Dipendenti felici? Dipende dalla generazione

Dai boomer desiderosi di un miglior work-life balance, ai millennial, per i quali contano fiducia e coinvolgimento, passando per gli Z worker che spingono per il lavoro ibrido: diverse idee di dipendenti felici

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Dipendenti felici: dipende dalla generazione

di Cleopatra Gatti |

Com’è possibile avere dei dipendenti felici e quali sono i fattori che li rendono insoddisfatti? Le questioni e le soluzioni da mettere in campo sono diverse e variano a seconda della generazione di appartenenza dei componenti del team.

“Ogni generazione necessita di accorgimenti mirati per lavorare serenamente e coltivare la felicità all’interno del proprio workplace – spiega Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia -. Ogni ambiente di lavoro è ricco e vario: ciò comporta la messa in pratica di misure efficaci di change management per garantire un benessere organizzativo a 360°. E, quindi, un’employee experience e un clima aziendale non soltanto produttivo, ma anche accogliente e apprezzato da tutti i collaboratori che fanno parte del team operativo. I leader d’impresa sono chiamati ad accompagnare i propri collaboratori all’interno del percorso di trasformazione aziendale che, in seguito al periodo di pandemia, coinvolge e coinvolgerà tutte le imprese del territorio”.

Boomer: salute e lavoro remoto

Si parte con i Boomer che, secondo Business Wire sono alla ricerca di un miglior equilibrio fra vita privata e professionale. Tre dipendenti su quattro, infatti, hanno avvertito un peggioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata a causa della pandemia. La felicità di questi professionisti si coltiva promuovendo benefici relazionati alla cura della salute.

A tal proposito, il 71% dei boomer vede nella cura della vista un beneficio essenziale. Inoltre, secondo New Zealand Herald, gli stessi boomer sarebbero più a loro agio se continuassero a lavorare interamente da remoto.

Generazione X: i dipendenti felici cercano autonomia

Passando alla generazione successiva, ovvero la Gen X, Business News Daily focalizza l’attenzione su alcuni punti di grande rilevanza. Per lavorare efficacemente con gli “X worker”, che rappresentano il 35% della forza lavoro moderna negli Usa, il singolo datore di lavoro è chiamato a:

  • consentire loro di lavorare in autonomia;
  • rispettare le loro tempistiche;
  • garantire un corretto equilibrio tra vita professionale e privata;
  • comunicare con i diretti interessati in maniera efficace e trasparente;
  • evitare la cosiddetta microgestione o la supervisione del dettaglio di ogni singola mansione assegnata;
  • fornire ai singoli collaboratori opportunità di progresso e apprendimento tramite, per esempio, corsi di formazione;
  • valorizzare l’esperienza, tenendo sempre in considerazione il valore di ogni professionista.

Generazione Y (Millennial): verso la leadership

Secondo quanto indicato da Standard Media, le aziende del giorno d’oggi espongono i giovani a progetti importanti. Sviluppando le loro capacità di leadership e, allo stesso tempo, concedono loro spazio e possibilità di esprimere la loro opinione, indicando cosa funziona e cosa no all’interno dell’ambiente di lavoro in cui si trovano.

E ancora, i giovani della generazione Y sono portatori di positività e gioia in ufficio. Proprio per questo motivo, diverse company organizzano attività grazie a cui i giovani collaboratori possono mettersi in mostra a suon di entusiasmo e creare o rafforzare i rapporti personali e professionali sul posto di lavoro. Sulla stessa lunghezza d’onda, sempre Business News Daily focalizza l’attenzione su ulteriori concetti utili. Per i millennial, fiducia e trasparenza sono ingredienti chiave in ambito relazionale così come il tasso di coinvolgimento nelle varie fasi operative.

Generazione Z: bisogno di cultura aziendale

Per concludere la rassegna sui dipendenti felici, ecco la Gen Z che, secondo il settimanale Time, risulta indecisa. Il 30% dei giovanissimi vorrebbe lavorare in smart working, mentre il 34% afferma di essere più produttivo e coinvolto quando lavora dall’ufficio. Per la crescita personale e professionale di questi giovani collaboratori risultano fondamentali elementi come la cultura aziendale, la socializzazione con i colleghi e, allo stesso tempo, la presenza di un mentore o di un modello con cui connettersi e da cui prendere spunto.

Per concludere, anche Psychology Today analizza la situazione “Gen Z related”, concentrando l’attenzione sul fatto che la maggior parte dei nati nel nuovo millennio predilige un modello di lavoro ibrido. Inoltre, la rivista statunitense elenca i desideri dei giovani professionisti in campo lavorativo. Si passa dalla disponibilità di distributori automatici in ufficio alla mission azionale, in linea con i desideri e le prospettive dei nuovi giovani professionisti. Fino allo sviluppo professionale, con tanto di formazione face to face.

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