5 punti chiave del welfare aziendale

Com’è il lavoro del post-pandemia? L’analisi di Coverflex: flessibilità, politiche inclusive e wellbeing tra i benefit più richiesti

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Coverflex suggerisce come migliorare il welfare aziendale

Nel complesso scenario del mondo del lavoro italiano esiste un aspetto positivo. Riguarda tutte le iniziative virtuose messe in campo dalle imprese che si sono rese conto dell’importanza di garantire ai dipendenti un ambiente di lavoro sano, inclusivo e attento alle loro esigenze. Coverflex, startup portoghese da poco in Italia e operativa nel campo del welfare aziendale, ha analizzato le tendenze del mercato.

I consigli di Coverflex per il welfare aziendale

“In Italia il mercato del welfare è un terreno fertile ma non coltivato – spiega Chiara Bassi, Country Manager per l’Italia di Coverflex -. Basti pensare che, rispetto solo ai buoni pasto, sono poco più di 3 milioni i lavoratori che li utilizzano ogni giorno a fronte di un potenziale di cinque volte maggiore. Risultato? La maggioranza dei possibili fruitori non ne gode ancora, con conseguenze negative sulla soddisfazione del dipendente. E un sistema welfare potenzialmente molto valido che rischia di rimanere inespresso”.

Per questo, gli esperti di Coverflex hanno individuato 5 aspetti fondamentali in ambito welfare, ai quali le aziende dovrebbero porre molta attenzione.

Flessibilità oraria e non solo

La pandemia è stata un banco di prova importante. Oggi i dipendenti non vogliono più rinunciare alla possibilità di lavorare da casa, gestendo con più libertà l’orario lavorativo e migliorando di conseguenza l’equilibrio tra vita privata e professionale. Molti Millennials, inoltre, hanno raggiunto quell’età in cui decidono di crearsi una famiglia e chiedono perciò maggiore flessibilità per gestire gli impegni che ne derivano. Ma c’è anche chi, in passato, ha dovuto rinunciare a hobby e altri impegni per motivazioni legate al lavoro e oggi ha la consapevolezza dell’importanza di dedicare del tempo alle proprie passioni.

C’è poi la flessibilità geografica, anche nota come workation, southworking o remote working. Per alcuni questo si traduce in un ritorno nella propria regione di origine, per altri nella possibilità di essere operativi da qualsiasi parte del mondo. Per altri ancora nell’abbracciare la vita da nomade digitale. Coverflex, lavorando in full remote, permette a talenti da tutto il mondo di entrare nel team e offre budget dedicati al lavoro da remoto.

Aumentare il potere d’acquisto

L’inflazione e la scarsa crescita dei salari hanno ridotto il potere d’acquisto dei lavoratori italiani, che cercano perciò imprese che offrano un miglioramento della retribuzione. Oppure un pacchetto retributivo che comprenda benefit con un impatto immediato sulla quotidianità – come buoni pasto, fringe e flexible benefit – senza gravare eccessivamente sui conti dell’azienda.

Occhio al clima aziendale

L’atmosfera sul lavoro è importante. In particolare attenzione all’inclusività, alla tutela della diversità e della sostenibilità, alla riduzione del gender gap e a temi come mobbing e trasparenza. Sono tutti aspetti particolarmente strategici per le nuove generazioni. Che si aggiungono ai più comuni criteri di valutazione in fase di scelta.

Salute fisica e mentale

La Global Workforce of the Future Research (2022) evidenzia che il 39% dei dipendenti ritiene che il carico eccessivo di lavoro e le tempistiche strette siano fattori determinanti nel rischio di burnout. Inoltre, solo il 31% dichiara che il datore di lavoro sostiene realmente il benessere dei propri dipendenti. A dimostrazione di come la strada da percorrere in questa direzione sia ancora molto lunga e la necessità di attivarsi sempre più urgente.

Formazione costante

L’investimento sulla crescita è infine un aspetti a cui i dipendenti, soprattutto delle ultime generazioni, non vogliono più rinunciare. Perché credono nell’importanza di imparare durante tutto il percorso professionale, sperimentando e muovendosi all’interno della realtà in cui lavorano. Onde evitare il rischio di ritrovarsi a svolgere una mansione alienante e poco stimolante che porterà necessariamente la risorsa a guardare altrove.

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