di Cleopatra Gatti |
Oltre 4.700 progetti approvati e finanziati per un importo totale di oltre 59 milioni di euro, più di 750mila lavoratori aderenti e quasi 142mila imprese provenienti da tutti i comparti, soprattutto microimprese (fino a 9 dipendenti) che rappresentano l’89% del totale, cui si aggiungono il 10% di piccole imprese, con un numero di dipendenti compreso tra i 10 e 49.
Sono questi i numeri emersi del Rapporto FondItalia 2022, che fotografa 13 anni di attività del Fondo Paritetico lnterprofessionale Nazionale per la Formazione Continua, presentato il 7 giugno scorso a Roma, nella suggestiva cornice dell’Ara Pacis, nel corso del convegno “Prove di sistema per la ripresa economica del Paese”. Al centro dei lavori c’è stato il dibattito sul futuro del lavoro, delle politiche attive, della formazione, della riqualificazione delle competenze e del mismatch fra domanda e offerta di lavoro.
A parlarne, coordinati dal giornalista Massimo Maria Amorosini, sono stati: Francesco Franco, Presidente di FondItalia; Egidio Sangue, direttore di FondItalia; Francesco Paolo Capone, segretario generale di Ugl; Nicola Patrizi Presidente di FederTerziario; Paola Nicastro, direttore di Arpal Umbria; Mauro Nori, segretario generale del Cnel; Michele Fina, consigliere del Ministro del Lavoro e, in collegamento, il deputato Walter Rizzetto e l’eurodeputato Andrea Cozzolino.
Parola d’ordine: convergenze
Competenze specifiche, formazione costante, collaborazione con il mondo della scuola, della cultura, dell’imprenditorialità, dello sviluppo. Da più di dieci anni, infatti, la formazione continua è indicata da tutti gli attori in gioco come strumento fondamentale per abilitare le persone ad affrontare, governare, anticipare e generare i cambiamenti economici, produttivi, climatici, demografici che caratterizzano la società contemporanea e che attendono risposte pertinenti e puntuali. Nel biennio 2020-2021, il contributo approvato ed erogato dal Fondo è stato di oltre 22 milioni e mezzo, grazie ai due Avvisi pubblicati con l’obiettivo di promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei lavoratori a supporto dello sviluppo e dell’innovazione nelle imprese. Fra le tematiche prioritarie della formazione finanziata: l’adozione di nuovi modelli di gestione aziendale, le competenze linguistiche, la green economy e il supporto all’internazionalizzazione.
“I Fondi Interprofessionali rappresentano oggi, dopo 20 anni di attività, una realtà importante e fortemente radicata sul territorio, con un’importante capacità di impegno e di spesa, e con il vantaggio di ben rappresentare sia il mondo dei lavoratori che quello delle imprese. È per tutti questi motivi che i Fondi dovrebbero essere maggiormente coinvolti nelle politiche attive del lavoro”, ha commentato il direttore Egidio Sangue che, nel corso del convegno, ha annunciato la prossima creazione, da parte del Fondo, di uno strumento a disposizione di imprese e Centri per l’impiego, finalizzato a tracciare le competenze acquisite dai lavoratori nel corso dei loro percorsi professionali e formativi, con lo scopo di colmare lo scarto tra domanda e offerta di lavoro. Della necessità di creare “convergenze fra Fondi, Regioni e territori” ha parlato, nel suo intervento, il presidente Francesco Franco. “La formazione costante si è dimostrata volano di resistenza in questi due anni di criticità dovuti all’emergenza sanitaria e ha tutte le carte in regola per essere motore di crescita e di sviluppo, se inserita in piani d’azione integrati”, ha detto Franco. “Presentando il nostro Rapporto 2022, oltre a illustrare l’andamento della formazione in Italia dal 2009 ad oggi, ci interroghiamo quali direzioni prendere per farci trovare pronti agli irrinunciabili appuntamenti con Pnrr e Gol” .
“Serve un nuovo patto fra capitale e lavoro”, ha detto dal palco dell’Ara Pacis il segretario generale di Ugl Francesco Paolo Capone, auspicando un maggior dialogo fra le Parti Sociali che diventi finalmente “sistema”. Mentre il presidente di FederTerziario, Nicola Patrizi, ha sottolineato, a proposito delle disponibilità economiche concesse dai vari canali, come in tema di politiche attive serva “mettere insieme tutti gli attori, quindi agenzie, enti di formazione, il pubblico, altrimenti c’è il rischio che tutta quella mole di risorse a disposizione non venga mai utilizzata”.
13 anni di attività per le microimprese
Il Fondo, che in questi 13 anni di attività (2009-2021) è cresciuto costantemente, si conferma il punto di riferimento per le microimprese (da 1 a 9 dipendenti), che costituiscono l’89% delle imprese aderenti, in prevalenza localizzate nel Sud e nelle Isole (65%) e provenienti da settori diversi. Anche la distribuzione delle imprese aderenti al Fondo mostra una sostanziale stabilità nel tempo. In evidenza, per quanto riguarda le imprese, quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio, quello delle costruzioni, quello alberghiero e della ristorazione e quello delle attività manifatturiere (12%).
Costruzioni e hospitality i settori chiave
Il comparto delle costruzioni costituisce circa il 14% delle imprese aderenti al Fondo (oltre 18mila aziende su un totale di 135mila) e costituiscono il 4% dell’intero comparto delle imprese edili attive in Italia (487mila, dati Istat al febbraio 2022). Di queste, nel biennio 2020-2021, oltre 522 hanno partecipato ad almeno un corso di formazione per un totale di oltre 4mila lavoratori. Sul fronte del settore turistico, le imprese aderenti a FondItalia, che sono state coinvolte in progetti di formazione finanziati dal Fondo nel biennio 2020-2021, sono state più di 400, per un totale di oltre 3mila lavoratori formati. In totale, le aziende del comparto aderenti a FondItalia sono oltre 17mila e rappresentano circa il 13% delle imprese aderenti a FondItalia, andando a ricoprire il quarto settore economico per numero di adesioni.
Soprattutto grazie all’attività promozionale svolta a livello locale dalle Articolazione Territoriali, si conferma la capacità di FondItalia di raggiungere bacini di utenza sinora esclusi dalle opportunità di formazione finanziata. Il 75% delle imprese e il 60% dei lavoratori attualmente aderenti a FondItalia, infatti, non risulta provenire da altri Fondi.
La formazione finanziata da FondItalia
Lombardia, Puglia e Lazio sono le Regioni con il maggior numero di imprese che hanno beneficiato di attività formative finanziate dal Fondo. Commercio, manifattura, costruzioni e sanità sono invece i comparti di provenienza delle imprese e dei lavoratori interessati dall’attività formativa. Ancora a prevalenza maschile la platea dei lavoratori destinatari dell’attività formativa (oltre il 60% per entrambi gli Avvisi 2020 e 2021), con cittadinanza italiana (85% per entrambi gli Avvisi), di età media compresa tra i 40 e i 49 anni (29% per entrambi gli Avvisi), con diploma di scuola media superiore (39% la media tra i due Avvisi). Per quanto riguarda le modalità formative favorite nell’ambito dei Progetti finanziati mediante i due Avvisi 2020 e 2021, la formazione d’aula è stata prevalente con, rispettivamente, il 63% e il 54%.
Da sottolineare però una crescita di 9 punti percentuali della modalità a distanza (35% nel 2020 e 44% nel 2021). Come conseguenza dell’emergenza e di un nuovo approccio del mondo del lavoro all’utilizzo degli strumenti digitali, sia in ambito lavorativo che professionale. “Che la formazione costante e continua sia percepita dalle imprese come strumento fondamentale per la ripresa economica del Paese lo dicono i numeri: nel biennio della pandemia, sono stati approvati oltre 1.400 progetti formativi, con una tendenza alla crescita rispetto al quinquennio precedente”, ha sottolineato Egidio Sangue, direttore e vicepresidente di FondItalia. “
L’indagine condotta dall’Inapp nel 2021, che ha certificato che un italiano su due ha competenze obsolete e che solamente il 25% fa formazione, evidenzia che i margini di intervento sono ancora molto ampi. Inoltre, l’accelerazione di digitalizzazione, automazione, riorganizzazione delle mansioni, frutto della pandemia e della crisi economico-sociale derivata, e l’impegno relativo all’indirizzo e alla gestione di grandi risorse economiche hanno messo in evidenza come l’implementazione di un sistema per le politiche attive sia oggi fra le più urgenti priorità del Paese. Dobbiamo partire da qui e dalle grandi opportunità che ci attendono sul piano economico e degli investimenti per realizzare politiche attive che possano concretamente realizzare un’idea di lavoro dignitoso e sicuro di cui l’intero Paese ha bisogno e necessita”, ha concluso Sangue.
IL VIAGGIO DI FONDITALIA ALLA 1000 MIGLIAFondItalia ha partecipato alla 1000 Miglia, una delle gare automobilistiche più famose del mondo, sponsorizzando l’equipaggio di “Thecabriolet”, che era alla guida di una Porsche 356 Speedster, con un team di rappresentanti del Fondo, alternatisi a bordo di una support car che ha seguito chilometro per chilometro tutta la gara. Lungo le tappe della manifestazione, che si è tenuta dal 15 al 18 giugno, il Fondo ha promosso una serie di incontri con i protagonisti del tessuto economico locale diffondendo le peculiarità, le potenzialità, tutte le informazioni e le possibilità legate alla formazione continua dei lavoratori. È stata anche l’occasione per incontrare Titolari di Rete, di Conto di Rete, Enti Attuatori, lavoratori e imprese che da anni collaborano con il Fondo, per lanciare un messaggio di positività per le prossime sfide che attendono il nostro mondo del lavoro e per condividere quelle convergenze così necessarie per una ripresa economica del Paese. |