FONDIRIGENTI | Competenze per la governance finanziaria

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Fondirigenti presenta 10 pratiche per lo sviluppo di opportunità di business, per la governance finanziaria e per la gestione del rischio dell’azienda.

Quali sono le skills che i manager devono avere per una corretta gestione aziendale? La risposta arriva dal Modello di competenze per la Governance Finanziaria promosso da Fondirigenti. In tutto 10 pratiche a disposizione delle imprese per lo sviluppo di opportunità di business e per la gestione eventi che possono mettere a rischio la normale attività dell’azienda. Il fondo le ha racchiuse in quattro macroaree di intervento: Dinamiche di Board, Digital & Innovation, Sustainability, Competenze Trasversali.  

Il modello di mappatura delle competenze si è posto l’ambizioso obiettivo di aiutare a comprendere quali siano i principali gap conoscitivi all’interno delle aziende. E identificare una serie di strumenti a supporto delle imprese affinché sia possibile gestire in modo proattivo il sistema di governance in un’ottica di stakeholder management. Attraverso un’analisi delle competenze per la Governance Finanziaria condotta a livello nazionale che ha coinvolto 400 tra imprenditori e manager selezionati tra 340 imprese d’Italia con maggior inventiva, resilienza e determinazione.  

“Abbiamo voluto sensibilizzare gli imprenditori e manager italiani, al fine di avviare percorsi virtuosi all’interno dei contesti aziendali – spiega Massimo Sabatini, direttore generale di Fondirigenti -. Grazie all’ottima risposta delle aziende coinvolte nella survey è stato possibile strutturare il modello su 10 competenze. Al fine di permettere alle imprese di individuare i gap e definire gli strumenti per far condurre la propria organizzazione verso la nuova normalità”.  

Il progetto, della durata di un anno, è stato curato dalla RTI composta da Links Management & Technology, SCS Consulting e Troisi Ricerche. Le attività di ricerca sono state, inoltre, supervisionate da un Comitato Scientifico composto da: Marco Bigelli (Università Alma Mater Studiorum di Bologna), Corrado Crocetta (Università degli Studi di Bari), Tommaso Fabbri (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia), Francesco Lenoci (Università Cattolica di Milano) e Rebecca Levy Orelli (Università Alma Mater Studiorum di Bologna).  

Tra le attività realizzate, la predisposizione e pubblicazione di 10 video-pillole informative, per aiutare a conoscere alcune tematiche chiave su Digital Transformation, Governance Strategica e Sostenibilità. Sono stati, inoltre, organizzati 5 laboratori digitali sui nuovi strumenti di Governance finanziaria. Il modello presentato prende in esame un set di competenze necessarie al management, individuate sulla base di ambiti ben definiti: Dinamiche di Board; Digital & Innovation e Sustainability ; Competenze Trasversali

La competenza relativa a IT Security e Privacy è quella ritenuta maggiormente strategica. In termini di importanza all’interno del modello di competenze per la governance finanziaria, sia dalle PMI che da grandi imprese, con valori pari a circa 80% (anche se solo il 50% dei manager dichiara di possedere competenze sufficienti su questi temi). La gestione degli Economics è un tema che risulta importante e strategico non solo per le grandi imprese ma anche per le PMI, di primaria importanza sia per gli esperti dell’ambito finance che per i manager di HR.  

Il Risk management finanziario è presidiato in modo più proattivo dai manager di PMI, più sensibili agli impatti che la volatilità del mercato potrebbe avere sul business, rispetto alle grandi organizzazioni che possono garantire maggiore stabilità al proprio business anche in momenti di forte cambiamento. Per i manager delle grandi imprese risultano invece strategiche le competenze legate alla Data Governance. Ciò vista la mole più elevata di dati a disposizione che, se adeguatamente gestititi, può assicurare un forte vantaggio competitivo. 

Risultano invece poco importanti gli aspetti legati agli impatti del climate change (importante solo per il 20,0 % degli intervistati e presidiata da circa il 10%). Dati che dimostrano come la sensibilità dei manager su questi temi sia ancora bassa, indipendentemente dalla dimensione aziendale.

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