Una sfida significativa, quella degli ultimi due anni, che ha confermato il valore del welfare aziendale, sia come strumento di integrazione al reddito che come misura integrativa di carattere sociale.
Ecco il messaggio di fondo dall’indagine sui comportamenti delle aziende dell’Osservatorio Welfare di Edenred. L’analisi è stata realizzata su un bacino di 530 mila utenti e circa 3 mila imprese italiane in relazione all’anno 2021.
Empowerment femminile e lavoro flessibile
Valorizzare la figura professionale della donna e favorire la conciliazione dei tempi di vita-lavoro si rispecchia nei servizi offerti. Dal people care alla genitorialità, fino al servizio di baby-sitting, di assistenza agli anziani o a familiari non autosufficienti. Ma anche tutti i servizi legati all’istruzione e alla salute. Se da un lato il welfare sociale è in grado di sostenere la figura della donna, ha un ruolo rilevante anche nella dimensione più ricreativa legata al tempo libero. I giovani sono sempre più attenti alle politiche aziendali smart che propongono oltre alla retribuzione anche benefit di vario tipo. L’offerta di benefit nella scelta dell’azienda ha peso per oltre il 50% dei rispondenti.
Welfare aziendale come integrazione al reddito
Si consolida la performance dei fringe benefit. Nel 2021 rappresentano la tasca di spesa più consistente con circa il 34% complessivo dei consumi di welfare soprattutto in buoni spesa e buoni carburante. Tendenza di crescita che si era già evidenziata nel 2020 e che attiene soprattutto all’intervento legislativo nei due anni di riferimento.
Che ha raddoppiato, con una misura provvisoria e circoscritta dal punto di vista temporale, i limiti di spesa dei fringe benefit portandoli a 516,46 euro. Per le fasce più giovani (entro i 39 anni) emerge il maggiore interesse di spesa del proprio flexible benefit in beni fringe e servizi. Entro i 30 anni, i soli fringe benefit cubano il 65% circa della spesa complessiva.
Ulteriore conferma sul ruolo del welfare aziendale viene dal cosiddetto credito welfare procapite. Ossia le disponibilità di spesa in welfare da parte dei dipendenti che anche nel 2021 è pari a circa 850 euro. Importo in linea con gli 850 euro del 2020 e gli 860 euro registrati per il 2019. Fino ai 60 anni, le donne risultano beneficiarie di erogazioni in media superiori alla controparte maschile. Questa evidenza in parte può essere spiegata dalla presenza, nei piani welfare aziendali, di componenti a sostegno diretto della maternità delle dipendenti. Sostegno che si può concretizzare anche attraverso l’erogazione di quote flexible benefit aggiuntive per figli e/o supporto alla maternità.
Crescono gli accordi sindacali
Sul piano delle fonti di finanziamento nel 2021 si evidenzia un doppio consolidamento delle tendenze di questi anni. Il primo riguarda la conferma della scelta unilaterale da parte delle aziende nell’implementazione di piani di welfare, che rappresentano il 73% circa delle somme complessive per i dipendenti.
Segue il welfare aziendale contrattato con accordo sindacale e vincolato al premio di produttività con il 20,6% (in crescita rispetto al 2020). Chiude al 6,7% l’erogazione prevista nei contratti nazionali (CCNL). Il secondo dato attiene alla costante crescita della conversione del premio di produttività monetario in misure di welfare aziendale. Una crescita dal 19% dell’anno precedente al 21% circa della spesa nel 2021.
Welfare aziendale, sociale e sostenibile
Il macro aggregato del welfare sociale composto dalla spesa per Istruzione, Previdenza, Assistenza Sanitaria e Assistenza ai Familiari rappresenta il 47,8% del totale, in lieve contrazione rispetto all’anno precedente. Ciò è da collegarsi direttamente alla crescente quota di spesa straordinaria nei due anni della pandemia destinata ai fringe benefit. Tra i più alti gradimenti sulle misure specifiche di welfare aziendale spiccano i fringe benefit con l’87% delle aziende che considerano questo strumento di valore assoluto. L’88% chiede, inoltre, che il raddoppio del tetto di esenzione sia rinnovato anche per il 2022. Da sottolineare, poi, una forte domanda di welfare familiare anche a sostegno della natalità. Il 92% del campione afferma che la spesa welfare di questo capitolo debba essere rafforzata e aumentata. Cresce anche il trend della sostenibilità, seppur ancora in fase iniziale: il 12,5% ha attivato misure di mobilità sostenibile e il 37,5% sta pensando di farlo.
La costante diffusione del welfare aziendale si interseca con i nuovi trend del mondo del lavoro, come l’implementazione di piani di welfare che incentivino comportamenti virtuosi dal punto di vista sociale e civile (es. riduzione di consumi di carta, emissioni di inquinanti e cosi via). Gli esperti di Edenred sottolineano anche il grande tema della mobilità sostenibile e del mobility management quale argomento di sviluppo in una prospettiva di welfare aziendale.