Buone notizie nel mondo del lavoro in somministrazione: tra luglio e agosto saranno 150 mila in più i posti disponibili in Italia.
Un’opportunità che rappresenta una stampella soprattutto alla luce della brusca contrazione degli occupati nel nostro Paese dovuta alla pandemia. Ma chi sta cercando un impiego in somministrazione in Italia nell’estate 2021?
Secondo un’analisi di Jobtech, prima agenzia per il lavoro digitale, gli italiani che cercano una posizione sono prevalentemente donne, giovani, qualificate e flessibili. Identikit questo, che conferma l’ampliamento delle disuguaglianze sociali causato dalla pandemia, che ha portato ad una maggiore disoccupazione femminile e ha messo sempre più donne nelle condizioni di cercare un nuovo impiego.
Le donne rappresentano ancora la parte fragile
L’indagine di Jobtech – condotta su un campione di oltre 20.000 persone in ricerca attiva sui portali verticali dell’agenzia, da maggio 2021 ad oggi – evidenza come il mercato del lavoro in somministrazione rispecchi la situazione di maggior difficoltà delle donne a trovare un’occupazione. Oggi chi cerca un impiego è, nel 59% dei casi, una donna.
Le donne, in particolare, rappresentano la maggioranza assoluta nei settori retail – candidature come commesse, cassiere, store manager – nel settore accoglienza e nel mondo dei call center – centralinisti, team leader, operatori inbound e outbound. Gli uomini, di contro, rappresentano la maggioranza nelle candidature nella ristorazione – come personale di sala e cucina, bartender, pasticceri e pizzaioli – e nella logistica (magazzinieri, operai, meccanici, autisti, addetti al picking e al controllo qualità).
A conferma dei recenti dati Istat, che mostrano come dei 444 mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% sia costituito da donne, anche i dati di Jobtech mostrano la crescita del gender gap dell’occupazione.
Se uomini e donne si dicono ugualmente flessibili a lavorare nel weekend (90% del campione), le donne accetterebbero – forse perché l’accudimento familiare resta in capo a loro – un contratto part-time in misura nettamente superiore alla compagine maschile (87% delle donne contro il 71% degli uomini). Il campione degli uomini, di contro, si reputa più propenso a lavorare di notte: in questo caso le percentuali sono rispettivamente del 52% e del 19%.
Un identikit del lavoratore modello ben delineato
Il campione, preso nella sua totalità, rivela un’età media piuttosto bassa: il 67,37% di chi si offre per lavorare in somministrazione appartiene alla Gen Z o è un Millennial – non ha, quindi, più di quarant’anni. Elevato il livello formativo degli italiani che cercano lavoro: l’85% del campione ha conseguito un diploma di maturità o una qualifica superiore, di questi il 22,7% è in possesso di titoli di studio universitari (si va dalla laurea triennale al dottorato di ricerca).
Si delinea così il profilo di un lavoratore che ha, mediamente, 5 anni di esperienza complessiva nel mondo del lavoro. I più esperti sono quelli che puntano al mondo della contabilità – qui gli anni di esperienza sono in media 6,4 – e dei call center (5,9 anni di media).
Di contro, i meno esperti sono i lavoratori che puntano al mondo dell’ho.re.ca.: complice la rivoluzione che ha investito il settore a seguito della pandemia, con un profondo turn over dei lavoratori di tutto il comparto – molti di loro, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, hanno cambiato lavoro e non sono più disponibili, creando così opportunità per i più giovani e i meno esperti – qui non si va oltre i 4 anni di esperienza complessiva nel mondo del lavoro.
«Sappiamo ormai bene, purtroppo, che il crollo occupazionale nell’Italia messa in crisi dalla pandemia è un affare soprattutto femminile. Come agenzia per il lavoro siamo convinti che la cosa importante oggi sia agire in fretta per riuscire a instaurare un vero e proprio cambio culturale e di mentalità. Secondo i recenti dati Eurostat in Italia più di una giovane donna su tre non studia né lavora ma le nostre evidenze ci mostrano una realtà molto diversa, fatta di donne capaci che lottano per costruirsi una carriera – dichiara Angelo Sergio Zamboni, co-founder di Jobtech. – In Jobtech stiamo lavorando senza sosta per favorire un incontro efficace di domanda e offerta di lavoro, con l’obiettivo di contribuire alla crescita e alla minimizzazione del gender gap in Italia.»
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