Messa a sistema di domanda e offerta di lavoro, profilazione dei lavoratori mediante la condivisione delle banche dati dei fondi interprofessionali, ricollocazione dei lavoratori sotto la spinta della transizione green e digitale promossa dall’Unione Europea con il Piano di ripresa e resilienza.
Sono alcuni dei temi emersi nel corso del convegno “Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL) e formazione. Quale ruolo per i fondi interprofessionali?”, organizzato da FondItalia martedì 19 ottobre 2021 a Milano nella cornice di ExpoTraining, la fiera dedicata a formazione, sicurezza e lavoro.
Il sostegno continuo dei Fondi Interprofessionali
L’iniziativa, che ha approfondito il ruolo dei fondi interprofessionali all’interno del perimetro della nuova misura quinquennale GOL che ha l’ambizione di ricollocare almeno 3 milioni fra lavoratori in transizione e disoccupati, ha visto la partecipazione del Presidente di FondItalia Francesco Franco, del Direttore Egidio Sangue, del Segretario Generale di Ugl Francesco Paolo Capone, del Presidente di FederTerziario Nicola Patrizi e del Presidente dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro Lombardia Andrea Fontana.
“I fondi interprofessionali- ha detto il Presidente FondItalia Francesco Franco – sono gli unici soggetti istituzionali che hanno un rapporto continuativo con aziende, lavoratori e parti sociali e sono per questo in grado di assumere un nuovo ruolo nella ricollocazione dei lavoratori”.
Un concetto sottolineato anche dal Direttore FondItalia Egidio Sangue. “Nel periodo 2012-2020, il 55% delle imprese italiane ha avuto accesso al finanziamento per la formazione dei propri dipendenti grazie ai fondi interprofessionali: 5 miliardi gestiti grazie alla fiducia che le aziende hanno accordato ai Fondi. Le nostre banche dati ci permettono di conoscere in tempo reale età, titolo di studio e percorsi formativi svolti da ogni singolo lavoratore all’interno del sistema ed è per questo che rappresentano una risorsa enorme nella ricollocazione dei lavoratori, uno strumento che se utilizzato in maniera appropriata, è in grado di mettere realmente a sistema domanda e offerta di lavoro”.
Una posizione, quella di Sangue, condivisa anche dal Segretario di Ugl Francesco Paolo Capone, che nel suo intervento ha invocato maggiori risorse da destinare ai fondi interprofessionali, poiché è lì che vi è “il matching fra le esigenze delle imprese e la formazione dei lavoratori”.
“Residuano ancora 25 miliardi dei Fondi Strutturali 2014 – 2020 (PON e POR) da spendere entro dicembre 2023 e a questi si aggiungono i soldi del PNRR” ha detto il Presidente di FederTerziario Nicola Patrizi, secondo cui “la Pubblica Amministrazione ha bisogno di una cura da cavallo e di mettere ai vertici della macchina funzionari capaci”.
L’importanza delle politiche attive
La necessità di investire sulle politiche attive per venire incontro alle reali esigenze di aziende e lavoratori è stato infine al centro dell’intervento del presidente di ANCL Lombardia Andrea Fortuna, che ha ricordato come recente studio dell’associazione Consulenti del lavoro vede l’Italia fanalino di coda nelle risorse impiegate, in termini percentuali, per finanziare le politiche attive.
GOL, nato con la Legge di Bilancio del 2021, è sostenuto da un contributo governativo di 4,4 miliardi di euro nell’ambito della Missione 5 del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), a cui si aggiungono 500 milioni di euro nell’ambito del programma React EU della Commissione Europea prevedendo il coinvolgimento di almeno 800 mila persone in attività di formazione, soprattutto per il rafforzamento delle competenze digitali. Si tratta di un’iniziativa, in partenza in questo autunno, che riguarderà per il 75% disoccupati, percettori del reddito di cittadinanza, ma anche coloro che si trovano in cassa integrazione, precari, lavoratori fragili (disabili, donne svantaggiate, giovani sotto i 30 anni, lavoratori over 55).