Una ricerca di SD Worx mostra come la data analysis e la pianificazione della forza lavoro possano essere un fattore di crescita per le organizzazioni.
La ricerca di un lavoro che permetta di coniugare al meglio i propri bisogni è sicuramente una priorità per i dipendenti, ma le aziende stanno ancora lavorando su questo aspetto. In Italia, per esempio, solo il 21% dei dipendenti ritiene che la propria organizzazione stia cercando di migliorare il work-life balance attraverso una maggiore flessibilità del lavoro. Il 59% invece, afferma che ciò non è ancora tra i principali obiettivi pianificati dall’azienda.
Con l’interconnessione dei sistemi HR, le aziende possono fare un uso più smart dei dati disponibili e diventare dunque più agili. E in questo modo rispondere meglio alla domanda di orari di lavoro flessibili e adattabili alla vita personale. Non dimentichiamo, infatti, che il 42% dei dipendenti italiani sceglie un’azienda in base alla flessibilità di questi aspetti. In Europa, la percentuale sale invece al 47%.
Data Analysis a supporto dei talenti
Come migliorare la pianificazione della forza lavoro? Con dei dati ottimali. Dallo studio di SD Worx emerge infatti che il 76% dei dipendenti italiani tiene consapevolmente traccia dei propri orari di lavoro. E che il 46% di essi utilizza un sistema di registrazione per monitorarli. L’Italia occupa solo il sesto posto in classifica preceduta da Norvegia (56%), Spagna (54%), Germania (53%), Svezia (53%), Finlandia (51%). Questa percentuale è significativamente minore nei Paesi Bassi (33%) e in Francia (32%).
L’annotazione degli orari lavorativi ha un impatto positivo sui dipendenti per quanto riguarda il loro work-life balance. Infatti in Italia il 47% dei lavoratori intervistati ritiene che tenere traccia delle proprie ore di lavoro li aiuti a conciliare meglio la vita professionale con quella privata. Attraverso la data analysis però, le aziende dovrebbero tenere conto della pianificazione della forza lavoro e trovare strategie nuove per migliorarla. In Italia solo il 40% dei lavoratori intervistati afferma di avere un orario di lavoro flessibile. Ma il 59% ritiene che la propria azienda non abbia tra i principali obiettivi pianificati quello di migliorare il proprio work-life balance agendo su tempo e luogo.
Employee Self-Service: l’Italia resta indietro
Interessante notare che un’azienda europea su tre investe in applicazioni che consentono a dipendenti e manager di inserire e gestire i propri dati. Ciò permette ai dipendenti di contribuire alla pianificazione della forza lavoro basata sui dati. Grazie agli strumenti ESS (Employee Self-Service), l’inserimento dei dati non è solo un compito del reparto HR, ma è una responsabilità condivisa da tutta l’organizzazione.
L’Italia però, sotto questo punto di vista sembra essere indietro. Solo il 14% infatti utilizza queste applicazioni, nonostante il 66% consideri piuttosto importante l’HR reporting and data analytics di tutto il personale. Attualmente solo nelle regioni Nordiche (30%) e in Irlanda (29%) questi strumenti sono ben radicati. Investire in queste applicazioni renderà ciascun dipendente responsabile del controllo dei propri orari di lavoro. Il reparto HR in questo modo potrà concentrarsi sui suoi compiti principali, non dovendo più elaborare manualmente gli orari di lavoro.