Uno studio della Harvard Business Review indica che i contesti di lavoro inclusivi hanno una probabilità otto volte maggiore di ottenere risultati aziendali complessivamente migliori.
Un forte senso di appartenenza è stato anche collegato a un aumento del 56% delle prestazioni lavorative, con un incremento del 167% della promozione dell’azienda da parte dei dipendenti. Alcune imprese lo hanno compreso e hanno attivato progetti volti a valorizzare la diversità culturale al loro interno.
Il caso italiano di Nespresso
Nespresso, ad esempio, ha sviluppato in collaborazione con Fondazione Adecco per le pari opportunità. Il programma Nemo ha l’obiettivo di inserire giovani migranti nelle sue boutique. Dopo una prima edizione dell’iniziativa nel 2020, il progetto si è rinnovato nel 2021 con l’offerta a cinque giovani rifugiati e richiedenti asilo di un percorso di formazione e di un’esperienza professionalizzante nei punti vendita della regione Veneto.
L’iniziativa prevede momenti di formazione iniziali guidati dall’associazione Educatori Senza Frontiere. Qui, i nuovi ragazzi hanno la possibilità di confrontarsi con i colleghi di Nespresso e di imparare a collaborare al di là delle diversità che ciascuno porta con il proprio vissuto. Successivamente inizia il percorso lavorativo in boutique, dove si impara l’arte della degustazione del caffé e il servizio di vendita.
“Siamo grati ai ragazzi e ragazze che prendono parte al nostro progetto – spiega Simona Liguoro, HR Director di Nespresso Italiana -. Insieme, creiamo un impatto positivo per chi è già in azienda, per loro e per le comunità in cui operiamo. Il nostro obiettivo è lavorare sempre più a progetti come questo, andando in nuove regioni d’Italia per aggiungere più visioni alla nostra e arricchire la nostra cultura”.
Antreem contro differenze culturali e gender gap
Persone al centro è invece il progetto con il quale Antreem, società di consulenza informatica che realizza progetti digitali, ha vinto il Premio Ged – Gender Equality and Diversity, assegnato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Premio Innovatori Responsabili 2020.
“Tramite le numerose attività del progetto, hanno preso forma gli obiettivi che abbiamo più a cuore – spiega Fabio Poli, Ceo e presidente dell’azienda di Imola -. Applicare l’innovazione in ogni ambito delle nostre vite, lavorare a una crescita continua del welfare, diffondere la cultura digitale su tutto il territorio, incoraggiare l’ingresso di donne e giovani nel settore informatico”. Oltre che sui temi della flessibilità, socialità, formazione e cultura digitale, il progetto è infatti imperniato su politiche di Diversity & Inclusion.
Dice ancora Poli: “Consapevoli del gender gap presente nel settore informatico, stiamo contribuendo attivamente a un cambio di direzione tramite l’accoglienza in azienda di diverse studentesse e con l’insegnamento della cultura del digitale nelle scuole del territorio. Praticare la parità di genere nelle carriere è per noi fondamentale, per valorizzare le potenzialità di tutto il personale ma, soprattutto, per promuovere una maggiore giustizia sociale e lotta contro tutte le discriminazioni”.
Il progetto di Openjobmetis in Sicilia
Diversità e inclusione sono temi cari anche a Openjobmetis, che li ha promossi con successo nel contesto del terzo settore in Sicilia. Nell’ambito dell’accordo siglato lo scorso anno con l’Associazione Lavoratori Stranieri del Movimento Cristiano Lavoratori e il consorzio Umana Solidarietà, l’ApL ha avviato in estate un corso di formazione per 11 richiedenti asilo politico e titolari di protezione internazionale. Si trattava di ospiti del centro di San Cono (CT), gestito dalle Cooperative Opera Prossima, San Francesco e Iride.
Il corso verteva sulle competenze di tecnica agricola per la lavorazione del fico d’India, frutto d’eccellenza del territorio di San Cono. Gli 11 lavoratori, formati, sono poi stati assunti presso alcune delle aziende agricole locali. “La Divisione Agroalimentare opera da anni sul territorio siciliano in ambito Risorse Umane al fianco di moltissime aziende che si occupano di coltivazione, raccolta e trasformazione di prodotti agricoli – spiega Chiara Zonzin, Responsabile Divisione Agroalimentare di Openjobmetis -. Progetti come questo, in collaborazione con realtà quali il Consorzio Umana Solidarietà, ci permettono di continuare a qualificarci come partner affidabile. Non solo per la trasparente gestione del personale agricolo, ma anche per le esigenze di reclutamento, sempre più sentite, vista la crescente carenza di manodopera. Questa iniziativa, condivisa dal Sindaco di San Cono, rappresenta una best practice che dimostra come la sinergia con le istituzioni sia strategica per la creazione di nuove opportunità di lavoro e per dare valore al territorio”.
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