di Virna Bottarelli |
Microlearning, Mooc, tutoraggio virtuale, strumenti di videoconferenza, app linguistiche, software per l’apprendimento on line: l’elenco delle soluzioni tecnologiche che orbitano attorno al concetto, più generale, di e-learning è particolarmente nutrito.
Ad alimentare il settore è stata la pandemia, con aziende ed enti che, dovendo spostare la formazione dai luoghi fisici a quelli virtuali, hanno fatto esplodere la domanda: quando il Dpcm del 4 marzo 2020 ha sospeso la possibilità di erogare attività formative in presenza e ha consentito “la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza”, il settore ha tirato un sospiro di sollievo, perché ha potuto in qualche modo continuare a operare, ma è stato anche investito da un’accelerazione improvvisa del processo di digitalizzazione.
Martina Mauri, ricercatrice dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, dice: “La pandemia legata al Covid-19 ha impattato doppiamente i processi formativi, innanzitutto accelerando la digitalizzazione delle attività di erogazione e fruizione dei contenuti: ad aprile 2020 il 73% delle Direzioni HR coinvolte nella Ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practice ha introdotto nuovi strumenti digitali per garantire la continuità del servizio. Inoltre, le attività formative si sono rese centrali per supportare la digitalizzazione dell’intera organizzazione, tanto che tra le principali attività per supportare i collaboratori durante il primo periodo di emergenza troviamo la formazione su strumenti digitali per favorire il lavoro da remoto e sulle soft skill digitali per relazionarsi e interagire efficacemente anche a distanza. Ci sono stati però anche diversi ostacoli da superare: il 40% delle Direzioni HR ha dichiarato di avere avuto qualche difficoltà nel portare avanti le attività di formazione e sviluppo nell’ultimo anno. Prima su tutte la capacità di rendere efficace la formazione online. Introdurre nuovi strumenti non basta, è necessario avviare una coerente campagna di comunicazione per farne conoscere caratteristiche e benefici, individuare agenti del cambiamento interni disposti ad utilizzare per primi i nuovi strumenti e supportare i colleghi nella loro adozione e incentivarne l’utilizzo, ad esempio, utilizzando logiche di gamification. Un altro aspetto importante da non dimenticare è che l’online richiede tempi e modalità di fruizione diversi dalla formazione d’aula, per cui è necessaria una completa riprogettazione dei contenuti formativi da erogare”.
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