Anno nuovo, più attenzione alla salute mentale

La salute mentale resta prioritaria: questa e le altre previsioni di TherapyChat sulle potenziali sfide che lavoratori e aziende incontreranno nel 2023

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Salute mentale e benessere al centro del mondo del lavoro

Come teorizzato da Zygmunt Bauman, viviamo in una società molto più dinamica e instabile rispetto a qualche anno fa.

Una situazione in cui le certezze legate al mondo del lavoro non sono più così salde e spingono a sviluppare una certa resilienza di fronte al cambiamento degli ambienti sociali ed economici. Ponendo dunque in primo piano sfide legate alla sfera emotiva e alla salute mentale dei lavoratori. E, di riflesso, al comportamento delle aziende.

6 sfide per il mondo del lavoro italiano

Con l’arrivo del nuovo anno è normale iniziare a individuare nuove opportunità per noi stessi, punto di vista personale e da quello lavorativo. In questo contesto, TherapyChat, piattaforma di psicologia online, ha individuato una serie di potenziali situazioni che caratterizzeranno il mondo del lavoro.

Nuove esigenze professionali

La tendenza sembra consolidarsi, con molte persone che lasciano il proprio lavoro e accettano nuovi impieghi più in linea con le loro priorità. O che rispettano maggiormente il loro equilibrio tra vita privata e lavoro, salvaguardando la salute fisica, mentale ed emotiva. Il trend della great resignation è arrivato anche in Italia: nel primo semestre 2022 oltre 1,1 milioni di lavoratori italiani hanno rassegnato le dimissioni. Nel 2023 si prevede che questa tendenza continui. L’approccio attuale funziona, sì, ma a quali condizioni?

Flessibilità e indipendenza

Diffuso dapprima nelle grandi aziende, si consoliderà il lavoro flessibile. I dipendenti potranno usufruire di un numero minimo di giorni in cui potranno lavorare da casa e il resto in cui potranno recarsi in ufficio, mantenendo così un modello ibrido. Il prossimo passo sarà la sperimentazione della settimana lavorativa di 4 giorni già avviata in alcune realtà. Questa flessibilità costituisce anche uno strumento e una strategia per le aziende per attrarre e trattenere i talenti.

Retribuzione emotiva

La retribuzione finanziaria non costituisce più una priorità esclusiva. Gli incentivi e i piani di assistenza specifici, come la salute fisica e quella mentale, l’alimentazione o i programmi sociali, relazionali e familiari, avranno un significato maggiore nel contesto aziendale. Tuttavia, l’attenzione ai bisogni psicologici dei lavoratori nel loro complesso non deve essere utilizzata come giustificazione per un mancato aggiustamento del salario economico dove e quando necessario.

Ambiente collaborativo

Gli spazi, la tecnologia e la gestione delle risorse umane diventeranno sempre più collaborativi e trasparenti. Saranno promossi spazi comuni dove lo scambio di idee e l’apprendimento saranno una priorità a vantaggio di una maggiore creatività. I profili saranno analizzati a livello di competenze e soft skill di ciascun lavoratore per far emergere il loro pieno potenziale e farli crescere. In breve, sarà fondamentale sviluppare l’intelligenza collettiva dell’organizzazione.

Competenze trasversali

In fase di selezione, le soft skill ricopriranno un ruolo sempre più centrale e ricercato nei candidati e potenziali dipendenti. A parità di formazione ed esperienza, queste competenze, come l’intelligenza emotiva, l’empatia, la leadership e la risoluzione dei conflitti, tra le altre, faranno la differenza.

Salute mentale al lavoro

Il dibattito sulla salute mentale sul posto di lavoro è stato aperto già durante la pandemia, quando si è verificato uno spostamento delle priorità su questioni che prima potevano essere date per scontate. Intervenire in modo preventivo per evitare situazioni di burnout, così come l’attenzione al benessere emotivo e il supporto psicologico professionale agli stati di ansia o depressione saranno una priorità. Investire nella salute mentale significa aumentare la produttività e la soddisfazione dei dipendenti, motivo per il quale si continuerà a sentir parlare di terapia online e di servizi psicologici all’interno dei dipartimenti delle risorse umane.

Salute mentale e lavoro: perché è importante

Ci soffermiamo in particolare sull’ultimo punto. Secondo un recente studio condotto da Ipsos in collaborazione con TherapyChat sullo stato emotivo degli italiani nel periodo post-pandemia, quasi la metà dei lavoratori (il 46%) sostiene che il proprio benessere psicologico è molto influenzato dalla condizione lavorativa. Il 32% dichiara di aver provato più volte una sensazione di incertezza legata alle condizioni di lavoro, mentre il 28% afferma di essere spesso sotto stress a causa del proprio impiego. Interessante il dato sul sostegno psicologico in azienda: solo il 15% degli intervistati dichiara di avere a disposizione un servizio di aiuto sul posto di lavoro. E alla domanda sulla necessità di offrire questo tipo di assistenza in azienda, il 74% conferma di ritenerla estremamente utile.

Il 2023, dunque, rappresenterà una grande occasione per i lavoratori così come per le aziende. I primi cercheranno di soddisfare le proprie esigenze personali all’interno del contesto lavorativo, ricercando maggiore flessibilità e rinnovata attenzione alla salute mentale. Le seconde dovranno saper intercettare tali richieste e inserirle nella propria organizzazione, attuando politiche di welfare atte a migliorare il benessere dei dipendenti.

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