Formazione per la sicurezza: cresce la consapevolezza sul tema

Di come la formazione possa essere una forma di prevenzione, in ottica di salute e sicurezza sul lavoro, si è parlato durante la trasmissione “Faccia a faccia” di Ugl Tv lo scorso febbraio

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Avviso FEMI 2021.1, i dati conclusivi

La trasmissione ha aperto un’importante finestra sul tragico problema delle morti nei luoghi di lavoro e sull’importanza della formazione per la sicurezza. Con Massimo Maria Amorosini, si sono confrontati sul tema Francesco Paolo Capone, Segretario Generale di Ugl, ed Egidio Sangue, Direttore di FondItalia. Insieme, hanno ragionato sulla necessità di convocare un tavolo permanente per l’adozione di un Piano nazionale a tutela dei lavoratori.

Formazione per la sicurezza: le urgenze

Per Capone “i tanti strumenti legislativi che esistono, e che in alcuni casi sono anche all’avanguardia, non sono stati sufficienti per fermare questa strage. Si parla spesso erroneamente di fatalità quando succedo no incidenti sul lavoro. Ma in questi casi la fatalità non c’entra nulla, si tratta solo di errori. Sarebbe importante iniziare a insegnare la sicurezza nei luoghi di lavoro a partire dalle scuole superiori. Perché da ogni classe usciranno sicuramente dei futuri lavoratori e dei futuri imprenditori, che saranno così coscienti di quello che potrebbe capitare”.

Egidio Sangue
Egidio Sangue è direttore di FondItalia

Conoscenza, cultura della sicurezza e formazione sono dunque tre aspetti che devono sempre più essere presi in considerazione ed essere sinergici tra loro. Per Sangue “la consapevolezza di lavoratori e datori di lavoro circa i rischi che possono esserci durante l’espletamento delle attività lavorative porterebbe a una serie di comportamenti di prevenzione naturali. Un po’ come quando mettiamo il casco salendo in moto o allacciamo la cintura di sicurezza in automobile. Serve una continua e attenta attività di formazione, d’altronde richiesta dalle imprese, circa il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e non solo fare formazione in questo campo esclusivamente perché è un obbligo di legge”.

La sensibilità aumenta

Ugl ha chiesto alle istituzioni nazionali e locali di intensificare i controlli soprattutto nei settori più esposti al rischio infortuni. Evidenziando l’importanza di creare una banca dati unica per coordinare e rafforzare il monitoraggio e i controlli. Per il Segretario Generale bisognerebbe fare chiarezza su chi e come fa i controlli. “C’è carenza di personale e per di più ogni Ente preposto si limita alla sola parte di propria competenza, senza verificare tutti gli aspetti che dovrebbero essere valutati”.

Anche sul primo Sportello dell’Avviso FEMI 2022.01 sono state numerose le imprese che hanno chiesto di poter organizzare percorsi formativi sui temi della sicurezza del lavoro. Conclude Sangue: “Siamo passati dal 43% che avevamo riscontrato come media nell’Avviso FEMI del 2021 al 51% di questo primo Sportello dell’Avviso FEMI 2022.01.
A testimonianza di quanto la sensibilità verso questi temi stia aumentando”.

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