Quando si parla di transizione, solitamente vengono in mente scenari complessi, momenti critici e sfide che spesso portano le imprese a uno stato di crisi e di incertezza verso il futuro.
In realtà, quando analizziamo con maggiore attenzione la parola transizione ci rendiamo conto che stiamo parlando di un fenomeno naturale, costante ed evolutivo legato all’economia, che in alcuni casi ha una velocità molto bassa e in altri casi produce un’accelerazione forte per la quale occorre un livello di preparazione e organizzazione evoluto. In questo momento storico possiamo dire che le transizioni avranno un’accelerazione importante che richiede che le imprese siano pronte e preparate a gestirla, in modo che diventino un modello di sviluppo economico sostenibile.
Innovazione e formazione
La domanda che ci poniamo è: “Come possiamo prepararci per trasformare le sfide della transizione in un nuovo modello di sviluppo d’impresa?” In effetti, se analizziamo il contesto potremmo sostanzialmente dire che due leve, in particolare, possono essere di aiuto:
- quella degli investimenti economici e finanziari per sostenere la ricerca e l’innovazione in beni strumentali per la produzione, gestione e distribuzione;
- una formazione strutturata del personale, in funzione dei ruoli e delle responsabilità, sui temi della transizione e della sua gestione in ottica opportunità di sviluppo e crescita.
In realtà, moltissime imprese non sono pronte e preparate a utilizzare in modo efficace e sinergico queste due leve chiave per lo sviluppo dell’impresa in questo periodo di transizione. Ed è per questo che acquisire le giuste competenze organizzative e gestionali diventa un fattore critico di successo per la messa a terra della transizione.
Competenze strategiche e tattiche per la transizione
Un punto chiave è come aiutare imprenditori e manager a capire in cosa consistono le competenze organizzative e gestionali. E come poterle valorizzare, al fine di incrementare la produttività e l’efficienza dei lavoratori all’interno della propria azienda. Volendo dare una definizione sintetica, si tratta delle competenze strategiche e tattiche per la gestione d’impresa indirizzate al management e al lavoratore, per riuscire a organizzare molteplici compiti nella maniera più efficiente e intelligente. Sono competenze di carattere strategico-operativo, utilizzate nelle più diverse tipologie di attività e relative all’imprenditorialità, alla delega e ai processi di empowerment (responsabilizzazione delle persone). Naturalmente, alla base delle competenze organizzative vi è una pianificazione delle risorse e delle modalità necessarie per perseguire progetti di sviluppo. Sotto questo profilo risulta importante la capacità di pianificazione e allocazione delle risorse d’impresa, la gestione intelligente delle priorità, il rispetto delle scadenze, l’efficiente allocazione delle risorse per la durata del progetto.
Tutto ciò diventa possibile se il manager e il lavoratore posseggono a diversi livelli la capacità di controllare e monitorare le attività, nonché le conoscenze e le esperienze necessarie a saper scegliere quali processi di cambiamento avviare o meno. Ebbene, tra le competenze organizzative rientrano senz’altro: la perizia, l’organizzazione pratica, la valutazione critica. Un indicatore di capacità organizzative di un collaboratore potrebbe essere per esempio quello di saper fronteggiare gli imprevisti del lavoro. Per comprendere ancora meglio il tema delle competenze strategiche e gestionali su cui puntare, uno schema descrittivo (si veda sotto) può aiutare ancor meglio a comprendere su quali ambiti focalizzare l’attenzione e disegnare un piano efficace per gestire la transizione futura.
COMPETENZE GESTIONALI E ORGANIZZATIVE: QUALI SONO?Area gestionale e organizzativa:
Area innovazione:
Area comunicazionale:
Area personale:
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Massimiliano Presutti è Head of Business Development di disclose srl. L’azienda si occupa di formazione e ha sviluppato un nuovo concept sul talento, aiutando le organizzazioni ad agire sui talenti delle persone utilizzando intelligenza emotiva, coaching, gamification e conoscenze in ambito neuroscientifico.