L’ufficio ibrido è già la norma per molti lavoratori. Una tendenza in corso da anni, accelerata dalla pandemia, grazie alla quale le aziende stanno anche ridisegnando le loro strategie immobiliari.
Così, alla rivoluzione del lavoro da remoto si affiancano nuove forme di workplace che, unite alla digitalizzazione dei processi, hanno dato il via a un vero e proprio ripensamento degli spazi a uso ufficio. Parliamo di una maggiore propensione a uscire dalle metropoli per investire in sedi distribuite sul territorio. Consentendo ai dipendenti di ridurre gli spostamenti e di lavorare comunque da spazi idonei.
L’ufficio ibrido entra nel dizionario
Non è un caso, dunque, che il celebre Oxford English Dictionary (EOD) abbia aggiornato la definizione di ibrido per includere l’espressione “lavoro ibrido”. Lo definisce così: “dell’occupazione, dell’istruzione, ecc.: fornire modelli flessibili per il lavoro o l’apprendimento, in particolare utilizzando la tecnologia delle comunicazioni digitali per consentire un efficace accesso da remoto e l’home working in combinazione o alternativa ai tradizionali ambienti di ufficio o di insegnamento”.
Negli ultimi due anni, sottolineano gli esperti di IWG (International Workplace Group), le aziende hanno riconosciuto i vantaggi dell’approccio ibrido sulla produttività e profitti. Parallelamente, si è fatta strada la consapevolezza di come il modello ibrido sia più sostenibile, per le persone e per il pianeta.
Spazi satellite nel futuro dei lavoratori
In questa logica, l’ufficio ibrido è ovunque, magari vicino a casa e non necessariamente nelle grandi città. Stiamo passando dall’unico grande hub centrale a una struttura a rete, distribuita sul territorio e pensata per fornire un punto d’appoggio di prossimità ai dipendenti. Sempre secondo IWG, infatti, il futuro del lavoro ruoterà addirittura intorno al concetto dei “15 Minute Commute”. Ovvero degli spostamenti entro 15 minuti, con tutti i servizi disponibili a un breve viaggio da casa.
“La nostra ricerca sul FTSE 100 e sul FTSE 250 ha mostrato che il numero aziende quotate in borsa che stanno introducendo un modello ibrido è tre volte superiore a quello di chi cerca di continuare come prima – spiega Mark Dixon, fondatore e Ceo di IWG -. La pandemia ha imposto in maniera drammatica e permanente questo nuovo modo di lavorare. Il futuro del lavoro è già con noi e, da qui, non potrà che migliorare”.
Una rete “locale” di business center
La logica della riduzione degli spostamenti sottende anche la crescita nel mercato italiano. Qui, IWG conta oltre 84 business center per un totale di 227.000 metri quadrati a uso ufficio. Ma il gruppo ha registrato una crescita della domanda per spazi di lavoro flessibili nelle città più piccole e nelle località suburbane. Sono anche aumentati gli abbonamenti sottoscritti direttamente dalle grandi corporation a favore dei propri dipendenti, per offrire loro i vantaggi dell’ufficio ibrido.
“IWG aprirà nei prossimi anni centinaia di altri spazi di lavoro flessibile in zone rurali e suburbane – conclude Dixon -. Ci aspettiamo che il modello di lavoro ibrido rimanga la normale pratica nella maggior parte delle aziende, e vogliamo soddisfare questo bisogno di sedi di lavoro più vicine alle abitazioni”.