C’è sempre più bisogno di donne manager

Secondo l'ultimo Osservatorio 4.Manager le posizioni manageriali femminili sono solo il 28% del totale, il 18% se consideriamo le posizioni regolate da un contratto da dirigente

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Donne manager, l'Osservatorio 4.Manager conferma il gap

Per ripartire nel post Covid-19 c’è bisogno della professionalità delle donne. Non è una mera questione di inclusione sociale. La promozione della parità tra donna e uomo, nella vita privata e pubblica, consente anche alle imprese di crescere, di aumentare la loro competitività e di creare ricchezza in termini economici”.

Questo il messaggio di Stefano Cuzzilla, Presidente di 4.Manager e di CIDA, a fronte dei dati sul gender gap emersi nel corso del World Economic Forum, secondo i quali le donne lavoratrici guadagnano il 13% in meno all’ora rispetto agli uomini. Il divario retributivo di genere è un fenomeno consolidato anche in Italia, che si posiziona al 63° posto tra i Paesi al mondo per parità di genere. 

Donne manager in Italia

I dati dell’Osservatorio 4.Manager dimostrano che i progressi, nel nostro Paese, sembrano essersi fermati. Oggi le posizioni manageriali femminili sono solo il 28% del totale e la quota si riduce al 18% nelle posizioni regolate da un contratto da dirigente. Su un campione di 6000 imprese manifatturiere italiane, solo il 14% è a conduzione femminile, il restante 79% rimane a conduzione maschile. Inoltre, una donna su dieci rinuncia al lavoro per dedicarsi ai figli e oltre il 43% delle laureate afferma di aver dovuto modificare o ridurre l’orario lavorativo per conciliare lavoro e famiglia. 

Come migliorare la situazione? Secondo i manager e gli imprenditori intervistati, servono misure concrete in termini di flessibilità lavorativa (48,5%), parità retributiva (25,6) e nelle procedure di recruiting (23,7%). A questo si devono aggiungere migliori politiche di welfare aziendale, percorsi formativi di aggiornamento professionale e supporti a servizio della genitorialità. Il superamento del gender gap deve essere una delle priorità del Governo – commenta Stefano Cuzzilla . Il nuovo esecutivo deve attuare una serie di azioni, strategie e strumenti per abbattere il divario di genere, poiché per crescere come Paese abbiamo bisogno delle competenze e delle soft skills delle donne. Ma anche di un sistema che sia in grado di valorizzarle”.

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