I datori di lavoro stanno capendo quanto conta promuovere la “well-being culture”. Come? attraverso programmi di assistenza che guardano al benessere psico-fisico e all’integrazione di benefit aziendali.
Superata la fase più complicata della “Great Resignation”, il mondo del lavoro si prepara ad affrontare una nuova sfida. Quella di supportare con iniziative concrete il benessere dei dipendenti a 360 gradi. Gli strumenti di welfare innovativi si rivelano infatti una leva importante per trattenere i giovani talenti. Il 67% della Gen Z li ritiene prioritari nella ricerca di un nuovo impiego.
“È fondamentale il modo in cui i datori di lavoro affronteranno e gestiranno questo aspetto nei prossimi mesi perché avrà un impatto significativo sulla produttività e sulla loro fidelizzazione all’azienda – afferma Florent Lambert, Ceo di Sodexo Benefits & Rewards Services Italia –. Assistiamo a un nuovo concetto di well-being culture che spinge i datori di lavoro a scegliere servizi e partner sempre più capaci di rispondere a un ventaglio ampio di esigenze di welfare. È ormai evidente che la retribuzione non è più l’unico fattore decisivo nella scelta del posto di lavoro”.
Come portare la wellbeing culture in azienda
In questa nuova situazione occorre dare spazio a soluzioni che contribuiscono a migliorare il benessere psico-fisico dell’individuo giorno dopo giorno. Nello scenario post-pandemico, infatti, i fenomeni di malessere sono in aumento. Secondo una ricerca Mindwork – BVA Doxa, infatti, il 92% dei lavoratori ritiene importante che l’azienda si occupi attivamente del benessere dei dipendenti. E un altro 75% valuterebbe positivamente gli strumenti messi in campo dall’azienda per identificare un malessere psicologico. Inoltre, secondo una recente ricerca Paychex – Future Workplace, il 67% della Gen Z ritiene questa tipologia di benefit prioritari nella ricerca di un nuovo impiego.
Proprio per questo motivo, i datori di lavoro stanno investendo risorse per programmi di assistenza dedicati ai dipendenti con la promozione di una wellbeing culture. Si tratta di offrire la possibilità di scegliere piani personalizzati attraverso piattaforme welfare, come quella offerta da Sodexo, messe a loro disposizione dall’azienda. Qui, i lavoratori possono scegliere servizi e prodotti che possono riguardare diversi ambiti del benessere psicofisico.
Perché diventa una priorità
Questa necessità nasce da diversi fattori inerenti sia all’organizzazione del lavoro, sia alla carenza di programmi dedicati al benessere mentale per i dipendenti. Secondo una recente ricerca del Guardian intitolata “Mind, Body and Wallet”, la salute e il benessere emotivo dei dipendenti è al quarto posto tra le priorità degli uffici delle risorse umane.
Ancora, nel 2016 solo il 15% dei datori di lavoro riteneva l’introduzione di strumenti di supporto psicologico all’interno del pacchetto benefit estremamente importante. Il dato è più che raddoppiato negli ultimi cinque anni toccando nel 2021 il 35%. “Come previsto stiamo assistendo a un nuovo cambiamento del mondo del lavoro – conclude Florent Lambert –. La digitalizzazione sta rivoluzionando i servizi dedicati ai dipendenti migliorando, allo stesso tempo, l’organizzazione aziendale. In questo scenario, le imprese dovranno dare inizio alla creazione di una wellbeing culture. Dove il benessere dei dipendenti sarà sempre di più un punto di riferimento”.