Alta formazione e competenze? Qui le donne hanno più chance

Nel 2021 le figure femminili rappresentano il 66,3% delle nuove attivazioni tra i profili intellettuali e specializzati, al +23% rispetto al 2019: lo dice l'ultimo dossier di Fondazione Studi Consulenti del Lavoro

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Alta formazione e lavoro femminile

Alta formazione e competenza possono sbloccare la crescita delle donne nel mondo del lavoro, ma la strada è ancora lunga.

Nel 2021 sono infatti cresciuti i profili femminili qualificati operanti all’interno di settori a tradizionale vocazione maschile (ingegneria, scienze matematiche, informatica). Praticamente un’assunzione su quattro è avvenuta tra professioni intellettuali, ad alta specializzazione e tra quelle tecniche. Inoltre, le donne hanno rappresentato il 66,3% delle nuove attivazioni tra i profili intellettuali e specializzati, al +23% rispetto al 2019. Un segnale incoraggiante, sebbene il numero delle lavoratrici sia passato dai 9,7 milioni del 2019 ai 9,5 milioni del 2021.

I dati vengono dal dossier “Donne e lavoro: ancora lontana la ripresa occupazionale” di Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. Uno studio elaborato a partire dall’analisi coordinata dei dati Istat contenuti nell’indagine mensile sulle Forze Lavoro e di quelli delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro riferiti alle nuove attivazioni.

Puntare sull’alta formazione

Rispetto ai primi nove mesi del 2019, crescono nello stesso periodo del 2021 le assunzioni delle laureate: il 18,4% delle neoassunte (8,5% tra gli uomini). Su 100 laureati che hanno sottoscritto un nuovo contratto, 65 sono donne. Interessante notare come profili più dinamici sono anche quelli dove persiste ancora un divario di genere.

A registrare la maggiore crescita sono:

  • donne ingegnere e architette: +40,2%;
  • specialiste della salute: +33,6%;
  • formazione e ricerca: +26,9%;
  • scienze matematiche, informatiche e chimiche: +19,5%.

Riguardo alle tipologie contrattuali, l’incertezza del quadro congiunturale e la giovane età delle neoassunte ha determinato un massiccio ricorso a contratti temporanei. Solo il 21,3% delle donne è assunta a tempo indeterminato, mentre la maggioranza (64%) ha avuto un contratto a termine. Ma è l’elevata incidenza del part time sulle nuove attivazioni a distinguere le donne rispetto agli uomini. Solo una donna su due (49,2%) nei primi nove mesi del 2021 ha firmato un contratto a tempo pieno, mentre tra gli uomini la percentuale è del 68,7%. Sul fronte geografico, il 32,4% delle donne ha trovato lavoro al Sud, unica area del Paese dove, rispetto al 2019, non si è registrata una contrazione delle assunzioni. Resta ancora un forte divario tra uomini e donne nell’accesso a nuove opportunità di lavoro, benché la situazione sia eterogenea sul territorio.

Il canale YouTube dedicato

“Siamo di fronte a un mercato del lavoro in profondo cambiamento ‒ commenta Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro –, anche rispetto alle professionalità che le imprese cercano per intercettare la ripartenza in questa fase di grande incertezza. I dati dell’indagine confermano la spendibilità di profili specializzati e tecnici, per i quali più del genere conta la competenza, nella ricerca di nuovi contratti”. 

Proprio per aumentare le possibilità di conoscere diritti e opportunità, Fondazione Studi Consulenti del Lavoro dedica alle donne uno spazio importante nel nuovo canale YouTube della web tv di Categoria, che l’8 marzo avvia le proprie attività.


Consulta il dossier “Donne e lavoro: ancora lontana la ripresa occupazionale” 

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