Non solo integrazione al reddito

L’ Osservatorio Welfare 2022 di Edenred Italia ci dice come sta cambiando e quali saranno i nuovi riferimenti del welfare aziendale, tra empowerment femminile e sostenibilità

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Osservatorio Welfare 2022 di Edenred Italia

di Giorgia Andrei |

L’ultima edizione dell’Osservatorio Welfare realizzato da Edenred ha interessato 530mila utenti e circa 3mila imprese.

“Così come accaduto nel 2020 anche nel 2021 l’ecosistema del welfare aziendale si è consolidato in molti suoi ambiti e ha confermato la sua solidità”, ha detto Paola Blundo, Direttore Corporate Welfare di Edenred Italia, commentando i risultati dell’indagine, dalla quale emergono un riconoscimento condiviso del valore del welfare e una capacità di questo strumento di evolversi e adattarsi “alle nuove sensibilità emergenti di una generazione consapevole e con maggiori aspettative”.

Il welfare che pensa alle donne e attrae i talenti

Tra le sensibilità emergenti dall’Osservatorio Welfare 2022 c’è una maggiore attenzione all’empowerment femminile e il welfare aziendale lo conferma. Molti dei servizi offerti, infatti, sono volti a valorizzare la figura professionale della donna e favorire la conciliazione dei tempi di vita-lavoro: dai servizi legati al people care, alla genitorialità, al servizio di baby-sitting, di assistenza agli anziani o a familiari non autosufficienti.

Ma il welfare sociale ha un ruolo rilevante anche nella dimensione più ricreativa, legata al tempo libero. I giovani sono sempre più attenti alle politiche aziendali smart che propongono, oltre alla retribuzione, anche benefit di vario tipo. Ecco perché il welfare è sempre più uno strumento in grado di attrarre i talenti. La prospettiva di un contesto lavorativo fondato sul concetto di benessere è tra i fattori importanti di attrazione verso i giovani talenti.

Paola Blundo
Paola Blundo, Direttore Corporate Welfare di Edenred Italia

Permane la funzione di integrazione economica

Si consolida la performance dei “fringe benefit”, che nel 2021 rappresentano la voce di spesa più consistente con circa il 34% complessivo dei consumi di welfare, soprattutto in buoni spesa e buoni carburante. Tendenza di crescita che si era già evidenziata nel 2020 e che attiene soprattutto all’intervento legislativo nei due anni di riferimento che ha raddoppiato, con una misura provvisoria e circoscritta dal punto di vista temporale, i limiti di spesa dei fringe benefit portandoli a 516,46 euro.

Ulteriore conferma sul ruolo del welfare viene dal cosiddetto credito welfare procapite. Ossia le disponibilità di spesa in welfare da parte dei dipendenti, che anche nel 2021 è pari a circa 850 euro, importo in linea con gli 850 euro del 2020 e gli 860 euro registrati per il 2019. Si tratta di un dato importante anche in relazione al decremento del reddito disponibile delle famiglie, come segnalato da Banca d’Italia. Fino ai 60 anni, le donne risultano beneficiarie di erogazioni in media superiori alla controparte maschile. Fatto in parte spiegabile con la presenza, nei piani welfare aziendali, di componenti a sostegno diretto della maternità delle dipendenti, concretizzabile anche attraverso l’erogazione di quote flexible benefit aggiuntive per figli e/o supporto alla maternità. Oltre che con un maggior ricorso all’istituto di convertibilità in welfare dei Premi di Risultato rispetto alla controparte maschile.

Osservatorio Welfare: è l’azienda che decide

Sul piano delle fonti di finanziamento, nel 2021 si evidenzia un doppio consolidamento delle tendenze di questi anni. Il primo attiene alla conferma della scelta unilaterale da parte delle aziende nell’implementazione di piani di welfare, che rappresentano il 73% delle somme complessive che dispongono i dipendenti. Segue il welfare aziendale contrattato con accordo sindacale e vincolato al premio di produttività, con il 20,6% (in crescita sul 2020). E chiude al 6,7% l’erogazione prevista nei contratti collettivi nazionali di lavoro.

Il secondo consolidamento attiene alla costante crescita della conversione del premio di produttività monetario in misure di welfare aziendale, che evidenzia una crescita dal 19% dell’anno precedente fino al 21% circa della spesa nel 2021. Il welfare sociale composto dalla spesa per istruzione, previdenza, assistenza sanitaria e assistenza ai familiari rappresenta una quota del 47,8% del totale della spesa welfare, in lieve contrazione rispetto all’anno precedente. Il minimo calo della spesa in welfare sociale è da collegarsi direttamente alla crescente quota di spesa straordinaria nei due anni della pandemia destinata ai fringe benefit. Nonostante ciò, la quota di welfare sociale assorbe il 50% della spesa complessiva.

Sostenere la natalità e favorire la sostenibilità

Come dato generale dell’Osservatorio Welfare, il gradimento più alto delle aziende va alle misure generali di sostegno al reddito, con l’81,7% di preferenze. Tra i più alti gradimenti sulle misure specifiche di welfare, invece, spiccano i “fringe benefit” con l’87% delle aziende che considerano questo strumento di valore assoluto. Si segnala poi una forte domanda di welfare familiare a sostegno della natalità. Il 92% afferma che la spesa welfare di questo capitolo deve essere rafforzata e aumentata. Dal punto di vista, invece, delle nuove frontiere del welfare aziendale cresce il trend della sostenibilità, seppur ancora in fase iniziale. Il 12,5% ha attivato misure di mobilità sostenibile e il 37,5% sta pensando di farlo.

Come conclude Blundo: “Il welfare aziendale si conferma, anche in una fase di straordinaria difficoltà come quella dei due anni appena trascorsi, una leva fondamentale di sostegno alle persone, alle aziende e al territorio. Valore che si concretizza sia nella sua dimensione di sostegno al reddito che in quella più prettamente sociale. Come l’ambito della previdenza e sanità integrativa, la formazione e i servizi alla persona, con un occhio alle nuove tendenze della sostenibilità e della mobilità green. Empowerment femminile, attenzione alle nuove politiche di lavoro e alle esigenze dei giovani sono per noi centrali. Sempre di più la funzione integrativa del welfare aziendale si fonde in un macro-sistema di welfare community”.

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