Contenuta nell’Atlante Fidaldo – mappa interattiva dei sostegni a disposizione delle famiglie che assumono lavoratori domestici – la ricerca evidenzia un panorama articolato e differente da regione a regione.
Sostegni economici a favore del lavoro di cura svolto dalle badanti, pochissime le regioni che prevedono sostegni per le baby-sitter, mentre il mercato delle colf non rientra nelle misure di welfare territoriale. Sono i dati emersi dall’indagine “Esperienze di welfare territoriale per il lavoro domestico” dell’Atlante Fidaldo.
Cosa dice l’Atlante Fidaldo
La ricerca evidenzia come i sostegni economici (assegni di cura dedicati, bonus o contributi usufruibili dai datori di lavoro per assumere badanti regolarmente assunte) siano perlopiù interventi che arrivano a coprire soltanto il costo degli oneri previdenziali che i datori di lavoro devono versare e, in quanto tali, il loro contributo nel sostenere i costi del lavoro di cura, risulta limitato.
Differente la situazione a livello regionale. I bonus che la Lombardia dedica ai datori di lavoro di badanti regolarmente assunte (200 euro indipendentemente dall’intensità del lavoro) sono molto diversi da quelli delle altre regioni. La Valle d’Aosta prevede contributi fino a 700 euro, per le situazioni economicamente più fragili. Mentre il Friuli-Venezia Giulia considera il livello di fabbisogno assistenziale dei richiedenti.
I principali interventi di welfare
Sul fronte degli interventi volti a qualificare e riconoscere il lavoro di cura, spiccano le azioni di sportello (ove presenti). Ma anche accompagnamento e matching tra domanda e offerta e registri di assistenti familiari/badanti. In particolare, il registro pubblico degli assistenti familiari è previsto in dieci regioni su venti. Gli sportelli, invece, rappresentano iniziative sporadiche che si sono formate a seguito di bandi di carattere locale. Da sottolineare, inoltre, gli sforzi condotti dalle regioni per far emergere il lavoro nero che, purtroppo, stentano a tradursi in interventi di impatto duraturo.
Nel complesso, alcune Regioni più di altre si sono impegnate nel sostenere il lavoro domestico. Agendo per riconoscere una sua qualificazione e regolarizzazione dentro un sistema più ampio dei servizi di welfare e, in particolare, di quelli per la non autosufficienza. Manca, però, una cornice legislativa nazionale di riferimento, in grado di fornire sostegni e incentivi di ampia portata sul piano fiscale, economico e dei servizi.