Prendiamoci cura del nostro futuro

La capacità di apprendere dall’esperienza è importante, ma lo è ancora di più quella di abbattere le vecchie connessioni effettuando una “potatura sinaptica”, che ci aiuta a fare spazio al nuovo, reinterpretando i vecchi dati in nuove informazioni che si trasformano in comportamenti adeguati

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Neuroscienze e management: riprendere il futuro

di Luca Erba |

C’è una cosa che ho appreso occupandomi di neuroscienze applicate al management e che vorrei condividere: il futuro che desideriamo determina quello che facciamo nel presente e quello che stiamo facendo nel presente dà un senso al passato vissuto.

Se vogliamo acquistare una casa al mare, in un posto bellissimo e vicino alla spiaggia, oggi probabilmente staremmo attenti ad ogni notizia o annuncio che ci parlano di un contesto simile. E, una volta trovata la location giusta, incredibilmente, entreremo in contatto con una serie di persone, notizie o eventi che ci parleranno continuamente di quel posto. Ogni viaggio passato ci sarà utile per determinare ciò che vogliamo e definire i dettagli di quella casa. Al contempo, però, grazie alle esperienze passate, saremo anche consapevoli di ciò che, al contrario, non siamo disponibili ad accettare.

Se desideriamo davvero acquistare quella casa sul mare, quella bellissima casa che ormai abbiamo trovato e che richiama irresistibilmente la nostra attenzione, dovremo trovare i soldi per pagarla. Ed è proprio in quel momento che diamo valore a tutto il tempo passato in ufficio per portare a termine i vari progetti, le energie investite per arrivare a quel premio produzione e il tempo passato, anche al di fuori dell’orario lavorativo, a studiare e pensare come far funzionare bene il nostro business.

Motivazione e progettualità

Tutte quelle volte che ci siamo impegnati e siamo andati “oltre le nostre possibilità” sopportando un duro carico di lavoro e stress per raggiungere l’obiettivo che, poi, ci ha permesso di realizzare il giusto guadagno, non sarà stato tempo sprecato. È il tempo che abbiamo passato anche a svolgere un lavoro che non ci piaceva, posticipando la gratificazione immediata che avremmo potuto goderci in altro modo (amici, famiglia, concerti, eventi ecc.) per dedicarci con abnegazione ai nostri impegni e alla professione, è stato utile a farci guadagnare la motivazione e i soldi necessari per realizzare il nostro progetto: una bellissima casa al mare da vivere insieme alla nostra famiglia e agli amici.

Un piccolo risultato, una gioia da condividere e, all’occorrenza, anche una fonte di reddito poiché, se non utilizzata può essere affittata ad altri che, come te, sono alla ricerca di un sogno che assomiglia terribilmente al tuo. È così che funziona il nostro cervello.
I pensieri vanno e vengono, ma le esperienze gli donano un senso nuovo e differente a seconda del punto di vista che sappiamo assumere e gli spunti, inediti, che sappiamo raccogliere. Quando ci trovavamo in ufficio o impegnati professionalmente, mentre altri si godevano il meritato riposo, la serata tra amici o un weekend lungo, ci sembrava di perdere il nostro tempo. Oggi che abbiamo deciso di vivere il nostro futuro a contatto con le emozioni che la salsedine e il mare ci possono regalare, il tempo speso nella costruzione della nostra professionalità, ad allenare le skill di negoziazione, pensiero critico, problem solving e project management, ci aiuta nel trasformare un desiderio in nuova realtà.

Essere intenzionali

Cioè, prima l’extra lavoro “era” una perdita di tempo che andava a scapito del nostro tempo libero e soddisfazione immediata. Poi, impegnarsi così tanto sul lavoro “è” diventato un ottimo investimento per realizzare il nostro futuro. Con questi pensieri, ovviamente, non desideriamo incentivare chi quotidianamente passa 12 ore al lavoro senza che sia necessario o chi, per cattiva organizzazione, spesso ci costringe a lavorare in extra-time in continua urgenza ed emergenza. La realtà, però, cambia pur rimanendo se stessa. Tutto quello che è stato, ciò che ci è successo, quello che ci è capitato e che non avremmo magari voluto accadesse si adegua costantemente a quello che vogliamo che sia. E, se diventiamo bravi e intenzionali, diventa “benzina” per il nostro futuro.

Nulla è per sempre. Le connessioni tra le cellule cerebrali si creano e si distruggono, si potenziano e si indeboliscono, costantemente. Questo ci permette di sopravvivere, prosperare e realizzare.

La pratica rende perfetti

C’è un vecchio adagio nelle neuroscienze, che per qualche scuola è superato, ma che mi piace presentarvi così, per semplicità ed efficacia: “i neuroni che si attivano insieme sono collegati tra loro”. Ciò significa che più eseguiamo un neurocircuito nel nostro cervello, più forte diventa quel circuito. Ecco perché un altro vecchio adagio, mai passato di moda, cita: “la pratica rende perfetti”. Più ci esercitiamo con il pianoforte o la chitarra, più parliamo una lingua o più ci capita di confrontarci con realtà e problemi complessi, più forti diventano i nostri circuiti. E più forti e determinati diventiamo noi nel presidiare quelle attività.

Si tratta di un concetto che, in ambito aziendale, affrontiamo sempre più spesso e, con sempre maggiore frequenza, ed è oggetto di “allenamento” e di coaching. Se passiamo troppo tempo a guardare le serie tv e poco a pensare a cosa possiamo fare di diverso nel lavoro o nelle situazioni in cui vorremmo apportare dei miglioramenti, indovina quali sinapsi verranno rinforzate e quali indebolite o cancellate? Se siamo in lite con un collega, e dedichiamo il nostro tempo a pensare a come difenderci da lui o a come ostacolarlo, senza concentrarci su quel progetto importante per noi o per la nostra azienda, finiremo per diventare delle cinture nere sinaptiche in strategia e tecnica militare offensiva o dei campioni di autodifesa. Ma dei pessimi innovatori e degli scarsi problem solver.

La potatura sinaptica

La relazione tra le singole esperienze e, quindi, il valore relativo di ognuna di esse, cambia a ritmo continuo. La capacità di apprendere non riguarda però solo la costruzione e il rafforzamento delle connessioni neurali. Ancora più importante è la nostra capacità di abbattere le vecchie connessioni. Effettuare una “potatura sinaptica” è determinante perché ci aiuta a fare spazio al nuovo, reinterpretando i vecchi dati in nuove informazioni che, in maniera intelligente, diventano “insight” illuminanti e comportamenti adeguati alla realtà del nostro presente e alla costruzione del nostro futuro.

In considerazione di quanto abbiamo detto, l’unica cosa che conta realmente è l’obiettivo che desideriamo raggiungere e la forza dei nostri desideri che accenderanno la motivazione a “realizzarci”. L’obiettivo diviene quindi meta, anticipazione di un futuro imminente che iniziamo a scorgere. Se cambiamo la meta, dovremo cambiare anche gli obiettivi che ci poniamo. E, mentre ci direzioniamo verso il nostro nuovo percorso, cambiamo la posizione del nostro timone e la direzione da cui proveniamo.

Dare valore a passato e presente

Cosa ci suggerisce questo apprendimento? Se passiamo troppo tempo a dare un senso alle esperienze passate (buone o cattive che siano) togliamo tempo al vivere il nostro presente. E, soprattutto, sprechiamo il tempo che potremmo impiegare per definire e prenderci cura dei nostri obiettivi. Il passato, in qualche modo, si adeguerà. Non possiamo giudicarlo, in realtà, né giusto né sbagliato. Può essere funzionale o disfunzionale rispetto a un futuro che desideriamo realizzare. Noi siamo, quindi, le nostre esperienze vissute e, a seconda del valore che diamo ai nostri apprendimenti, quello che, di volta in volta, decidiamo di diventare.

L’unica cosa che dobbiamo quindi fare, costantemente, è prenderci cura del nostro futuro. Questo determina la nostra capacità e consapevolezza di vivere pienamente il presente indicandoci cosa fare e come farlo. Allo stesso modo dà valore al nostro passato, a ciò che abbiamo imparato e su cui possiamo costruire nuove abilità e capacità funzionali. Il passato, cosi come il presente, sono utili al futuro. Non si è che se stessi e, al tempo stesso, si è anche già quello che vogliamo diventare. Un gioco importante che sfida il nostro ieri, il nostro oggi e ciò che saremo domani.


Luca Erba è co-founder di Disclose, un’azienda che si occupa di formazione e coaching attraverso un metodo innovativo che aiuta organizzazioni e individui ad agire sui propri talenti per svilupparne il potenziale.

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