La cultura come chiave di volta per gestire il cambiamento e ripensare i modelli aziendali: la grande sfida delle imprese italiane.
Nuove priorità per una nuova ripartenza, nel segno del cambiamento e di quella componente umana che oggi fa la differenza. Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico, infatti, 4,38 milioni di lavoratori si dichiaravano pronti a sfruttare le formule ibride di lavoro anche in seguito alla conclusione dello stato di emergenza. Lo smart working, così come il fenomeno delle Grandi Dimissioni, ha inoltre cambiato profondamente le priorità e le abitudini delle persone, portando a galla esigenze finora ignorate. Microsoft, nell’ultimo “Work Trend Index”, ha raccolto alcuni dati relativi al 2021 che confermano questo movimento nel mondo del lavoro. Il 41% dei lavoratori in tutto il mondo sta infatti valutando concretamente di licenziarsi entro l’anno. Mentre le offerte di lavoro da remoto su LinkedIn sono quintuplicate.
Come ripensare i modelli aziendali?
Cosa porta i lavoratori a lasciare il posto di lavoro? Si tratta principalmente di benessere in azienda. Ovvero di equilibrio con la vita privata e di relazioni con colleghi e superiori. A trattenerli, pertanto, non sarà più solo il salario, ma le condizioni di lavoro e la percezione del dipendente. Quindi, la capacità delle imprese di intercettare i bisogni e di far fronte a un fenomeno destinato a perdurare.
Un importante strumento nelle mani delle imprese è la formazione. Affinché questa sia efficace, però, deve essere declinata sulla base delle trasformazioni in atto: digitale, economica e sociale. Cambiamenti che, insieme agli eventi degli ultimi due anni, hanno stravolto le modalità di lavoro in azienda, richiedendo un cambio di passo repentino. Parallelamente, c’è la sensibilità sociale nei confronti di tematiche come la tutela dell’ambiente, i diritti e le pari opportunità. I datori di lavoro devono fare attenzione a tutto questo se vogliono trattenere i propri talenti.
Il ruolo della cultura nello sviluppo delle imprese
Uno studio condotto da PwC nel 2021 dice che oltre l’80% delle risorse preferisce lavorare per imprese il cui operato abbia un impatto positivo su ambiente e comunità. Sono più attrattive le organizzazioni che si rinnovano come componenti di un sistema più complesso e interconnesso.
Si fa portavoce di questo pensiero anche Feltrinelli Education, piattaforma ibrida di intrattenimento e formazione, che ha destinato una parte della propria proposta educativa alla realizzazione di percorsi per le imprese. Il tutto attraverso quattro format:
- humanities talk: itinerario formativo composto da webinar interattivi per stimolare l’interesse dei dipendenti su tematiche di attualità;
- branded education: percorsi progettati insieme alle aziende e da esse finanziati, al fine di trasformare la formazione in comunicazione esterna;
- corsi live e on demand tailor made: percorsi ispirati ai tre pilastri tematici Train the Brain per affrontare le sfide odierne, Train the Team per coltivare la cultura aziendale e Train the Future per approfondire i trend e anticipare le sfide odierne;
- corsi live e on demand a catalogo: raccolta di corsi live, dalle 10 alle 24 ore, e on demand, dalle 2 alle 6 ore, per creare momenti di interazione e di aggiornamento delle competenze.
La realizzazione dei contenuti dei formar di Feltrinelli Education ha visto la collaborazione di professionisti quali Beniamino Pagliaro, Chiara Gamberale, Chiara Tagliaferri, Fosca Giannotti, Mario Calabresi, Mario Calderini, Massimo Polidoro, Massimo Recalcati, Miguel Benasayag e Jennifer Garvey Berger.