La collaborazione fra HR e risk management può consentire alle organizzazioni di mitigare i people risk legati a diversi fattori di sicurezza e benessere. Dalle minacce informatiche alla gestione dei piani di compensation e benefit, fino agli ambiti di sostenibilità, salute e sicurezza.
Lo dice il rapporto People Risk 2022 di Mercer Marsh Benefits. Lo studio parte dalle risposte di 2.594 professionisti in 25 Paesi, appartenenti al mondo delle risorse umane e della gestione del rischio, per analizzarne il comportamento e la percezione rispetto alle principali sfide sul tema.
Mitigare il people risk con la collaborazione
Il report analizza in particolare cinque gruppi di people risk in azienda: Health and Safety; Governance and Financial; Accelerated digitization; Talent practices; Environmental and social. Tra le principali evidenze, il fatto che le organizzazioni non possano più limitarsi a reagire agli eventi in corso. Al contrario, devono basarsi su quanto appreso dall’evoluzione della crisi pandemica per sviluppare una base solida che permetta di anticipare e mitigare le minacce. Per fare ciò è fondamentale costruire un rapporto di fiducia e di collaborazione tra le funzioni HR e risk management.
In particolare, i rischi collegati all’incremento della digitalizzazione si confermano ai primi posti della classifica, andando a occupare 3 delle prime 5 posizioni. Anche in Italia il rischio “cybersecurity e data privacy” è in testa. “HR technology obsolescence” e “Impacts of automation and AI” si posizionano rispettivamente al terzo e al quarto posto.
Salute, benessere e ambiente contano
Non solo, per il 97% degli intervistati i rischi legati a Health and Safety costituiscono una seria minaccia per il business. Si tratta di una categoria sempre più ampia e complessa, arrivata a comprendere tematiche come la salute mentale, il cosiddetto “workforce exhaustion” e il benessere dei dipendenti. A fronte di questa articolazione, più della metà degli intervistati ritiene che il proprio piano benefit non sia più adeguato. Mentre salute mentale “workforce exhaustion” vengono gestiti in maniera rilevante solo da un’azienda su 2. Tuttavia, il 92% intende investire in questo ambito nei prossimi 5 anni (quasi il 50% è intenzionato a farlo nei prossimi 2).
3 intervistati su 4 vedono anche i rischi Environmental and social come una seria minaccia per il business. Un dato in linea con la crescente pressione imposta dalle esigenze degli stakeholder e dalle normative in materia di compliance. Tuttavia, il 40% dichiara che la propria azienda non stia facendo abbastanza per la gestione dei rischi legati a Diversity, Equity & Inclusion. Inoltre, solo il 30% ritiene che sia stata definita una strategia chiara, trasparente e misurabile per avanzare i temi DEI. Il 35% garantisce equità nell’accesso ai benefit mentre il 13% vorrebbe investire nella mitigazione dei rischi DEI ma è limitato dai vincoli di budget.
La situazione italiana tra IA e automazione
Il people risk legato alla sicurezza informatica, lo abbiamo detto, si mantiene saldamente al primo posto nella classifica globale, europea e italiana. Ma nel nostro Paese è accompagnato anche dall’obsolescenza della tecnologia a disposizione dell’HR e dall’impatto dell’Intelligenza Artificiale e dell’automatizzazione. In questo scenario, il 30% delle aziende non si sta occupando adeguatamente dell’obsolescenza delle competenze. Solo il 26%, poi, dichiara di avere una strategia per gestire l’impatto di IA e automazione.
Lo scenario attuale sta esercitando ulteriore pressione sulle aziende affinché si concentrino non solo sul profitto ma anche sulle persone. Così da creare modelli di business realmente sostenibili. “Le persone vogliono lavorare per aziende in cui vedono riflessi i propri valori e che abbiamo un piano ben definito per il raggiungimento degli obiettivi ESG. È dunque fondamentale rileggere non solo la propria employee value proposition, ma l’intero modello di gestione dei talenti e delle competenze attraverso la lente della responsabilità sociale”, spiega Marco Valerio Morelli, Amministratore Delegato di Mercer Italia -. Tra le principali priorità rientrano la tutela dei lavoratori, l’attuazione di politiche ambientali e l’attenzione verso le iniziative di diversità, equità e inclusione”.