L’acquisizione dei talenti è un processo attraverso il quale l’azienda identifica, attrae, ingaggia e trattiene i propri collaboratori. Comprende varie fasi, dalla ricerca alla selezione fino al colloquio e all’assunzione. I talenti attraggono altri talenti e, in questo modo, si crea un circolo virtuoso che aiuta l’azienda a crescere, prosperare e migliorare la propria cultura interna.
Il ruolo della tecnologia nell’acquisizione dei talenti
La capacità di attirare i talenti è fondamentale per il successo di qualsiasi organizzazione e la tecnologia può giocare un ruolo essenziale. Strumenti e sistemi automatizzati possono ottimizzare il processo di attrazione dei talenti e rivelarsi fondamentali anche nei passaggi successivi, inclusi l’onboarding e la retention. Inoltre, possono essere un’utile risorsa nella gestione delle performance, nella pianificazione delle successioni e nello sviluppo delle strategie di Learning and Development. Per attirare i nuovi talenti, le aziende devono essere competitive. Gli strumenti digitali, supportati dall’AI e dall’analisi dei big data, sono un lasciapassare per rendere l’organizzazione a prova di futuro.
Come diventare una calamita
Per attirare i migliori talenti, l’azienda deve essere un “great place to work” e porre estrema attenzione a temi cui le nuove generazioni sono particolarmente sensibili. Come ad esempio una cultura aziendale inclusiva, in cui tutti si sentano valorizzati e rispettati indipendentemente da identità di genere, sessualità, etnia, età, disabilità, opinioni politiche e religiose. Ma contano anche le opportunità di avanzamento di carriera, il work-life balance e lo sviluppo continuo delle competenze. In altre parole, è necessario creare un ambiente di lavoro in cui le persone percepiscono di poter crescere e migliorare.
A questo proposito, una grande leva di attrazione è rappresentata dall’offerta formativa che l’azienda mette a disposizione dei propri collaboratori. Ad esempio, la presenza di programmi di digital coaching offre un vantaggio competitivo e un grande valore aggiunto per i dipendenti di oggi e di domani. Del resto, è ampiamente dimostrato come il coaching, e in particolare la sua versione digital, sia un asset molto potente. A confermarlo è anche il report Total Economic Impact (TEI), commissionato da CoachHub e realizzato da Forrester Consulting, secondo il quale il coaching on demand migliora le performance dei singoli e delle organizzazioni.
Il coaching fa bene
Il nuovo rapporto rivela come le aziende che hanno utilizzato per tre anni la piattaforma di coaching one-on-one basata su AI sviluppata da CoachHub hanno registrato un ROI del 260%. Inoltre, un valore attuale netto di 3,3 milioni di dollari, incrementi di produttività fino a 115,9 milioni di dollari, un miglioramento del 3-5% nella capacità di trattenere i talenti e il risparmio di 1 ora di tempo delle HR per ogni dipendente.
Oltre ai benefici quantificabili, lo studio indica anche vantaggi per il benessere dei dipendenti. Ad esempio, un morale più alto e una maggiore apertura rispetto ai processi di business e alle politiche di cambiamento. Tra gli altri benefici: un generale miglioramento delle iniziative di business e la riduzione dell’impronta carbonica grazie alla natura digitale delle sessioni di coaching. In definitiva, non ci si può più limitare a pubblicare annunci di lavoro e attendere l’arrivo delle candidature. Il processo di acquisizione dei talenti inizia con la costruzione di un forte employer branding, in modo che l’azienda sia riconosciuta come un “great place to work” e sia maggiormente attrattiva nei confronti dei candidati in cerca di nuove opportunità professionali.