social and Governance, al Project Management e al Decision Making”.
Partiamo dalla formazione per chi deve entrare nel mercato del lavoro: quali sono le iniziative promosse da Intesa Sanpaolo Formazione?
Stiamo sviluppando iniziative importanti come banca per il Paese, con programmi dedicati ai giovani e alla messa in connessione con le imprese. Una di queste è Giovani e Lavoro, realizzata in collaborazione con la Direzione Strategic Support di Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’impegno del Gruppo per il sociale e in collaborazione con Generation Italy, iniziativa globale Non Profit di McKinsey, che ha l’obiettivo di contribuire a ridurre il fenomeno della disoccupazione giovanile. I numeri del progetto sono significativi: dal 2019 oltre 18mila giovani tra i 18 e i 29 anni hanno chiesto di aderire all’iniziativa e circa 3mila hanno avanzato la richiesta di adesione nel primo trimestre 2021. Sono trecento, in questi primi mesi dell’anno, gli studenti intervistati e circa 100 quelli formati e in formazione con 4 corsi. 1.600 studenti in 68 classi da inizio programma. Il tasso di assunzione per le classi di formazione terminate nel 2019 è di circa l’80% e le imprese coinvolte sono circa 1.500.
Un’altra interessante iniziativa è stata avviata a dicembre 2020: il Corso Executive in gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate, rivolto a professionisti laureati che operano nella gestione di musei, archivi, patrimoni artistici di imprese e privati. Il corso ha il patrocinio del Mibact e nasce dall’esperienza acquisita da Intesa Sanpaolo negli anni con Progetto Cultura, il programma della Banca che dal 2011 tutela, gestisce e valorizza le collezioni di Intesa Sanpaolo e che è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di Sanpaolo e della Fondazione Cariplo. Abbiamo ricevuto oltre 900 candidature da tutta Italia: i posti disponibili erano 36! Considerato il successo riscontrato, organizzeremo una seconda edizione.
Vi proponete di contribuire alla crescita delle imprese e del territorio. Come si traduce questo obiettivo nelle vostre iniziative?
Proprio recentemente, il Ceo Carlo Messina ha ribadito che il supporto a imprese e territori, anche attraverso la formazione, è una prerogativa del Gruppo Intesa Sanpaolo. In quest’ottica abbiamo attivato la nostra Academy per le imprese, un programma di corsi di alta formazione per l’aggiornamento delle competenze di imprenditori e manager richieste da modelli economici e di business innovativi, sempre più attenti a digitalizzazione, internazionalizzazione, sostenibilità e principi Esg. L’Academy è progettata per essere vicina al business e prevede l’illustrazione di casi aziendali e il coinvolgimento del top management di Intesa Sanpaolo, con testimonianze reali dei modelli illustrati dai docenti universitari. Il percorso formativo, Executive Master in Business Administration, è stato progettato in collaborazione con la divisione Banca dei Territori, e Intesa Sanpaolo Innovation Center, la società dedicata a sviluppare temi di innovazione per tutto il Gruppo.
La risposta degli imprenditori e dei manager a questa iniziativa è stata superiore alle attese, con un numero tale di richieste che ci hanno portato a pianificare l’avvio di edizioni parallele in diversi territori. Si tratta di un percorso che dà risposte concrete: è questa probabilmente la sua caratteristica vincente. Siamo partiti dal Sud con circa 100 partecipanti, per poi andare in Toscana, Umbria, Piemonte, Val d’Aosta, Liguria e Lombardia. Il Lazio, il Veneto e ancora la Lombardia, con Milano, saranno le prossime tappe del tour formativo. Ad oggi l’Academy è stata attivata in modalità digitale, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, ma non possiamo trascurare che per corsi di questo tipo il networking ha una certa importanza: contiamo di organizzare, quando sarà di nuovo possibile, anche momenti in presenza per continuare a dare valore allo scambio interpersonale, di cui sentiamo comunque un grande bisogno.
La vostra offerta formativa è quindi capace di riscuotere sempre un grande interesse. Qual è il “segreto”?
Analizziamo costantemente dati e statistiche per poter progettare una formazione che soddisfi i reali fabbisogni del mercato del lavoro. Oggi abbiamo di fronte una situazione compromessa dagli effetti del Covid: oltre a un calo degli occupati – Istat parla di oltre 500mila posti di lavoro in meno – la crisi innescata dalla pandemia ha inasprito le disuguaglianze rispetto alla qualità dell’occupazione, colpendo in particolare donne e giovani residenti al Sud, categorie alle quali è associato un maggiore rischio di marginalità e perdita del lavoro. Sul lato delle imprese, più del 70% ha registrato nel 2020 un calo del fatturato di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. A ciò si aggiungano i dati Ocse secondo i quali 13 milioni di adulti italiani, il 20% della popolazione adulta europea, ha un basso livello di istruzione e un elevato bisogno di riqualificazione professionale. Valutando questo quadro, supportiamo le imprese in ambiti come l’aggiornamento dei processi e dell’organizzazione, ma con un forte focus sull’innovazione, necessario per recuperare la posizione di svantaggio nella quale il nostro Paese si trova nel contesto europeo. Stiamo perciò lavorando su percorsi formativi che riguardano l’accrescimento di competenze in ambiti come l’Industria 4.0, la digitalizzazione, l’Intelligenza Artificiale, ma anche le soft skill, perché cambiano, ad esempio, i modi di esercitare la leadership e di comunicare.
Pensa che in Italia la formazione professionale sia valorizzata come dovrebbe?
Per rispondere parto da qualche dato. Abbiamo analizzato un recente studio di McKinsey sul rapporto tra l’andamento in borsa di aziende quotate, un campione di circa 40 grandi gruppi, e i programmi realizzati per sviluppare le competenze dei dipendenti. Emerge che le imprese del campione che hanno sviluppato progetti coinvolgendo almeno il 30% dei propri dipendenti hanno avuto benefici rispetto ai concorrenti. Il rapporto evidenzia anche che l’Europa è indietro rispetto ai colossi americani e che in Italia le imprese riscontrano più difficoltà nello sviluppo delle competenze del personale. Fatto salvo che sia indispensabile colmare il ritardo italiano nel contesto europeo, sono convinta che le nostre imprese abbiano la capacità di adattamento necessaria a farlo e che sapranno coglie- re le opportunità della formazione come fattore abilitante per il loro sviluppo e la loro sostenibilità.
C’è indubbiamente da parte delle imprese un’attenzione maggiore, rispetto al passato, verso i temi della formazione, anche in virtù del fatto che la recente crisi ha messo in luce le difficoltà connesse a una scarsa digitalizzazione e che si è capito quanto accrescere le competenze sia un investimento importante a medio-lungo termine. I prossimi anni saranno decisivi per il rilancio dell’economia italiana: sarà fondamentale impiegare bene le risorse del pacchetto “Next Generation EU” e far partire gli investimenti in digitalizzazione, Green Economy e capitale umano. Proprio in queste aree le Pmi dovranno attivarsi per fare formazione.
Alla presentazione del Pnrr, il Presidente Draghi ne ha indicati i tre obiettivi principali: “riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica; affrontare le debolezze storiche del Paese, (divari territoriali, disparità di genere, bassa crescita produttiva e basso investimento in capitale umano); dare impulso a una compiuta transizione ecologica”. Che contributo può dare il mondo della formazione al loro raggiungimento?
In linea con gli obiettivi citati, Intesa Sanpaolo Formazione ha progettato e sta progettando diverse iniziative. Tra queste, oltre agli Executive Master in Business Administration, che hanno già avviato la formazione di circa 250 fra imprenditori e manager, vi è un’iniziativa formativa a supporto dell’imprenditoria femminile: si tratta di un programma di alta formazione realizzato insieme alla divisione Banca dei Territori, che si propone di costruire conoscenze in tema di educazione finanziaria e competenze per la leadership femminile, rafforzando capacità di networking e negoziazione. Ricordo anche le tante iniziative dedicate alle imprese in risposta ai bandi dei fondi interprofessionali, che finanziano la formazione soprattutto di processo e prodotto, sui temi dell’innovazione e sostenibilità. In conclusione, la formazione può essere un fattore abilitante per lo sviluppo sostenibile delle imprese, per rispondere alla domanda di competenze professionali del mercato e cogliere le opportunità dei processi di cambiamento in atto.
Chi è Elisa Zambito MarsalaNata nel 1976, laureata in economia aziendale all’Università degli Studi di Torino, ha conseguito un Master in Organizzazione presso la Cattolica di Milano. Manager con esperienza in pianificazione strategica, organizzazione, personale e innovazione, Elisa Zambito entra nel 2002 nel Gruppo Intesa Sanpaolo, dove è stata responsabile del progetto Smart Working a riporto del Coo, responsabile dell’Open Innovation presso Intesa Sanpaolo Innovation Center e responsabile della Pianificazione dell’Innovazione e delle Partnership. Nel Gruppo è stata, inoltre, responsabile nella Divisione Banca dei Territori del coordinamento organizzativo delle strutture centrali e territoriali, e nella Direzione Personale e Organizzazione dei progetti strategici e di semplificazione del Gruppo. Da un anno Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo Formazione, è appassionata di romanzi storici, ama i cavalli, andare in barca, sciare e fare jogging. |