L’evoluzione del diritto alla disconnessione

Il riposo del lavoratore è sacrosanto, così come ogni anno ci troviamo a discutere su quanto e come "stacchiamo" in vacanza. Forse, una logica più fluida, fatta di obiettivi e ferie illimitate, potrebbe cambiare radicalmente la concezione del binomio lavoro-ferie

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Diritto alla disconnessione in vacanza

Come ogni anno il tema è sempre lo stesso: come migliorare il tanto discusso diritto alla disconnessione in vacanza?

Alessandro Raguseo, Ceo e Founder di Reverse, offre una visione innovativa della questione. “La strategia vincente non è quella in cui è il datore di lavoro a stabilire quando devi essere operativo e quando devi staccare – dice -. Ma è quella in cui è il dipendente a gestire in autonomia il proprio lavoro e il proprio riposo. Il fatto che questa tematica sia ancora di estrema attualità testimonia il fatto che in Italia siamo ancora lontani da una logica di lavoro per obiettivi e non per ore lavorate. Questa la chiave per ottenere un bilanciamento reale tra vita professionale e vita privata e, di conseguenza, dipendenti più soddisfatti e quindi più produttivi”.

La normativa sul diritto alla disconnessione

La legge 6 maggio 2021 n.61 sancisce il diritto alla disconnessione in Italia. Stabilisce infatti che “è riconosciuto al lavoratore che svolge l’attività in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche, nel rispetto degli eventuali accordi sottoscritti dalle parti e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati. L’esercizio del diritto alla disconnessione, necessario per tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore, non può avere ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”.

Se pensiamo a una concezione del lavoro come quella attuale, in cui le ore lavorate superano di gran lunga quelle di riposo e il 40% dei dipendenti non ha libera scelta sui giorni e sulle ore in cui disconnettersi, serve un’evoluzione. “Allontanandosi da una logica lavorativa di controllo verso una di fiducia – aggiunge Raguseo –. In cui è il dipendente a decidere quando lavorare e quando riposare, seguendo l’esempio di alcune aziende americane che hanno optato per un modello di giorni illimitati a discrezione del dipendente”.

Gestione delle ferie “fluida”

Secondo un’analisi di Reverse, qualche passo avanti in questo senso si sta riscontrando. Il 50% degli intervistati infatti dichiara di vivere serenamente il rapporto con i superiori nella gestione delle ferie. Quasi il 51% afferma di rimanere parzialmente reperibile per propria scelta.

“Sono convinto che il futuro del lavoro sia questo – conclude Raguseo –. Una gestione serena e di fiducia anche nella gestione del rapporto ferie/lavoro. In cui non ci sia più la battaglia tra chi “stacca completamente” e chi “rimane reperibile”, tra chi lavora più ore e chi ne lavora meno. Ma che ognuno gestisca in autonomia i propri task, i propri obiettivi e il proprio riposo. Con una possibile ricaduta positiva, aggiungo, sul fenomeno molto italiano dell’andare in ferie tutti insieme ad agosto spendendo sensibilmente di più”.

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