Un fenomeno, il costante aumento di morti e infortuni sul lavoro, che obbliga istituzioni, enti e aziende a impegnarsi maggiormente per assicurare a tutte le parti interessate un adeguato standard.
Come riporta l’Inail, infatti, nel primo bimestre del 2022 sono state 121.994 le denunce di infortunio, al +47,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. Di queste, 114 hanno avuto esito mortale (+9,6%). “Con la ripresa delle attività post pandemia, e ritmi di lavoro più alti, il numero di eventi infortunistici è notevolmente aumentato – affermano Federica Sanguineti e Cristian Giannetto rispettivamente responsabili del servizio di prevenzione e protezione aziendale di TÜV Italia e Bytest -. Quello che si potrebbe fare è investire sì sui sistemi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma, soprattutto, sulla cultura della sicurezza, su un cambio di mentalità che possa portare a una percezione condivisa dell’importanza della sicurezza. E maggiore confidenza nell’efficacia di misure preventive”.
Attenzione a morti e infortuni, ma c’è anche il benessere
La “new normality” apre anche nuovi ambiti di azione. Non solo salute fisica, facendo di tutto per contrastare l’aumento di morti e infortuni sul lavoro, ma anche sociale e psicologica, strettamente connessa al lavoro agile. “Uno dei fattori più critici che il nuovo scenario ci pone è il “work life balance” – spiega Simona Midollini, responsabile del servizio di prevenzione e protezione aziendale di pH -. Se, da una parte, lo smart working nasce per facilitare gli equilibri casa/lavoro, dall’altra, la mancanza degli orari scanditi fa saltare gli schemi, con il rischio di non “staccare” mai durante il giorno. Uno dei punti cruciali della normazione del lavoro agile in via di definizione punta a regolamentare i periodi di disconnessione e di riposo, proprio per tutelare il benessere psicofisico dei lavoratori”.
In ufficio, laboratorio, fabbrica o a casa, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori deve essere parte integrante della vita quotidiana di ognuno. Non solo per il benessere dei lavoratori, ma anche per vivere in una società più sana e competitiva.