Questione di genere: una prospettiva femminile sull’Intelligenza Artificiale

Questione di genere e Intelligenza Artificiale: ne parliamo con Alice Panciri, Head of Brand Marketing and Communication di Sistem-Evo

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alice panciri

di Virna Bottarelli |

Dal 1° gennaio è entrata in vigore la legge sulla parità salariale, che prevede per le aziende una certificazione della parità di genere. Prima ancora che nel mondo del lavoro, però, le differenze di genere sono rintracciabili nei percorsi di studio, che vedono le donne laurearsi principalmente nelle discipline umanistiche e gli uomini rappresentare invece la percentuale maggioritaria di laureati in quelle scientifiche (tra il 60 e l’80% secondo dati di Almalaurea sul Gender Gap).

Eppure, anche nei casi in cui scelgono i percorsi di studio più tecnici, le donne hanno spesso risultati migliori. Ce lo conferma Alice Panciri, Head of Brand Marketing and Communication di Sistem-Evo, un’azienda nata nel 2017 che progetta e implementa soluzioni di Intelligenza Artificiale. Siamo nel campo di una delle tecnologie più rivoluzionarie degli ultimi tempi e il caso di Panciri, 34 anni, è quello di una donna che si è distinta in un settore ancora a matrice prevalentemente maschile.

Qual è la tua formazione? Come ti sei avvicinata al mondo della tecnologia e, in particolare, a quello dell’Intelligenza Artificiale?

Ho una formazione da perito aziendale corrispondente in lingue estere e una laurea triennale in Comunicazione di Impresa. A 23 anni sono entrata nel mondo del lavoro e, in particolare, nel settore del marketing digitale, nel quale ho ricoperto varie mansioni, partendo dalla gavetta. Sono in Sistem-Evo dal 2020 e nel mio ruolo gestisco le attività di marketing e brand dell’azienda, interfacciandomi da un lato con la Direzione e dall’altro con il Dipartimento Marketing e Delivery, coordinando due gruppi di lavoro per un totale di dieci persone. Seguo poi i clienti che richiedono soluzioni personalizzate, tengo webinar e intervengo come speaker in eventi dedicati a temi digitali e tecnologici. La mia missione è sempre stata quella di declinare le soluzioni tecnologiche alle esigenze dei clienti, oltre che di “tradurre” in un linguaggio comprensibile concetti complessi, come quelli alla base dell’Intelligenza Artificiale conversazionale, core business di Sistem-Evo.

Non sono ancora molte le donne che operano in questo settore…

L’ambito in cui opero è prevalentemente maschile a livello manageriale, sebbene spesso le donne si distinguano per bravura e competenza. Ed è un peccato che ce ne siano ancora poche.

Cosa pensi sia utile fare per aumentare la presenza femminile in questo particolare comparto?

Non si tratta tanto di imporre delle quote rosa, quanto di equiparare l’accesso alle opportunità di carriera, incrementando quel welfare che rende famiglia e carriera non scelte in antitesi, ma conciliabili e riconoscere il valore del professionista, a prescindere dal genere. E poi, vanno scardinati quei limiti che una narrazione tradizionalmente maschile pone all’emancipazione femminile anche in ambito lavorativo.

Da parte delle donne, invece, che cosa serve?

Per le donne è importante avere maggiore consapevolezza del proprio valore. Siamo molto brave a lavorare sugli aspetti relazionali, sappiamo ascoltare, facciamo emergere nell’altro i suoi punti di forza e li mettiamo in circolo. Essere consapevoli di questa nostra dote è un primo passo per costruire un modello di leadership che, senza dover ricalcare quello maschile, fa della nostra diversità il proprio punto di forza.

 

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