“I fondi interprofessionali rappresentano oggi, dopo 20 anni di attività, una realtà importante è radicata sul territorio, che ha il vantaggio di rappresentare sia il mondo del lavoro sia quello delle imprese. Per questo devono essere coinvolti maggiormente nelle politiche attive del lavoro”. Queste le parole di Egidio Sangue, direttore di FondItalia, nel corso del convegno del 7 giugno, occasione per annunciare anche “la prossima creazione da parte del Fondo di uno strumento finalizzato a tracciare le competenze acquisite dai lavoratori nel corso del loro percorso professionale, per aiutare a colmare lo scarto tra richiesta e offerta di lavoro”.
Ad accompagnare la riflessione su formazione e politiche del lavoro, nell’ambito della presentazione del Rapporto 2022, anche Francesco Franco, presidente di FondItalia, Francesco Paolo Capone, segretario generale di UGL, Nicola Patrizi, presidente di FederTerziario, Paola Nicastro, direttore di ARPAL Umbria, Mauro Nori, segretario generale del CNEL, Michele Fina, consigliere del Ministro del Lavoro. In collegamento, anche il deputato Walter Rizzetto e l’eurodeputato Andrea Cozzolino.
Convergenza tra fondi, istituzioni e territori
Il presidente Francesco Franco, ha sottolineato in particolare i numeri registrati di FondItalia nei suoi 13 anni di attività. Oltre 4.700 progetti approvati e finanziati per un importo totale di oltre 59 milioni di euro, più di 750mila lavoratori aderenti e quasi 142mila imprese provenienti da tutti i comparti. Nel biennio 2020-2021, il contributo approvato ed erogato dal Fondo è stato di oltre 22 milioni e mezzo.
Fondamentale, anche alla luce di questo impegno, accelerare il dialogo tra le parti sociali facendolo diventare realmente “sistemico”, commenta il segretario generale di UGL Capone. Gli fa eco il presidente di FederTerziario Patrizi, aggiungendo l’importanza di “mettere insieme tutti gli attori, quindi agenzie, enti di formazione e pubblico. Altrimenti c’è il rischio che la grande mole di fondi a disposizione non venga utilizzata”.
Chi sono le imprese aderenti a FondItalia
Sempre guardando ai dati del Rapporto 2022, FondItalia si conferma il punto di riferimento per le microimprese (da 1 a 9 dipendenti). Costituiscono infatti l’89% delle imprese aderenti, sono in prevalenza localizzate nel Sud e nelle Isole (65%) e provengono da settori diversi. Anche la distribuzione delle aziende mostra una sostanziale stabilità nel tempo. In evidenza, commercio all’ingrosso e al dettaglio (25%), costruzioni (14%), alberghiero e ristorazione (13%) e attività manifatturiere (12%).
Stessa distinzione, con ordine mutato, per il numero di lavoratori all’interno di ogni comparto. La “classifica” resta guidata da commercio all’ingrosso e al dettaglio (19%), al quale seguono attività manifatturiere (16%), alberghiero e ristorazione (11%) e costruzioni (10%).
Più accesso alla formazione finanziata
Si conferma poi la capacità di FondItalia di raggiungere bacini di utenza sinora esclusi dalle opportunità di formazione finanziata. Il 75% delle imprese e il 60% dei lavoratori attualmente aderenti, infatti, non risulta provenire da altri Fondi. Tra le tematiche prioritarie oggetto di aggiornamento: nuovi modelli di gestione aziendale, competenze linguistiche, green economy e supporto all’internazionalizzazione.
“Che la formazione continua sia percepita dalle imprese come strumento fondamentale per la ripresa economica del Paese lo dicono i numeri – commenta Egidio Sangue -. Nel biennio della pandemia sono stati approvati oltre 1.400 progetti formativi, con una tendenza alla crescita rispetto al quinquennio precedente”. L’accelerazione di digitalizzazione, automazione, riorganizzazione delle mansioni e l’impegno alla gestione di grandi risorse economiche (PNRR, GOL), hanno messo in evidenza come l’implementazione di un sistema per le politiche attive sia oggi fra le più urgenti priorità. “Dobbiamo partire da qui, e dalle grandi opportunità che ci attendono, per realizzare politiche attive che possano concretizzare un’idea di lavoro dignitoso e sicuro di cui l’intero Paese ha bisogno”, conclude il direttore di FondItalia.