di Annalisa Cerbone |
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli si prepara a gestire al meglio le sfide post pandemia e il ritorno del grande pubblico attraverso un progetto di formazione “esperienziale”. Il primo del genere in Italia, è destinato ai suoi 120 dipendenti, amministrativi, scientifici e personale di custodia.
Parole d’ordine: benessere, competenze trasversali, dialogo. Il museo MANN sembra aver incardinato il principio secondo cui il benessere di un’organizzazione nasce dallo spirito di squadra. In questa ottica, in collaborazione con la società che si occupa di risorse umane Focus Consulting, ha realizzato un percorso formativo che da febbraio fino alla fine dell’anno, aiuta a sviluppare nuove competenze tecniche, ma soprattutto comportamentali e relazionali.
Investire nella formazione, ma anche nella crescita personale e professionale dei propri dipendenti, è l’impegno che il Mann si assume. Riconoscendo i benefici apportati dalle soft skills nei contesti lavorativi per poter agire efficacemente e in armonia con gli altri. Le soft skills sono alla base di ogni organizzazione: possono influenzare la cultura, la mentalità, la leadership, gli atteggiamenti e i comportamenti del singolo e di tutto il gruppo di lavoro. Ancor prima di essere una buona pratica, rappresentano l’accettazione e la condivisione di un sistema di valori.
Il progetto del Museo MANN
L’iniziativa “La formazione del MANN: essere e fare squadra nell’era digitale” rientra nel Pon Cultura e Sviluppo 2014-2020 (Progetto “Applicazione di modalità e strumenti innovativi in relazione al sistema dei servizi di accoglienza e di supporto alla fruizione degli attrattori e creazione di strumenti per gestire e promuovere i sistemi delle conoscenze degli attrattori”). Le nuove tecnologie richiedono l’applicazione di diverse competenze anche nel mondo del lavoro. Il progetto ha l’obiettivo di trasferire e far acquisire competenze, comportamenti e metodo professionale verso il cliente interno ed esterno, con particolari focus sulla comunicazione, sul lavoro di squadra e sulla valorizzazione digitale, in sintonia con l’identità e lo stile MANN sviluppati e comunicati dal Museo negli ultimi anni.
Durante il percorso formativo, i dipendenti sono affiancati dal team di coach, docenti e formatori esperti della società Focus Consulting. Ogni incontro presenta un taglio esperienziale e vengono approfondite tematiche quali: comunicazione nell’era 4.0; strumenti e metodo per la gestione del team; team working; ruolo: tra identità e valori; team building. Sono previste anche sessioni di Team Cooking e laboratori teatrali. Insomma, un progetto appassionato, impegnativo e stimolante che il direttore del Museo MANN Paolo Giulierini ha fatto suo. Fino ad arrivare a istituire l’ufficio Benessere Organizzativo rendendo cruciale il tema della qualità della vita del personale.
Giovanna D’Elia, HR Director di Focus Consulting e responsabile del progetto, ci ha accompagnato in questo interessante percorso.
Saper comunicare con empatia, lavorare in gruppo, utilizzare strumenti manageriali e di leadership per gestire le complessità sono gli obiettivi che il percorso si propone di realizzare. Quali ricadute positive pensa ci saranno nell’organizzazione del lavoro del Museo MANN?
Mi piace immaginare, più che ricadute, voli e atterraggi. Voli tra la bellezza che ispira, quella bellezza fatta dalle persone che sanno mettere a terra le competenze e rendere un modello organizzativo unico e di buona pratica come sarà sempre di più il Museo MANN. Un’organizzazione dove la centralità sono le persone, il cliente interno ed esterno. Una centralità e specificità di ruoli, competenze e attività che dovranno essere sempre più coordinate in un lavoro di squadra, con una visione manageriale che sappia vedere oltre. Un modello organizzativo culturale centrico e diffuso dove tutti possano sentire il senso di appartenenza.
Sostiene che oggi sarebbe opportuno parlare di competenze “phygital”, grazie alle quali si usa la tecnologia per costruire un ponte tra mondo digitale e fisico. Ritiene che queste competenze possano fornire agli utenti un nuovo modo di fruizione del Museo?
“Phygital” è un termine che da tempo utilizzo e metto in pratica nelle esperienze quotidiane. Oggi ancora di più gli utenti, le persone, i visitatori saranno in grado di esprimersi e relazionarsi con questa competenza: utilizzare la digitalizzazione senza mai perdere e uscire dalla relazione fisica. Focus Consulting ha sviluppato un’innovativa metodologia esperienziale in tematiche Manageriali, Comunicazione e Leadership “facendo formazione con e per le persone” e portando ovunque “la bellezza di fare impresa”.
Come si concretizza questo vostro impegno? Quali le azioni messe in campo per le persone in azienda?
La nostra visione può partire solo da, e con, le persone. La nostra metodologia parte dall’ascolto delle persone, delle loro esigenze e ruoli per condividere insieme strategie e obiettivi. Le azioni e i progetti che portiamo nascono dal lavoro di un team, con stimoli creativi. E decliniamo la nostra metodologia in progetti formativi esperienziali, consulenza di direzione, attività di coaching e format di comunicazione innovativa.
Le buone pratiche che portiamo sono determinate da attenzione al tempo presente e al tempo organizzativo. In questo tempo storico siamo molto vicini alle aziende con le attività di ascolto e counseling, con l’attenzione all’inclusione e l’impegno a ridefinire insieme nuovi modelli organizzativi sostenibili e basati sulla fiducia.
Da Napoli con l’esperienza di formazione del Museo MANN prende il via un’iniziativa bella e sfidante. Crede possa estendersi anche ad altre istituzioni culturali diventando una buona prassi?
E buona prassi sia. Me lo auguro! Io sono una frequentatrice appassionata di musei e di luoghi culturali e vorrei sentirmi sempre più coinvolta in una customer experience da visitatrice. Allora credo che sia sempre più necessario proporre un modello di competenze culturali e manageriali soft.
La formazione rappresenta un importante strumento di crescita per un’azienda. Nella sua visione, in quali ambiti della formazione dovrebbero essere impegnati i finanziamenti previsti dal Pnrr?
Persone, persone, persone! La sfida può essere accolta solo se si mettono al centro le persone. Servono una formazione sulle soft e deep skill, un accompagnamento al top management di aziende e organizzazioni per creare una cultura di visione e di squadra. Una formazione che sia sempre più “inclusiva” nel senso anche utile del termine per far sì che le competenze possano essere aggiornate.
Oggi non possiamo più parlare di modelli organizzativi basati sui ruoli ma di modelli organizzativi basati sulle competenze. Attività formative e consulenziali per un’attenzione al benessere, prendersi cura a livello psico–mentale, investire in attività formative di gender equality per donne e uomini. Favorire sempre più una cultura e pratica di genere che coinvolga tutte e tutti, perché le persone “possano arrivare, stare ed essere riconosciute al posto giusto”.